Luce sull’archeologia è uno spazio in cui il teatro si trasforma in un’aula universitaria e si entra nel vivo della storia delle Città Romane. L’iniziativa è giunta all’ottava edizione ed è dedicata al tema della città. Luce sull’archeologia. Città Romane. Idee, realtà e utopie nel mondo antico, questo il titolo completo dell’edizione, composta da 7 appuntamenti che si terranno ogni domenica mattina alle ore 11 a partire dal 6 febbraio fino all’8 maggio.
Gli incontri saranno introdotti da Massimiliano Ghilardi e saranno caratterizzati da una serie di interventi di vari studiosi che andranno ad esplorare il processo di formazione delle città, attraverso l’analisi delle strutture urbanistiche, insediamenti agricoli, fortificazioni.
Luce sull’archeologia, incontro del 6 febbraio: Atene, Capua, città ideale, città reale
I relatori di questo incontro sono stati il Professore Emanuele Greco dell’Università degli studi di Napoli l’Orientale-Fondazione Paestum, la Professoressa Annalisa Lo Monaco, Università degli studi di Roma La Sapienza, Francesco Sirano, Direttore del Parco Archeologico di Ercolano. Claudio Strinati ha offerto un suo contributo su Rubens, l’analisi del quadro la morte di Seneca.
Luce sull’archeologia: Atene: la formazione della più grande città del mondo greco classico, intervento del Professor Emanuele Greco
La nascita delle città greche è legata al Tempio. Nell’età del bronzo è inserito nel Palazzo, mentre nell’VIII secolo il Tempio esce dal Palazzo. L’Acropoli è così costituita dal Tempio e dall’Agorà.
L’Agorà non risulta in attività prima del VI secolo a.C. Essa era lo spazio politico per eccellenza, non solo una piazza. Successivamente le Assemblee politiche si svolgevano sopra i colli, mentre l’Agorà divenne la piazza vera e propria e fu dedicata al commercio.
Il Partenone non è solo un tempio, ma ha la funzione di conservare la statua crisoelefantina della Dea Atena. La cella è decorata con un fregio che rappresenta la celebre processione detta Panatenea, attraverso la quale le fanciulle in età da marito portavano il peplo alla Dea Atena. Per approfondimenti su questo argomento leggi il mio articolo a questo link.
Andreas M. Steiner e la “collina panciuta”
Andreas Steiner mostra al pubblico le immagini di un luogo brullo e disabitato che si trova nella Turchia Sud-orientale, nell’alta Valle dell’Eufrate. Si tratta dell’antica Edessa (così la chiamò Alessandro Magno), mentre oggi si chiama Urfa ed è circondata da colline di pietra.
“La Collina panciuta” è caratterizzata da grandi stele poste in circolo che cronologicamente precedono le Piramidi di Giza e lo Stonehenge. Dall’osservazione di questa struttura ci rendiamo conto che si tratta di una società con una stratificazione sociale, dove erano presenti i concetti di potere e predominio e il culto degli antenati. Era una società ancora Paleolitica che affrontava le prime crisi ambientali e si avviava verso la Rivoluzione Neolitica che investì l’area della Mezzaluna fertile.
Luce sull’Archeologia: la città dei tre cuori. Capua antica tra Etruschi, Sanniti, Romani, intervento di Francesco Sirano
La leggenda legata alla sua nascita è simile a quella romana poichè sembra che il suo fondatore Telefo fu allattato da una cerva sacra alla dea Diana. Sulla data della nascita di Capua non c’è un accordo tra gli studiosi poichè alcuni sostengono che nacque nell’800 a.C., altri 260 anni prima della conquista romana.
Aveva dei templi come quello di Giove Tifatino, situato sul Monte Tifata e il tempio di Diana Tifatina, dove oggi sorge Sant’Angelo in Fabbris, un capolavoro dell’architettura longobarda.
Il Foro si suddivide in Foro Politico, detto Piazza Albana e Foro Seplasia, dove c’erano le botteghe dei profumieri.
Luce sull’Archeologia: Annalisa Lo Monaco, dall’utopia alla realtà: la città ideale, immaginata e raffigurata e la città reale
Annalisa Lo Monaco attraverso delle opere letterarie come L’Iliade e L’Odissea ricostruisce le caratteristiche comuni delle città: la porta di entrata, le mura alte e l’agorà.
Attraverso la testimonianza delle Satire di Giovenale, mette in luce il fatto che anche le antiche città avevano problemi legati al traffico, all’edilizia privata, all’aria malsana e ai vari pericoli della notte. Il traffico era quello legato ai carri trainati dagli animali e al trasporto dei blocchi di marmo.
Claudio Strinati: Rubens, la morte di Seneca
Durante questi incontri Claudio Strinati parlerà di un’opera d’arte. Nell’incontro di oggi, 6 febbraio ha parlato di Rubens e della sua opera, La morte di Seneca. Il quadro è datato intorno al 1610 ed è un dipinto su tavola, tipico del Rinascimento. La tela, come sottolinea Strinati, era utilizzata per opere mobili e cerimoniali.
Molto probabilmente La Morte di Seneca è un’opera giovanile, realizzata durante il suo viaggio in Italia, o appena rientrato dall’Italia. Il critico definisce l’opera “carica di informazione che va al di là della bellezza”, caratteristica dell’opera d’arte deve essere infatti l’eloquenza e la capacità di far parlare.
Seneca è raffigurato nel m0mento in cui tenta il suicidio perchè accusato di essere coinvolto in una congiura ai danni di Nerone. Le sue gambe sono immerse in una tinozza d’acqua calda che doveva facilitare il dissanguamento. La fonte di ispirazione figurativa per Rubens fu una statua antica che all’inizio del 600 entrò nella collezione Borghese e ora si trova al Museo del Louvre. Per quanto riguarda la fonte letteraria, egli si ispirò agli Annali di Tacito.
Caro Icrewer, se sei interessato a questa iniziativa consulta il sito del Teatro Argentina per informazioni e prenotazioni.