Lo ius primae noctis non è mai esistito ed è una vera e propria bufala. Si tratta di una leggenda nata nel passaggio tra Medioevo e l’Età Moderna. Non ci sono fonti storiche che attestino l’esistenza di questo diritto e, in più, è menzionato nelle fonti medievali, né da parte delle autorità laiche né da quelle ecclesiastiche. Gli studiosi e gli antropologi che conoscono le leggi dei regni romano-barbarici non ne hanno mai trovato traccia.
Non vi sono testimonianze della reale esistenza e diffusione di tale diritto nell’Europa medievale, in particolare nelle fonti storiche di epoca medievale (e ce lo precisa an che il professore Alessandro Barbero), non è stata rintracciata alcuna menzione, né da parte delle autorità laiche (re e imperatori), né da parte di quelle ecclesiastiche.
Ma di cosa si tratta? Lo ius primae noctis, o diritto del signore, è uno dei miti riguardanti il Medioevo ed è anche la credenza più dura a morire. Consisterebbe nel diritto dei signori feudatari a consumare la prima notte di nozze al posto del marito.
L’espressione latina ius primae noctis (letteralmente diritto della prima notte), indicava un presunto privilegio che alcuni signori feudali dell’Europa medievale avrebbero esercitato sui loro contadini quando questi si sposavano. Conosciuto anche come diritto del signore, espressione derivante dal francese droit du seigneur, che in spagnolo veniva invece detto derecho de prenada.
Questo diritto avrebbe consentito al nobile di giacere con la sposa durante la prima notte di nozze al posto del marito. Una fantasia nata da equivoci e sorta tra il ‘400 e ‘500 riguardante un’interpretazione giuridica dei diritti feudali, condizionata dal pregiudizio negativo che gli studiosi del Rinascimento e dell’età Moderna avevano nei confronti del Medioevo.
Il Medioevo europeo non era un’epoca così barbara e buia come è stato tramandato, un mito al pari della credenza dello ius primae noctis. In questo periodo storico si sviluppò una raffinata tradizione giuridica con leggi, diritti e obblighi che regolavano la vita dell’epoca. Nell’enorme mole di conoscenze che possediamo, lo ius primae noctis non compare mai.
Un errore trasmesso nel film Braveheart
Naturalmente lo ius primae noctis non manca di essere menzionano e applicato nel celebre film Braveheart diretto e interpretato da Mel Gibson, del 1995, un film che ebbe molto successo soprattutto per la sua meravigliosa colonna sonora.
Ma quali furono gli errori? Come ogni film ambientato in epoca Medievale, non manca di inesattezze ed errori piuttosto significativi; come ben descritto precedentemente lo ius primae noctis (non una tassa di diritto sessuale, ma matrimoniale) è una cosiddetta bufala, re Edoardo I era probabilmente crudele quanto mostra il film, ma come la maggior parte dei sovrani medievali. La sua morte cinematografica è diversa da quella reale: nel film viene fatta coincidere con quella dell’eroe, ma nella realtà il re morì tre anni dopo Wallace.

L’esistenza di William Wallace ci è arrivata grazie al poeta Harry il cieco, vissuto due secoli dopo, alla fine del XV. Nella realtà era figlio di un nobile e non un contadino come nel film e non avendo il diritto della progenie per ereditare le terre, studiò presso lo zio: un religioso a Stirling. Si sposò, ma non in segreto, e la moglie non fu uccisa dagli inglesi.
Sophie Marceau nel film interpreta Isabella di Francia, la quale si innamora di Wallace. Nella realtà i due non si incontrarono mai, in quanto lei aveva 10 anni quando lui morì. Quando divenne regina, con la madre, organizzò l’assassinio del marito, re Edoardo II che sposò nel 1308, tre anni dopo la morte di Wallace.
Il colore blu per la battaglia sul volto degli scozzesi è un altro falso storico, quest’ultimo era un’usanza dei Pitti (druidi, celti, galli), popolo che abitava anche in Bretagna all’epoca dell’invasione romana. È vero che gli scozzesi ne hanno la discendenza, ma l’usanza era già perduta nel XIII secolo. Anche le cornamuse, all’epoca, non erano proibite in quanto simbolo del popolo, iniziarono a diventarlo nel XVIII secolo, con l’avvento degli ideali nazionalisti.
Passiamo a Robert the Bruce si discosta da quello reale sin dall’inizio. In realtà era un nobile, discendente diretto dei re scozzesi e non fu mai un codardo come viene ritratto nel film. Non fu un antagonista di Wallace, ma il suo erede nella causa; combatté sempre contro gli inglesi e fu suo padre che aveva giurato fedeltà a Re Edoardo I e lui non accettò mai di sottostare a Edoardo II. Anche dopo la sconfitta di Falkirk. Scappato in Irlanda, tornò e sconfisse definitivamente gli inglesi a Bannockburn, ma nove anni dopo la morte di Wallace.
Il kilt è uno dei costumi di scena più caratteristici del popolo scozzese, ma non in epoca Medievale. L’indumento tradizionale scozzese che ha origini nelle Highlands e la sua forma attuale risale al XVIII secolo. Wallace perse il padre a 20 anni, non da bambino.
Troviamo anche un’inesattezza ma del solo doppiaggio italiano. Durante la battaglia, al grido di presentazione di Wallace, un guerriero scettico obietta sul sull’aspetto del protagonista: “William Wallace è alto due metri!”. Il termine dell’unità di misura fu coniato solo nel corso del XVII secolo. Nella versione originale, invece, l’unità è corretta doveva essere 7 piedi.
La nascita della leggenda e della credenza, lo ius primae noctis
Nel corso del Rinascimento, tra il 1400 e il 1500, gli studi giuridici si svilupparono anche grazie alla riscoperta dell’antico diritto romano. Durante l’età Moderna, col rafforzamento delle monarchie assolute, in un contesto di centralizzazione del potere e di lotte per il controllo del territorio, iniziò un processo di erosione dei diritti feudali da parte dei re, con la finalità di esercitare maggiore controllo sui nobili (vedi Luigi XIV).
Questo fu il motivo per il quale i giuristi dell’epoca iniziarono a studiare con profondo interesse le leggi, i diritti e i doveri dei secoli precedenti. Ci furono dei casi dove questi non vennero appresi appieno, perché lo scorrere del tempo aveva cambiato o fatto dimenticare il significato preciso di alcune parole o concetti giuridici medievali latini e germanici. L’interesse a dimostrare come il passato fosse stato un periodo oscuro e oppressivo, e non fu difficile travisare alcuni diritti feudali.
Fra i tanti diritti che un signore esercitava fra i suoi contadini, la parte più importante era di natura economica. Coloro che lavoravano la terra erano tenuti a pagare un canone d’affitto al proprietario del terreno, ovvero il feudatario ( tra l’XI e il XII secolo), che aveva quindi tutto l’interesse a che i suoi servi continuassero a lavorare. In questo caso vigeva un diritto attestato nella Francia del 1200, dal quale veniva permesso (naturalmente da parte del feudatario) di porre un veto al matrimonio fra una delle sue contadine e un uomo proveniente da un altro villaggio, così da evitare problemi relativi all’eredità e alla successione dell’affitto del terreno.
Ogni accordo era a sé, come nel documento relativo al villaggio di Verson e datato al 1247, dove i contadini e il signore raggiunsero un accordo: dietro al pagamento di una tassa, il feudatario rinunciava al suo diritto di veto. Questo meccanismo secondo il quale i contadini pagavano tasse, fra cui quella sui matrimoni, in cambio della rinuncia a particolari diritti feudali è piuttosto comune negli ultimi secoli del Medioevo.
Alcuni esempi di tasse sul matrimonio scambiate per ius primae noctis dai giuristi sono il fodro e il culagium. Il fodro era una tassa pagata per finanziare le scuderie del re e la parola ha un’origine germanica, imparentata infatti col termine inglese fodder e cioè foraggio.
Alla fine del 1700, in Italia, uno studioso interpretò la parola fodro come una contrazione della parola fodero, interpretandola come un sinonimo dell’organo genitale femminile. La parola culagium invece deriva dal latino colligare, raccogliere, ed era usata nei testi giuridici medievali per indicare la colletta per il pagamento di alcune tasse nel regno di Francia, tra cui alcune sul matrimonio. Non cogliendo l’origine della parola, venne interpretata su base sessuale.
In epoca Moderna lo ius primae noctis si impresse nella cultura a tal punto che i nobili sostenevano che alcune tasse sul matrimonio dovute dai contadini esistessero perché i loro antenati del Medioevo avevano accettato di commutare il diritto dello ius primae noctis in cambio dell’imposta. Da allora in poi, lo ius primae noctis rimane come una fantasia utile ad accostare il Medioevo a un’epoca oscura.