Il Machu Picchu o Machu Pikchu, dai termini QUECHA MACHU che significa “vecchio” e PIKCHU che significa “montagna”, è uno straordinario sito archeologico che si trova in Perù nella valle dell’Urubamba a circa 2.430 metri di altitudine.
La leggendaria città perduta è conosciuta sia per le sue imponenti ed originali rovine, sia per l’impressionante vista che si ha sulla valle sottostante. Una delle sette meraviglie del mondo moderno, il sito fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Situata tra le Ande e la foresta Amazzonica, la gola di Picchu fu colonizzata da popolazioni montane provenienti dalle aree di Vilcabamba e della valle Sacra, erano in cerca di espansione alle loro frontiere agricole.
Le prove archeologiche indicano che l’agricoltura fu praticata nella regione almeno dal 760 A.C. Si suppone che la città sia stata costruita dall’imperatore inca Pachacùtec , intorno al 1440 e sia rimasta abitata fino al 1532. La posizione della città era un segreto ben custodito in quanto i profondi dirupi erano la sua difesa naturale migliore. Infatti una volta abbandonata, la città venne inghiottita dalla foresta e rimase nascosta per ben 400 anni entrando nella leggenda. Venne poi riscoperta nel 1911 dal professore Hiram Bengham. Quest’ultimo nacque sulle isole delle Hawai e durante la sua adolescenza si trasferì negli Stati Uniti per proseguire gli studi. Divenne professore di storia e di politica ad Harvard e Princeton, proprio durante il suo insegnamento divenne esploratore. Birgham, da sempre ossessionato per il mito della città perduta , nel 1911 organizzò una spedizione e fu proprio in questa occasione che riportò alla luce le vecchie rovine di Macchu Picchu, entrando nella storia. Secondo alcuni archivi peruviani, scoperti nel 2008, si evince che il vero scopritore fu Augusto Berns , avventuriero e trafficante tedesco. Il complesso di Macchu Pichuu era diviso in due grandi sezioni, vediamo quali.
ZONA AGRICOLA: composta da grandi terrazze, costruita da un muro di pietra e riempite da diversi materiali quali pietre, ghiaia, argilla e terra di coltivazione. La loro funzione, però non era solo agricola bensì esse erano destinate a sostenere la città posta per l’appunta in cima alla montagna.
ZONA URBANA: la zona urbana è stata divisa, dagli archeologi moderni, in due sezioni ossia una parte anteriore ed una inferiore e suddivisa in strutture che vanno dal numero 1 al 18. Al centro vi era la Plaza Alagrada. Il complesso era costituito da laboratori, abitazioni e cucine. La più rilevante era la residenza reale , composta a sua volta da due appartamenti. Tra i monumenti di sicuro interesse ricordiamo il tempio del Sole, dove per l’appunto si può ammirare lo spettacolo durante gli equinozi. Si dice che quest’ultimo fu costruito proprio per legarvi il sole durante l’equinozio. La meravigliosa città perduta è senza dubbio una meta turistica alla quale non si può non andare almeno una volta nella vita. Avvolta nel mistero e da un velo di magia continua ad affascinare gli storici e archeologi odierni.