La Street artist Laika ha colto immediatamente una grande svolta in Argentina. Il 30 dicembre è stata infatti approvata la legalizzazione dell’aborto. Il senato argentino ha infatti approvato la legge che consente l’interruzione della gravidanza fino a 14 settimane con 38 voti favorevoli e 29 contrari. Un dibattito di 12 ore ha preceduto l’approvazione della legge che era già stata approvata dalla Camera.
L’Argentina si aggiunge quindi ai pochi paesi dell’America Latina che hanno una legge in materia d’aborto: Uruguay, Cuba, la Guyana e Città del Messico, ma non l’intera nazione. Prima dell’approvazione di questa legge, l’aborto in Argentina era consentito solo in caso di stupro, oppure in caso di pericolo per la vita della donna.
E’ stata una battaglia lunga 15 anni e una vittoria festeggiata anche dalla Street Artist Laika attraverso un poster collocato a Roma, in Via Torino, vicino all’ambasciata argentina.
Laika, Es Ley – Panuelos Verdes
“Solo 60 paesi consentono l’accesso libero e legale all’aborto e solo il 37% delle donne in età fertile vive in Paesi in cui l’aborto è consentito senza divieti. Celebriamo questo importante traguardo per ripartire domani con una speranza che il vento di questo cambiamento soffi in Sud America”.
Questo è quanto dichiara Laika, secondo le fonti Ansa e l’agenzia di stampa argentina Telam. L’Argentina con questa vittoria si distingue dagli altri paesi dell’America Latina, perchè è pioniera della conquista dei diritti civili, tra i quali anche il matrimonio omosessuale. In alcuni paesi dell’America Latina come Nicaragua, Repubblica Dominicana e Salvador l’interruzione di gravidanza viene punita fino a 30 anni di carcere.
L’artista trae ispirazione da un manifesto del 1943 dal titolo We can do it di John Howard Miller commissionato dalla Westinghouse Electric al fine di tenere alto l’umore dei suoi dipendenti durante la seconda guerra mondiale.
Una donna con un bavaglio verde flette il braccio destro mostrando il muscolo ed esclama “E’ legge!”. Con questo poster Laika ferma la forza e la determinazione delle donne argentine, che dopo 24 ore di attesa sul lato Nord della Piazza che affaccia sul Parlamento, hanno sventolato quel fazzoletto verde simbolo di libertà al grido di “E’ fatta! è legge!”. Già nel 2018 era stata presentata da alcune deputate una proposta di riforma che fu approvata dalla Camera, ma non dal Senato.
Un momento storico importante che l’arte incide a chiare lettere sui libri di storia. La bellezza della donne che celebrano la vittoria e che diventa arte in movimento e la bellezza ed incisività del poster di Laika.
Laika, il suo pensiero che vive nei poster
Abbiamo già parlato di Laika in questo articolo . E’ un’artista romana che preferisce, per motivi personali, rimanere nell’anonimato. Non le piace essere chiamata street artist. Su Instagram si autodefinisce artista e attacchina. A proposito del suo nome d’arte, ella rilascia la seguente dichiarazione a Firenzeurbanlifestyle.com
“Laika 1954 è un omaggio al primo essere vivente nello spazio, la cagnolina Laika, nata appunto nel 1954, ma è anche, per i caratteri con cui è scritto nel mio logo, un richiamo alla Leica, la famosa macchina fotografica, visto che la fotografia fa parte del processo di creazione delle mie opere. L’idea di puntare allo spazio è un po’ il mio mantra ed ha una doppia valenza: da una parte vuole dire puntare al massimo, non mettersi limiti, dall’altra è un modo per ricordare che le cose si osservano con più chiarezza da lontano e non c’è nulla di più lontano, per definizione, dello spazio. Italo Calvino scrisse che la forma delle cose si vede meglio in lontananza”
Spesso si fa fotografare con una maschera bianca e un caschetto rosso perchè ci tiene a tenere separata la sua vita personale dalla sua identità artistica e non confondere i due piani. Al suo alter ego artistico spetta quindi il compito di esprimere il suo pensiero su fatti e personaggi dell’attualità.
Proprio all’inizio della pandemia, a Piazza Vittorio a Roma aveva raffigurato Sonia, la proprietaria di un ristorante cinese che afferma “C’è in giro un’epidemia di ignoranza…dobbiamo proteggerci”. Il poster di Laika rappresenta una condanna verso la fobia che quasi si stava scatenando quasi un anno fa contro la popolazione cinese all’inizio del Coronavirus.
Altro poster emblematico, apparso a febbraio del 2020 presso l’ambasciata d’Egitto, è quello di Giulio Reggeni che abbraccia Patrick Zacky. Il poster ha il doppio significato di sostenere Zacky e allo stesso tempo richiamare il governo egiziano alle proprie responsabilità per evitare che accada di nuovo quanto successo a Reggeni.
Laika è stata inoltre una dei tanti artisti che hanno omaggiato Gigi Proietti, il grande comico romano scomparso il 2 novembre 2020.