Antonia Singla, conosciuta come La Singla, non è stata solo una ballerina di flamenco: è stata un’icona che ha stravolto ogni convenzione. Sorda dalla nascita, ha dominato le scene internazionali negli anni Cinquanta e Sessanta, incantando il pubblico con la sua incredibile capacità di percepire e interpretare il ritmo, nonostante il suo limite fisico. E ora, per chi non ha avuto la fortuna di vederla danzare dal vivo, arriva un docu-film diretto da Paloma Zapata, in uscita il 14 novembre con Exit Media, proprio in occasione della Giornata Mondiale del Flamenco.
La forza di una ballerina contro ogni ostacolo
Jean Cocteau la descrisse come una che “sputa fuoco con la bocca e lo spegne con i piedi”. Questa frase cattura alla perfezione l’essenza di La Singla: pura potenza e passione. Ma come poteva una ballerina sorda danzare il flamenco con così tanta precisione? Il docu-film di Zapata ci svela alcuni dettagli di questa magia, sebbene il mistero rimanga in parte avvolto nel fascino delle vibrazioni e nella sua profonda connessione con il ritmo. Secondo il racconto, La Singla riusciva a seguire la musica leggendo le labbra dei cantanti e osservando attentamente i movimenti dei chitarristi, riuscendo così a “sentire” il flamenco attraverso gli occhi e le vibrazioni della chitarra.
Un viaggio dalle baracche al successo internazionale
Paloma Zapata, regista spagnola, ci porta nelle periferie di Barcellona degli anni ’50, un luogo lontano dai lustrini della fama che La Singla avrebbe poi conquistato. Nata in un contesto di estrema povertà, cresciuta da una madre single e abbandonata dal padre, La Singla divenne una star giovanissima, grazie a una determinazione feroce e un talento ipnotico che travolgeva chiunque la vedesse esibirsi. La sua carriera, però, non è solo un racconto di successi: nel docu-film emerge anche l’improvvisa e misteriosa scomparsa dalle scene. Questo aspetto aggiunge un tocco di suspense alla sua storia, un enigma che, tra le righe, resta in parte irrisolto.
Gli incontri con Dalí e Duchamp: l’arte oltre la danza
Non è solo la danza ad aver consacrato La Singla: artisti del calibro di Salvador Dalí e Marcel Duchamp l’hanno immortalata nelle loro opere, affascinati dalla sua energia e unicità. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con leggende del flamenco come Paco de Lucía ed El Lebrijano, confermandosi come una figura di spicco non solo nella danza, ma anche nel panorama artistico dell’epoca.
La ricerca di un mito perduto
Il film di Zapata adotta un espediente narrativo intrigante: una giovane di Siviglia, Helena Kaittani, rappresenta il filo conduttore tra il presente e il passato di La Singla. Attraverso gli occhi di questa donna, alter ego della regista, il pubblico viene portato in un viaggio alla scoperta della figura mitica di La Singla, visitando i luoghi dove ha vissuto e provando a capire cosa l’abbia portata a sparire improvvisamente dalle scene.
In definitiva, questo docu-film non è solo un omaggio alla ballerina, ma una finestra sulla vita di una donna che, nonostante le avversità, è riuscita a brillare su palchi prestigiosi e a lasciare un segno indelebile nell’arte. Il racconto di La Singla è un inno alla resilienza e alla capacità umana di superare i limiti, un viaggio che affascinerà sia gli appassionati di flamenco che chiunque sia attratto dalle storie straordinarie.
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