L’abbraccio tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini è diventato un murale, fissando nel cemento uno dei momenti più beli degli europei di calcio 2021.
Gli ex gemelli del gol li abbiamo visti tutti in quell’abbraccio, magari non in diretta poichè intenti anche noi come Loro a festeggiare la tanto sperata vittoria.
Nei giorni a seguire le testate giornalistiche televisive, in tutte le salse e con giusta ragione, ci hanno fatto rivivere con più calma quei momenti ed è grazie a questo tornare a quella serata, con animo evidentemente più tranquillo di chi sa come è andata a finire, ci ha portato a meglio assaporare l’essenza profonda di quell’abbraccio tra Mancini e Vialli.
Tanto pathos dunque che non è infatti sfuggito all’ associazione Wallabe, realtà culturale senza scopo di lucro presente nel territorio che muove le sue ragioni con l’ambiziosa finalità, finora con interessante riscontro, nella realizzazione di progetti volti alla rigenerazione urbana, attraverso la commistione armonica tra arte, cultura ed educazione ambientale, le cui realizzazioni non sono assolutamente mai in contrasto con la realtà locale nella quale vanno ad installarsi.
Ideatori del Wallabe street art festival, dal loro sito si presentano al pubblico del web come: un gruppo di curatori, esperti di comunicazione nel mondo dell’arte e del city branding, designer e architetti, uniti da una grande passione per l’arte in tutte le sue forme con l’obiettivo di far narrare le città attraverso i propri muri coinvolgendo le comunità locali in tutti i progetti creativi.
Non marginale inoltre la loro attenzione a prediligere, attraverso collaborazioni con aziende di settore, materiali che abbiano componenti definite mangia-smog, in grado cioè di interagire con l’aria circostante modificandola, anche se pur parzialmente, in meglio, frontiera ancora in via di sviluppo ma che sta facendo passi da gigante grazie alle nanotecnologie.
Nel complesso l’idea cardine dell‘associazione Wallabe è quella di ridare equilibrio agli spazi urbani lasciati a margine, attuando però il tutto attraverso la collaborazione con artisti italiani e stranieri di fama internazionale e cercando di rilanciare un modello di sviluppo urbano incentrato su più forze cooperanti, con il fine primario di migliorare la qualità della vita della realtà, più o meno ampia, sulla quale si interviene.
I vari progetti portati a realizzazione dall’associazione Wallabe, hanno avuto tutti come fine ultimo quello di carpire l’attenzione delle comunità del territorio, stimolando fattivamente anche la loro collaborazione per ogni progetto di rigenerazione urbana.
Unici strumenti, arte, cultura, collaborazione e il risultato sembra proprio vincente.
Non ultimo, l’associazione Wallabe, tra le sue finalità progettuali ha quella di coinvolgere oltre che la cittadinanza nel suo complesso, anche e soprattutto gli studenti con proposte di co-progettazione, pratica questa che contribuisce a forgiare quel senso di appartenenza al territorio, ormai troppo spesso sopito nelle giovani generazioni e senza il quale viene meno il fondamentale momento di coscienza civile critica, propulsore di ogni sviluppo sociale in qualsiasi direzione esso sia via via rivolto.
L’abbraccio di Wembley diventa murale
La trasposizione fisica de l’abbraccio di Wembley è stata pensata dal team di Wallabe per le corde dello street Artist di fama internazionale Ozmo che, dopo aver ricevuto la proposta, ha detto si al progetto, realizzando quindi sulla parete esterna dello stadio Bressan di Adria la sua personalissima interpretazione di quell’abbraccio.
C’è piaciuta e tanto l’idea poi di tutti quei mattoncini del muro di fondo lasciati a vista, ricoperti ma non del tutto del colore che va a formare nell’insieme la replica de l’abbraccio, forse una scelta obbligata ma ci alletta pensare che sia stata in qualche modo voluta, in una sorta di espressione visiva allegorica a rammentare che il singolo nella sua semplicità concorre pienamente e in modo fondamentale al risultato finale, caratterizzandolo in maniera univoca.