Da Maria Carolina a Maria José: una grande mostra racconta il potere invisibile delle sovrane tra Napoli e l’Europa. In scena a dicembre, con oltre cento opere da Versailles, Schönbrunn, Madrid e Capodimonte
Cosa può dirci oggi una regina, in un’epoca che ha rinunciato alla corona ma non ai simboli? Ce lo racconta la mostra Regine: trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l’Europa, che dal prossimo dicembre chiuderà il 2025 alla Reggia di Caserta con un’esposizione internazionale tra le più attese dell’anno.
Oltre cento opere, tra ritratti ufficiali, lettere, arredi di corte, abiti e documenti storici, porteranno in scena figure femminili troppo spesso ridotte a comparse della grande storia. Invece erano protagoniste silenziose, educate all’arte del potere, addestrate alla diplomazia, alla maternità dinastica e alla regia delle alleanze familiari su scala continentale.

Donne colte, discrete, decisive
C’è tutto un mondo dietro l’immagine fissa di una regina in posa su un trono. Da Elisabetta Farnese, madre del futuro Carlo III di Borbone, a Maria Amalia di Sassonia, architetta culturale del Regno di Napoli. Da Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, che ispirò la Costituzione del 1799 e fu regina di guerra, fino a Maria Sofia di Baviera, simbolo di resistenza durante l’assedio di Gaeta.
E poi le regine del decennio napoleonico, come Giulia Clary e Carolina Murat, che tentarono di conciliare modernità e legittimità. Le regine borboniche della Restaurazione, Maria Isabella e Maria Teresa, fino alle sovrane sabaude: Maria Cristina, Margherita, Elena di Montenegro, fino a Maria José del Belgio, l’ultima regina d’Italia.
Erano donne colte, formate fin da giovanissime al dovere e al sacrificio. Il loro compito non era solo rappresentare, ma influenzare senza comandare, guidare senza farsi vedere. Una forma di potere invisibile, spesso più incisiva di quello esercitato dai loro consorti.
Una mostra da Versailles a Schönbrunn, passando per Napoli
La mostra è promossa dal Museo Reggia di Caserta e organizzata con Opera Laboratori, grazie alla collaborazione di alcuni dei più prestigiosi musei europei: Château de Versailles (Francia), Palacio Real e Galería de las Colecciones Reales (Spagna), Schönbrunn Palace (Austria), Staatliche Kunstsammlungen Dresden (Germania), ma anche le italiane Reggia di Venaria, Musei Reali di Torino, Museo di Capodimonte, Palazzo Reale di Napoli e gli Archivi di Stato di Napoli e Caserta.
Il patrocinio del Network of European Royal Residences sottolinea la dimensione continentale del progetto. Non si tratta di una mostra “locale” ma di un affresco europeo, dove le vite delle regine diventano lo specchio delle trasformazioni politiche e culturali di un intero continente.
Tra arte e politica, un filo femminile lungo due secoli
Regine non è una semplice parata di ritratti. È una riflessione sul potere esercitato al femminile. Su come le donne siano state custodi della continuità tra monarchie e nazioni. Su come abbiano saputo trasformare la loro posizione apparentemente passiva in una forza diplomatica e culturale.
Molte furono protettrici delle arti, mecenati, collezioniste, madrine di progetti educativi o sanitari. Altre furono consigliere politiche, ambasciatrici non ufficiali, persino strateghi in tempi di crisi.
E sempre, in ogni epoca, si trovarono a camminare su un crinale: quello tra il ruolo pubblico di regina e l’identità privata di donna. Tra l’obbligo di servire la dinastia e il desiderio di autodeterminarsi.
Il Palace Day 2025 è tutto per loro
La scelta del tema non è casuale: quest’anno, il 19 luglio, il Palace Day 2025 – la giornata che celebra le residenze reali europee – è stato dedicato proprio a loro: le donne che hanno costruito e mantenuto le reti reali nel tempo.
Un gesto simbolico ma potente, che riconnette questa mostra al dibattito attuale su visibilità, memoria e parità. Perché la Storia, quella con la S maiuscola, non è fatta solo da chi comanda. Ma anche da chi ha saputo influire senza rumore.
Un invito a guardare le regine con occhi nuovi
Che tu sia appassionato di storia, affascinato dalla vita di corte o semplicemente curioso di scoprire volti meno noti ma fondamentali, questa mostra è un’occasione preziosa per rileggere due secoli di trasformazioni europee da un punto di vista femminile e transnazionale.
A dicembre, la Reggia di Caserta non sarà solo uno scenario. Sarà un palcoscenico. E le sue protagoniste, questa volta, non resteranno nell’ombra.
Hai voglia di raccontarci qual è la regina che ti ha sempre affascinato di più? Oppure quale ti incuriosisce di più scoprire?
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