Albert Einstein è considerato il più grande fisico del Novecento. A lui si deve la scoperta della teoria della relatività. Nel 1921 ha vinto il premio Nobel per la Fisica, grazie alle sue intuizioni e al suo genio.
Sembra impossibile, ma le teorie di Einstein hanno trovato una chiara spiegazione e degna rappresentazione anche nell’arte, in particolare nel Cubismo di Pablo Picasso. Il pittore spagnolo, nel 1906, presenta ufficialmente l’opera Les demoiselles d’Avignon, simbolo artistico della teoria della relatività.
La teoria della relatività
Secondo Albert Einstein tutte le grandezze fondamentali della fisica sono relative ( lunghezza, tempo, massa ). Con il premio Nobel la teoria della relatività galileiana ha avuto un ulteriore sviluppo e oggi si tende ad associare a tale teoria il nome del fisico tedesco.
La sua teoria si compone di due distinti modelli matematici, denominati relatività ristretta o speciale e relatività generale.
I postulati della teoria della relatività ristretta si possono così enunciare:
- primo postulato (principio di relatività): tutte le leggi fisiche sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali;
- secondo postulato (invarianza della velocità luce): la velocità della luce nel vuoto ha lo stesso valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali, indipendentemente dalla velocità dell’osservatore e da quella della sorgente.
Nel 1915 Albert Einstein estese la teoria della relatività anche ai sistemi non inerziali, quelli in accelerazione (moto con velocità non costante). La nuova teoria è detta relatività generale. La teoria della relatività generale è soprattutto una teoria della gravitazione. Einstein utilizzò il concetto di spazio-tempo per spiegare la causa della forza di gravità.
Per ulteriori approfondimenti, vi suggerisco di rivolgervi a manuali di fisica, perché le teorie di Einstein sono molto più elaborate di questa semplificazione.
Picasso e la fisica
Pablo Picasso, con il Cubismo, abbandona il sistema prospettico tradizionale. Picasso è proprio come il fisico tedesco.
Mentre Einstein ha teorizzato una nuova forma di spazio-tempo quadridimensionale unificato, a cui riferire tutti gli eventi del nostro universo. Sulla scorta delle nuove teorie di Einstein, lo spazio non andava più misurato soltanto attraverso l’altezza, la larghezza e la profondità ma tenendo conto di un nuovo fattore, il tempo, senza più prescindere dall’idea di movimento.
Picasso, invece, si oppone alla prospettiva classica con la rivelazione della quarta dimensione, il lato oscuro, ciò che non si vede. O anche tutto ciò che l’ipocrita società capitalistica tiene debitamente nascosto, non mostra per irreggimentare le masse, per formulare quella sola realtà utile al sostegno dei propri interessi finanziari.
In contesti diversi, il fisico tedesco e il pittore spagnolo in maniera diversa e con i propri linguaggi, mostrano al mondo un punto di vista completamente diverso dal tradizionale, rompendo gli schemi della fisica e dell’arte. Una rivoluzione volta ad aprire le menti e ad allargare il punto di vista della massa.