Immagina di osservare un vulcano attivo, con la sua imponente presenza e la sua energia primordiale. Ora, immagina che questo stesso vulcano diventi il palcoscenico di un laboratorio a cielo aperto, dove quattro artisti di fama internazionale si dedicano a trasformare la pietra lavica in opere d’arte uniche. Questo è ciò che accade nella nona edizione del simposio internazionale di scultura “Oro nero dell’Etna”, un evento che non solo celebra l’arte, ma anche la natura e la sua potenza creatrice.
Quattro artisti, un vulcano e un progetto unico
Dal 1 al 15 settembre, a Piano Bottara, sulle pendici dell’Etna, Renate Verbrugge (Belgio), Hiroyuki Asano (Giappone), Alex Labejof (Francia) e Francesco Mazzotta (Italia) si metteranno all’opera in uno scenario che sembra uscito da un altro mondo. Con il loro talento e la loro esperienza, questi artisti trasformeranno la pietra lavica in sculture che raccontano storie di equilibrio, tempo, fertilità e forza. Ad assisterli, due allievi del corso di Scultura dell’Accademia delle belle arti di Catania, che avranno l’opportunità di imparare direttamente dai maestri, vivendo un’esperienza formativa unica.
Un simposio che unisce arte, natura e formazione
Il simposio, che fa parte del progetto “Belpasso, città delle 100 Sculture”, rappresenta un evento unico al mondo. Non solo perché si lavora con una pietra che esiste solo in questa parte del mondo, ma anche perché il laboratorio si svolge in un contesto naturale straordinario: l’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. Questo rende l’evento non solo un momento di creazione artistica, ma anche un’occasione per riflettere sul rapporto tra uomo e natura, tra arte e territorio.
La parola agli organizzatori
A dare il via ufficiale alla manifestazione il 1 settembre saranno il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo, insieme alla presidente e al direttore dell’Accademia di belle arti di Catania, Lina Scalisi e Gianni Latino. “Questo simposio è unico per tanti aspetti,” afferma il direttore artistico Pierluigi Portale, “gli artisti non solo lavorano con una pietra speciale, ma lo fanno in un ambiente che li ispira e li sfida continuamente.”
Per questa edizione, il simposio si arricchisce anche di una dimensione interdisciplinare, coinvolgendo gli studenti dei corsi di Fotografia e Graphic design dell’Accademia, che documenteranno l’evento e contribuiranno alla realizzazione di un catalogo che racconterà le nove edizioni del simposio.
Le opere: tra astrazione e riflessione
Le sculture che nasceranno durante il simposio saranno cariche di significati profondi. Come spiega la curatrice Ornella Fazzina, “In questa edizione predomina un linguaggio astratto. Alcuni artisti hanno sperimentato con l’astrazione geometrica, altri con forme più organiche e fluide.” Ogni opera è pensata per dialogare con l’ambiente circostante e per trasmettere un messaggio che va oltre l’estetica.
Se sei un appassionato di arte, natura o semplicemente curioso di vedere come la creatività può fondersi con la potenza della natura, non perdere l’occasione di visitare Piano Bottara durante il simposio. Non solo potrai ammirare gli artisti al lavoro, ma avrai l’opportunità di riflettere su temi universali come il tempo, l’equilibrio e la forza della natura. Vieni a scoprire come la pietra lavica dell’Etna può diventare un’opera d’arte senza tempo.