I Longobardi furono un popolo germanico che migrò dalla Scandinavia meridionale verso l’Italia, arrivando nel 568 d.C. e fondando un regno che durò fino al 774 d.C., quando furono sconfitti da Carlo Magno. Il loro dominio in Italia ebbe un ruolo cruciale nel passaggio tra l’età classica e il Medioevo, contribuendo a formare la struttura politica e culturale della penisola. L’Italia fu divisa tra il loro regno, con capitale Pavia, e i territori bizantini, dando origine a una lunga divisione politica.

I Longobardi e l’Italia
Un popolo germanico, originario della Scandinavia, i Longobardi, dopo aver vagato da un capo all’altro dell’Europa, tra il 568 e il 569 giunsero in Italia attraverso il Friuli sotto la guida del re Albonio. A differenza delle altre popolazioni germaniche, i Longobardi non avevano avuto in precedenza contatti significativi con il mondo romano e il loro trasferimento dalla Pannonia (Ungheria) all’Italia non era stato concordato con l’imperatore Bizantino, neanche con un principio di ospitalità.
Per questo motivo la loro presenza si pose nei confronti della popolazione latina come una dominazione straniera; i Longobardi, infatti, tra tutti i popoli germanici, erano quelli rimasti più fedeli alle proprie origini, usi e costumi. Per cui non solo il re era ancora a stampo militare ed eletto dall’aristocrazia nei momenti di necessità, ma il suo potere era fortemente limitato dall’ordinamento tribale del popolo.
L’esercito si articolava in gruppi di guerrieri appartenenti a famiglie (fare) che si richiamavano a un antenato comune che, sotto la guida dei loro antichi, si muovevano con una certa autonomia sia in pace che in guerra. Erano sotto la guida dei loro duchi (equivalente dei conti) e si stanziavano nei territori via via conquistati.
Il grosso dei territori longobardi, come il Ducato di Spoleto, risiedeva in: Italia padana, Piemonte (Pedemonte), Friuli, Trentino e Toscana. I Bizantini, invece, riuscirono a mantenere il controllo su Rimini, Ravenna, Fano, Sanigallia e Ancona (Pentapoli) e la Pentapoli con Roma. Conservarono anche le isole come Sicilia, Sardegna e Corsica, il litorale veneto, l’Istria, le coste liguri e toscane e, sempre la parte costiera, da Civitavecchia ad Amalfi.
L’incompletezza della conquista longobarda non fu dettata solo dal controllo costiero bizantino, ma anche dallo spirito di autonomia de duchi, i quali dopo la scomparsa di Albonio, rinunciarono per ben dieci anni a darsi un nuovo re. Questo fu il periodo della cosiddetta anarchia militare, in cui le condizioni di vita della popolazione latina dovettero essere molto difficili.
Grazia agli apporti dell’archeologia medievale e degli studi linguistici, si è a conoscenza che, comunque, la conquista longobarda abbia preso grandi aree con forti insediamenti, come per esempio la Lombardia, l’unica regione italiana che abbia tratto il suo nome da un popolo germanico, dove molti proprietari romani furono uccisi e le loro terre requisite. Questi ultimi vennero ridotti o in schiavitù o privati della capacità politica.
Italia, culla della romanità, fu quella che ricevette l’impatto più traumatico con il mondo germanico. Possiamo definire una frattura con il mondo passato, tale da non essere solo vista dall’inferiorità giuridica e politica della popolazione latina, ma anche dall’organizzazione del territorio. I Longobardi, convertiti da poco e in maniera approssimativa dal politeismo e al Cristianesimo ariano, mostrarono di non aver alcun riguardo nei confronti della Chiesa cattolica, non facendo distinzioni tra matrimoni ecclesiastici e quelli privati.
Ma va sottolineato che i Longobardi non solo ebbero come punti di riferimento le città romane, come nei cimiteri, anche se si distinguono le tombe longobarde.
I Longobardi, con la trasformazione in proprietari terrieri e la necessità di difendere i beni, furono ben presto indotti a darsi un ordinamento politico più stabile ed evoluto. Finirono così per volgersi verso il modello romano, con conseguente rafforzamento del ruolo del re.
Per gestire i beni della Corona, furono creati degli appositi funzionari, i gastaldi, i quali, col tempo, limitarono i poteri dei duchi; sempre nell’esercizio del loro potere i sovrani longobardi si avvalsero di un’altra categoria, i gasindi, ricambiando la loro fedeltà con ricchi doni.