Il ministero della cultura italiano ha notificato agli eredi di Giuseppe Verdi che confischeranno la villa del compositore nei pressi della città di Piacenza, per adibire la proprietà in rovina a un museo dedicato al compositore.
La proprietà del XIX secolo è situata tra i villaggi di Busseto e Roncole, dove Verdi scrisse alcune delle sue opere più note tra cui La traviata e La forza del destino, e contiene numerose partiture originali, alcuni abiti del compositore e una delle prime edizioni dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Verdi acquistò la villa nel 1848 e vi si trasferì con la sua seconda moglie, Giuseppina Strepponi, nel 1851, vivendovi per i successivi 50 anni. Trascorse gran parte di quel tempo a prendersi cura del parco circostante in cui sono presenti un roseto, vigneti, una grotta utilizzata come cantina, una limonaia e scuderie.
Oggi la villa è di proprietà di quattro fratelli della famiglia Carrara-Verdi, discendenti della cugina più giovane di Verdi, Maria Filomena Verdi. Uno dei fratelli, Angiolo Carrara Verdi, ha trasformato parte della villa in un museo nel 2010, con la stanza della Strepponi e la camera da letto-studio di Verdi entrambe visitabili. Tuttavia, la villa è stata chiusa nell’ottobre 2021, poiché la famiglia non poteva più pagarne la manutenzione. La proprietà sarebbe dovuta andare all’asta l’anno successivo, con il governo che aveva stanziato 20 milioni di euro per l’acquisto della villa e che pianificava di esercitare il suo diritto di prelazione. Gli attuali proprietari della proprietà riceveranno tra gli 8 e i 9 milioni di euro di risarcimento come parte del sequestro, molto meno dei 20 milioni di euro che speravano di ricevere. I proprietari hanno 60 giorni di tempo per opporsi presso un tribunale regionale.
Dopo che l’asta non si è mai concretizzata, il ministero della cultura ha annunciato il 21 dicembre 2023 che avrebbe sequestrato la proprietà entro 180 giorni. “La Villa… rappresenta una parte fondamentale del patrimonio nazionale per il valore storico dell’opera del grande compositore”, ha affermato Gennaro Sangiuliano, ministro della cultura, in una dichiarazione all’epoca. “Questo bene non può rimanere esposto al degrado e all’incuria, ma deve costituire il nucleo di un percorso museale visitabile da tutto il mondo.”.