Martedì 2 marzo 2021 è stato inaugurato il Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud. Uno spazio espositivo dedicato all’ arte contemporanea che mostra la collezione di Dominique Rimbaud e Luigi Biscozzi. Coppia nella vita e nell’ ambito lavorativo, hanno condiviso la passione per l’ arte arrivando a collezionare quasi 200 opere contemporanee oggi facenti parte della collezione del Museo da loro fondato.
Insieme alla collezione, il Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud, ospita e presenta ai fruitori fino al 7 novembre 2021, nello spazio adibito alle mostre temporanee, le opere di Angelo Savelli definito l’ artista del bianco.
Il museo è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.00 con chiusura settimanale di lunedì. Gli ingressi saranno disponibili solo su prenotazione a causa della normativa Covid, sul sito ufficiale https://www.fondazionebiscozzirimbaud.it/it/
Il Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud
“Ho un debito di riconoscenza nei confronti della mia città di Lecce..” – Luigi Biscozzi
Per Biscozzi, nome noto nel panorama della consulenza fiscale e tributaria, aprire un museo era un sogno e una ricompensa verso la sua città, per abbellirla ancora di più di arte e cultura.
Grande collezionista insieme alla moglie Dominique Rimbaud, Biscozzi ha girato il mondo dove nel tempo ha accumulato, collezionato opere d’ arte famose tra dipinti, sculture ed oggetti d’ arte. La realizzazione del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud frullava già da tempo nella mente dei due collezionisti, soprattutto di Biscozzi che voleva donare alla sua città ancora più bellezza artistica.
“Ho un debito di riconoscenza nei confronti della mia città di Lecce, mi ha dato la sua bellezza e una base scolastica che mi ha consentito di proseguire gli studi a Milano”
Quello che i due appassionati d’ amore e d’ arte volevano vedere concretizzarsi era un vero e proprio centro culturale d’ arte, che non si fermasse solo alla singola esposizione di opere, ma fosse un centro di riferimento per i cittadini, gli studenti e tutti coloro che volessero affacciarsi, interessarsi a questo mondo, un centro della cultura dotato, quindi, anche di una biblioteca, servizi, giardino e una galleria per ospitare mostre temporanee. Il loro sogno utopico “immaginava” un museo ospitato in una sede individuata già da entrambi nella città di Lecce.
Per Biscozzi condividere questa collezione, la sua esperienza, il suo sapere, ma soprattutto arte e cultura, era un sogno da realizzare, tanto che nel suo 80esimo compleanno la moglie Dominique Rimbaud gli donò una catalogazione di tutte le opere collezionate nel tempo, il cosiddetto “Pro-memoria” di Luigi Biscozzi, che sarà parte della collezione permanente del museo.
Sfortunatamente non ha potuto vedere concretizzarsi la nascita del museo, è venuto a mancare, infatti, nel 2018, lasciando il sogno in mano a Dominique Rimbaud, che ha proseguito la realizzazione del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud.
Il sogno si è però rivelato di pubblico interesse così nello stesso 2018, prima dello spiacevole evento, i due coniugi individuarono come struttura ospitante del museo, uno storico immobile di piazzetta Baglivi 4, restaurato in conformità agli standard museali.
L’ edificio si trova inglobato nella bellissima piazzetta Baglivi dove si affaccia la Chiesa di Santa Maria della Provvidenza, in pieno centro, poco distante da Porta Napoli. La sua vicinanza alla Chiesa, fa risalire le sue origini architettoniche a quelle di un edificio facente parte del complesso monastico dove vi erano le suore Alcantarine, in seguito demolito per poi diventare dimora dell’ anatomista e scienziato Guglielmo Baglivi, al quale è dedicato il nome della piazza.
La struttura adibita a museo è stata resa “contemporanea” pur mantenendo le decorazioni architettoniche antiche facenti parte del macroallestimento. Si presenta su due piani: partendo dall’ ingresso si accede a “due sale studio, la sala per attività laboratoriali e di gioco e le tre sale per gli allestimenti temporanei che godono dell’ affaccio sul cortile interno aperto al cielo decorato soltanto da un arancio amaro piantato in ricordo del desiderio di Luigi Biscozzi e una panca di pietra. Il primo piano è interamente dedicato alla presentazione della collezione permanente ed è strutturato in ben 12 sale espositive” alcune delle quali si affacciano su un piccolo terrazzo balconato dal quale si può vedere il panorama e che ospiterà eventi esclusivi non ordinari.
Il catalogo pubblicato in occasione dell’ apertura, assieme al Pro-memoria di Biscozzi, la biografia di artisti, i testi critici e didascalici delle opere, si apre con una introduzione, la dedica di Dominique Rimbaud al marito, ora unica presidente del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud, che con dolci ed amorevoli parole, parlando teneramente della loro vita nel ricordo delle loro passioni, scrive:
“Nel 2014 ebbi l’idea di regalare a mio marito Luigi Biscozzi, per il suo ottantesimo compleanno, la summa illustrata delle opere della nostra collezione, messe insieme in quasi quarant’ anni di ricerca e passione. Era una catalogazione piuttosto semplice, contenuta in quattro grossi raccoglitori di cartone. L’iniziativa piacque molto a Luigi, che aveva già in mente un’ipotetica restituzione alla sua città, Lecce, come spiega lui stesso nel suo Pro-memoria.
Il progetto poi è andato avanti, si è pensato di creare una Fondazione, abbiamo continuato ad ampliare la collezione e quello che era un inventario è diventato un vero e proprio catalogo. Così, affidandoci ad amici professionisti, affrontando mille difficoltà e patendo molte delusioni, siamo finalmente riusciti a realizzare il sogno-utopia di aprire a Lecce uno spazio espositivo e didattico in cui esporre la nostra collezione.
Luigi ed io abbiamo condiviso la creazione e la crescita di questa raccolta, un viaggio appassionante che si è interrotto il 12 settembre 2018, quando Luigi ci ha lasciati. Ha fatto in tempo ad approvare l’ ultima bozza del catalogo (ora a lui dedicato), a scegliere la palazzina di piazzetta Baglivi a Lecce, a confermare nei loro incarichi il curatore del catalogo e quello della collezione, e a darmi l’impulso e la forza per proseguire sulla sua strada, trasmettendo a me e a coloro che l’hanno conosciuto il suo entusiasmo straordinario. Grazie Luigi.”
La collezione del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud
Più di 200 opere tra quadri, sculture ed oggetti d’ arte, con una lista qualitativa di nomi di più di 90 artisti. La collezione permanente che andrà ad allestire il Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud sarà, quindi, molto ricca ed articolata e comprende opere che si focalizzano sul periodo contemporaneo del Novecento italiano ed internazionale, in particolare dell’ arco di tempo del 1950-1980.
Il percorso espositivo è stato progettato per ordine cronologico: partendo dalle origini dell’ arte contemporanea, si passa ad analizzare l’ Informale in Italia ed in Europa, la pittura astratta- geometrica, quella analitica fino alle nuove interpretazioni di arte che superano il concetto di quadro e scultura.
I capolavori della collezione coloreranno tutta la struttura, a partire dagli spazi del pian terreno dedicati all’ accoglienza/biglietteria dove sono collocate opere di Bernard Aubertin con Tableau clous del 1969 e di Ettore Colla, Cerchio magico- 1958, per continuare poi, sempre nel pian terreno, con altre tele e sculture situati nello spazio della zona servizi che si affaccia sul cortile e nella sala lettura. Si passerà, poi, a visitare le ben 12 sale espositive.
Partendo dalle origini del contemporaneo, la collezione mostra le ultime tre opere acquisite dai due collezionisti, quelle di Martini, De Pisis e Veronesi.
Una delle ultime opere acquisite dalla Fondazione, ma una delle prime che aprirà il percorso espositivo è proprio la scultura di Arturo Martini che rappresenta la Cacciata di Adamo ed Eva. Nel suo elaborato artistico Martini ha vissuto un travagliato cambiamento stilistico fino ad arrivare ad una maturità artistica che lo portò all’ origine della materia, all’ origine del tutto, al primitivo. E proprio in questa scultura si nota come l’ artista abbia voluto rappresentare attraverso uno stato primitivo delle forme ed una scultura molto materica l’ essenzialità dei sentimenti e stati d’ animo.
Troviamo poi Filippo de Pisis, artista e scrittore italiano influenzato dall’ impressionismo e dai Fauves che successivamente superò avvicinandosi ad una pittura metafisica per poi andare verso uno stile pittorico spezzato con tele bianche e vuote.
Nell’ olio su tela Dalie del 1931 facente parte della collezione del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud, si nota come nella rappresentazione dei fiori De Pisis sia riuscito a superare e a far suo quel tratto impressionista ed espressionista dipingendo fino ad arrivare ad una “stenografia pittorica” con pennellate nervose, veloci, sovrapposte, essenziali, estrose che descrivono il suo animo sensibile.
Molto particolare è l’elaborato artistico di Luigi Veronesi, presentato nella collezione da due opere china su carta, dove si nota l’ assoluta essenzialità della forma, dell’ immagine, del simbolo che si riduce a semplici figure geometriche che riempiono gli spazi del supporto insieme allo spazio vuoto stesso. Cresciuto nell’ epoca dell’ astrattattismo, Veronesi si allontana del tutto per cercare e studiare un suo stile pittorico essenziale che lo porta ad avvicinarsi ad una pittura ragionata basata sull’ espressione numerica tipica del Costruttivismo pittorico. Questo lo porterà sempre più a “sezionare” le sue opere dando “ritmo dinamico generato dalle relazioni tra le figure lineari e lo spazio che esse creano sulla superficie dell’ opera”.
Come evidenziato, anche, nel libro che mostra la collezione permanente del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud, pubblicato da Silvana Editoriale, ci saranno opere di Alberto Magnelli con il suo Reprise del 1944, artista autodidatta del 1900, che conobbe Picasso, Apollinaire, Max Jacob, Aldo Palazzeschi, frequentò lo studio di Matisse e rimase fortemente influenzato dalla pittura d’avanguardia tanto che passò dal post-impressionismo, al “realismo immaginario” da lui coniato, per poi dedicarsi completamente all’ astrattismo.
E poi ancora l’ acquerello Senza titolo del 1950 di Osvaldo Barbieri detto BOT, la Femme accoudée di Eugène de Kermadec del 1933, dove si notano le influenze del Cubismo e anche della pittura di matrice africana.
Troviamo anche Josef Albers ricordato più come teorico dell’ arte astratta per la sua serie dell’ omaggio ai quadrati con Homage to the square del 1958 dove cercava di studiare la logica che governa i colori,
Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Biscozzi-Rimbaud e curatore della collezione del museo, in seguito ad una diretta sul dialogo “Avvicinarsi all’ arte contemporanea”, accennò la progettazione del percorso espositivo museale svelando due opere d’ arte facenti parte della collezione.
“Il percorso espositivo del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud parte con la “Cacciata di Adamo ed Eva” scultura di Martini e si conclude con un’ opera chiamata “Lacerazioni” al centro della quale c’ è il concetto ebraico del “Tiqqun ‘Olam” ovvero del riparare il mondo, quindi si va dall’ origine fino al meraviglioso concetto della cultura ebraica, che può essere applicato all’arte perchè l’arte è un modo per rammendare per riparare le ferite della vita, le ferite psicologiche.. Fa bene, è un linguaggio che mette in relazione gli oggetti con le persone e le persone tra di loro e può contribuire a rendere migliore la vita di tutti quanti”.
–Paolo Bolpagni direttore tecnico-scentifico della Fondazione Biscozzi-Rimbaud
Gli artisti sono molti e ancor di più sono le loro opere, non resta che vederle visitando questo innovativo museo.
Ecco la lista completa degli artisti della collezione permanente del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud:
Josef Albers, Pierre Alechinsky, Rodolfo Aricò, Ugo Attardi, Bernard Aubertin, Kengiro Azuma, Carlo Barbieri, Mirko Baricchi, Gianni Bertini, Mario Bionda, Renato Birolli, Agostino Bonalumi, Arturo Bonfanti, Osvaldo Bot. Enzo Brunori, Alberto Burri, Luca Caccioni, Aldo Calò, Pier Paolo Calzolari, Enrico Castellani, Mino Ceretti, Alfredo Chighine, Claudio Cintoli, Ettore Colla, Pietro Consagra, Salvatore Cuschera, Dadamaino, James Alan Davie, Eugène de Kermadec, Mario De Luigi, Ivan De Menis, Filippo de Pisis, Enrico Della Torre, Piero Dorazio, Evgeni Dybsky, Salvatore Esposito, Jean Fautrier, Rainer Fetting, Fabian Ginsberg, Giorgio Griffa, Michele Guido, Hans Hartung, Zoltan Kemeny, Emilio Isgrò, André Lanskoj, Bice Lazzari, Walter Leblanc, Jean Leppien, Osvaldo Licini,
Francesco Lo Savio, Heinz Mack, Alberto Magnelli, Davide Marega, Arturo Martini, Livio Marzot, André Masson, Vittorio Matino, Roberto Sebastián Matta, Eliseo Mattiacci, Fausto Melotti, Umberto Milani, François Morellet, Magdalo Mussio, Mario Nigro, Achille Perilli, Enrico Prampolini, Bepi Romagnoni, Michael Rouillard, Franco Ruaro, Giancarlo Sangregorio, Salvatore Sava, Angelo Savelli, Emilio Scanavino, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Christian Schmidt, Emil Schumacher, Luca Serra, Rob Sherwood, Carlo Sergio Signori, Ettore Sordini, Domenico Spinosa, Tancredi Parmeggiani, Togo, Giulio Turcato, Tino Vaglieri, Armanda Verdirame, Angelo Verga, Arturo Vermi, Luigi Veronesi, Renzo Vespignani, Antonello Viola, Bernd Zimmer, Gilberto Zorio.
Il Pro-memoria di Luigi Biscozzi per il Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud
“Ciò che ho raccontato è solo un frammento, un ricordo, che mi ha portato a questa raccolta, iniziata per caso, senza alcuna pretesa, né particolare competenza o scopo specifico..”
Nel “Pro-memoria” Luigi Biscozzi con le sue parole ci spiega come il “caso” abbia dato senso alla sua vita, a partire da quella “curiosità” artistica che gli aprì la strada per coltivare la sua passione per l’ arte fino all’ incontro con sua moglie Dominique Rimbaud.
“Questa raccolta di opere è nata, come spesso accade nella nostra vita, da un’ intrusione del caso.Tutto è cominciato con una litografia di Vespignani e una di Attardi, acquistate nel 1969 da un venditore di libri porta a porta, un po’ balbuziente. Non sapevo chi fossero quegli artisti, mi piacevano e istintivamente le comprai..
[..] Il caso, dunque, mi portò questo venditore a casa. Ma credo che la mia curiosità – è sempre il caso? – vada retrodatata nell’infanzia. [..] Credo che questa curiosità mi abbia accompagnato e permesso di scegliere non solo questa raccolta improvvisata e casuale, ma anche le persone e le amicizie che hanno determinato le mie scelte di vita.
E sempre la volontà del caso, nel 1970 a Parigi, mi fece incontrare Dominique Rimbaud.
Ancora prima, dalla fine degli anni sessanta, frequentavo di tanto in tanto con qualche amico l’ ormai famoso Bar Jamaica, vicino all’Accademia di Brera. […] Si ritrovavano giovani fotografi , Mulas, il nostro amico Mario Dondero, Alfa Castaldi; artisti che hanno contribuito a cambiare il percorso della pittura e scultura italiana, poi diffusa in Europa e oltreoceano. Fontana, Piero Manzoni, Ettore Sordini, Angelo Verga, Dadamaino [..]
Io non capivo assolutamente niente di ciò che stava accadendo in quegli anni, e nessuno era in grado di capire e di prevedere il futuro e la sua importanza.
Ma sempre il caso?
Nel corso della visita di due grandi mostre, a Parigi, siamo stati attratti da due opere, una del 1906 e l’altra del 1914, abbiamo subito acquistato le cartoline: la prima riproduce un dipinto che si potrebbe dire informale e l’ altra un dipinto che si potrebbe far passare per astratto. È così che abbiamo capito che l’Arte – se è Arte – “oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe contenerla e indica il contenuto del futuro.””
Storia dei due collezionisti
Luigi Biscozzi, nativo di Salice Salentino, nonostante i suoi studi inerenti all’ ambito finanziaro, ha sempre coltivato un profondo interesse per l’arte, forse proprio grazie alle bellezze artistiche e alla cultura della bellezza ereditate dalla sua città, Lecce. Iniziò a collezionare opere d’ arte nel 1969 e solo un anno dopo conobbe colei che diventò sua moglie Domique Rimbaud, anch’ ella appassionata d’ arte.
Il loro amore sbocciò tra passioni ed arte condivisa, iniziarono a viaggiare insieme tra Biennali e mostre nazionali ed internazionali, ponendo uno sguardo anche verso il dibattito tra realismo, figurazione ed astrazione. In particolare nella loro vita, i due coniugi hanno collezionato più di 200 opere d’ arte di altissimo pregio di artisti contemporanei di riferimento all’ arte del 900. Decisero così di creare una loro fondazione la Fondazione Biscozzi-Rimbaud, e poi di coronare il loro sogno aprendo un Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud per mettere a disposizione dei cittadini di Lecce e del mondo parte del patrimonio artistico da loro custodito nel tempo.
Carlo Salvemini, sindaco di Lecce, ricorda la proposta di Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud:
“Circa un anno fa mi chiesero un incontro in Comune Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud.. Mi parlarono di un loro desiderio, a lungo coltivato, quello di realizzare a Lecce uno spazio dove poter offrire la propria collezione privata di opera di arte contemporanea, di grande e riconosciuto valore, e organizzare manifestazioni culturali e didattiche.
Mi manifestarono passione e urgenza. Fare una cosa bella e farla bene”. .
A distanza di qualche mese capii la ragione di quella fretta: la preoccupazione, (dati i tempi dei procedimenti amministrativi e le difficoltà inevitabili che si devono affrontare in progetti di questo tipo), di non fare in tempo a vedere realizzato il proprio sogno. Così è stato, purtroppo: Luigi Biscozzi è morto 84nne a settembre”.
“È straordinariamente importante che in una città del Sud si possa poter fruire di un investimento privato in campo culturale così importante. Da cittadino leccese ringrazio un grande salentino Luigi Biscozzi e sua moglie, Dominque Rimbaud, per la loro generosa scelta”.
Il sogno dei due coniugi finalmente coronato, sarà portato avanti grazie alla presenza di Dominique Rimbaud, presidente del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud, e sarà una testimonianza nel tempo di un gesto d’ amore per la città ma soprattutto per l’ arte, la cultura e per il patrimonio artistico culturale.
Mostra temporanea di Angelo Savelli: l’ artista del bianco
Con la mostra temporanea di Angelo Savelli si apre la programmazione museale dedicata alla conoscenza degli artisti del XX e XXI secolo. L’ artista del bianco prima di diventare tale ha subito una lenta e progressiva evoluzione artistica che lo ha portato a sintetizzare tutto il suo elaborato in opere di un unico colore: il bianco, la purezza, l’ inizio, “la rivelazione dell’ essere”.
Sono 23 i lavori presentati dell’ artista, collocabili tra il 1947 e il 1981, con un percorso impostato in ordine cronologico. Attraverso le sue opere si potrà percepire l’ elevazione pittorica e sentimentale dell ‘artista che da un’ arte figurativa e poi astratta e poi ancora Informale fatta di colori vivaci passa ad uno stato di quiete dell’ essere sottolineato dall’ uso del bianco che essenzializza le forme, innalzandolo come unico colore e indirizzandosi verso un’ arte monocromatica.
La mostra temporanea rispetta gli stessi orari e giorni di apertura del museo. Il biglietto integrale è di 5 euro, ridotto di 3 euro, comprensivi, anche, di visita dell’ esposizione permanente del museo.
Si può prenotare accedendo al sito ufficiale della Fondazione, cliccando a questo link: https://www.fondazionebiscozzirimbaud.it/it/prenota
Il sito del Museo della Fondazione Biscozzi-Rimbaud: https://www.fondazionebiscozzirimbaud.it/it/
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