Dopo l’esplosivo successo raccolto tra le varie community del web finalmente gli NFT potranno essere esposti. New York, una delle maggiori capitali della cultura pop, ha da subito abbracciato l’iniziativa dando vita a numerose mostre di token non fungibili in giro per la città.
Dunque sarà possibile partecipare a dei veri vernissage, e forse questa sarà la spinta giusta per far sì che il mondo accetti gli NFT come arte e non solo come immaginette da social o come l’ennesima trovata eccentrica delle persone ricche. Solo un esposizione in un tempio, ovvero una galleria, potrà dare una tangibile credibilità artistica a queste opere.
Non chiamatele meme o immaginette
Gli NFT rappresentano l’ultimo ritrovato dell’ innovazione in campo tecnico informatico,, a cui è stato riconosciuto un valore artistico, e non si tratta certamente di una delle nuove NetBet roulette. Il loro nome completo è Non Fungible Token, ovvero Token non fungibili, ed essenzialmente sono dei file con una grande particolarità, ovvero l’unicità. Appartenendo questi ad una blockchain fa sì che siano irreplicabili.
Trattandosi di file digitali chiunque potrebbe tranquillamente copiarli, ma senza le certificazioni della blockchain sarebbero semplici file e non degli NFT. Questo il punto forte dei Non Fungible Token, e il motivo principale per cui tantissimi artisti hanno deciso di entrare in questo mondo.
Un fenomeno Pop
Inizialmente si pensava che il fenomeno NFT rimanesse ascritto a quella piccola nicchia di appassionati d’informatica, invece il suo successo è stato dilagante. Con l’unicità certificata tantissime persone hanno voluto acquistare opere digitali di questa tipologia e subito è diventata una moda.
Tantissimi vip, sportivi, personaggi famosi del cinema e della televisione hanno voluto fin da subito partecipare al fenomeno social del momento, acquistando opere che hanno raggiunto cifre importantissime. Logicamente, essendo gli NFT documenti che chiunque può creare, ne esistono milioni e raggiungono i prezzi più disparati. Il loro valore può infatti variare da pochi centesimi fino ad arrivare a milioni. Ad esempio Everydays – the First 5000 Days è stata l’opera che è costata di più, ovvero 69,3 milioni di dollari nel 2021.
È da considerare una moda? No, non proprio. Certamente quando qualcosa diventa virale l’interesse dei più è focalizzato su quella cosa, basti vedere il calciatore Neymar che sfoggia sui suoi profili social proprio un NFT, che tra l’altro non è costato neanche poco. Dietro a questa nuova tecnologia c’è anche una logica di mercato.
Molti vedono in questi Token, come anche nel Metaverso o nelle criptovalute, una grande possibilità di guadagno e, soprattutto, di differenziazione delle entrate. È più che lecito chiedersi come sia possibile fare una mostra di NFT, ed è soprattutto la domanda che si pongono i tantissimi possibili acquirenti.
Come si fa una mostra di NFT?
Le mostre vengono attrezzate con una sorta di schermi, come il vecchio concept di cornice digitale che non ha mai attecchito davvero, che riproduce l’NFT. Insomma come un quadro in una cornice.
L’arte digitale ha dato modo a tanti artisti di creare arte, ma solo la tecnologia NFT gli ha dato la giusta dignità, dando la possibilità di certificare un’opera che altrimenti si perderebbe tra le copie. Speriamo che il futuro ci porti novità in questo campo così da poterne apprezzare maggiormente le possibilità.