Magenta da un centesimo. Non occorre dire altro perché anche in chi non ha mai sfogliato un album di francobolli, questo riferimento non riporti indietro nel tempo, nella Guyana, sulle tracce di un piccolo francobollo, che poi proprio francobollo non era, color Magenta che dal giorno della sua emissione nell’anno 1856 , non fa che far parlare di sé.
Il 10 giugno prossimo a New York, presso la sede della celebre casa d’aste Sotheby’s, andrà all’asta, con una stima iniziale di tutto riguardo e i collezionisti di tutto il mondo, i più facoltosi naturalmente, fremono per l’inaspettato quanto insperato evento.
Per raccontare la storia di questo pezzettino di carta color Magenta e per meglio comprendere l’attenzione che nel corso dei secoli si è attirato intorno, bisogna tornare indietro nel tempo e spostarsi in Sudamerica, nell’allora colonia britannica della Guyana.
Come sempre le storie più belle e questa lo è, almeno nella parte iniziale, si fregiano sempre di un piccolo errore, la famosa mano del destino che a volte sembra proprio non voler fare a meno di intervenire.
Era la seconda metà del 1800 e alla ridente colonia britannica della Guyana fu vietato di continuare a produrre da sé i francobolli di cui necessitava. Dal 1853 con ingiunzione del Governo britannico, i francobolli sarebbero arrivati via mare come tutte le merci.
Per qualche anno la nuova modalità non creò problemi quanto ad approvvigionamenti, le scorte arrivarono puntuali secondo il fabbisogno.
Finché nel 1856 qualcosa sembrò non andare per il verso giusto. Quali fossero i reali motivi non li sappiamo né a distanza di tanti anni è facile far luce ma sta di fatto che in tutta la Guyana non si trovò più un francobollo.
Le rimostranze verso il governo britannico da parte del Governatore e del Direttore delle Poste, non tardarono a farsi sentire e oltremodo vigorose, tant’è che furono autorizzati a sopperire a tale mancanza producendo in proprio ma per il tempo strettamente necessario all’arrivo dei rifornimenti, francobolli in proprio.
Ormai però la filiera che in anni precedenti aveva permesso alla colonia di stampare da sé valori bollati era irrimediabilmente in disuso, tanto che si decise di coinvolgere una tipografia e stampare un surrogato di francobollo dal valore di 1 e 4 centesimi, su cartoncino.
L’esperimento però non fu dei più riusciti perché la risultanza del lavoro fu scarsamente apprezzata dal committente Governatore il quale però trovandosi nella condizione di estremo bisogno, dopo una lunga riflessione con il postmaster, decise di dare comunque emissione ufficiale a quanto prodotto in luogo dei regolari francobolli.
Da una casualità nacque il Magenta da un centesimo e fu subito caccia alla rarità
L’esemplare da 1 centesimo fu stampato in color Magenta mentre quello da 4 centesimi risultò di colore blu.
Esattamente il primo giorno in cui la vendita fu autorizzata, arrivò in porto la nave britannica, con il suo carico dei francobolli ordinari.
Questo fatto immediatamente fece bloccare la vendita dei surrogati stampati in proprio ma nonostante il repentino intervento, ormai alcuni pezzi erano già stati venduti, anche se in ragione di poche unità, senz’altro maggiori per il tagliando da 4 centesimi.
La voce si sparse in men che non si dica e fu da subito caccia agli esemplari venduti ma senza iniziale esito positivo.
Fu qualche anno più tardi che il Magenta da un centesimo ricomparve nelle mani di un bambino di 12 anni che lo ritrovò incollato ad una delle lettere di suo nonno. Ingenuamente prese un paio di affilatissime forbici e contribuì suo malgrado e ingenuamente a danneggiare per sempre il piccolo pezzettino di carta color Magenta ma lui, immaginiamo felicissimo, lo attaccò nel suo album di francobolli.
Da qui il Magenta da un centesimo cominciò a viaggiare, anche se non proprio da francobollo, passando di mano in mano per cifre sempre maggiori.
A sua insaputa era diventato una star mondiale, poiché unico esemplare al mondo esistente ma chiuso in una teca e così ahimè resterà per sempre.