Manlio Rho. Sintesi dell’astratto. La pittura di Manlio Rho e il suo archivio è il titolo della mostra che la Pinacoteca Civica di Como ospiterà fino al 6 febbraio 2022.
Un omaggio al pittore comasco che rappresenta senza ombra di dubbio uno dei maggiori esponenti dell’arte astratta in Italia.
Curatrice della mostra è Elena Di Raddo, critica e storica dell’arte, professore associato presso l’Università Cattolica di Milano, dove insegna Storia dell’Arte Contemporanea per la Facoltà di Lettere dell’Università Cattolica di Brescia e di Milano e che in quest’occasione ha trovato una fattiva collaborazione con l’Archivio Manlio Rho, mentre l’allestimento è dell’architetto Paolo Brambilla.
La mostra sarà visitabile fino al 6 febbraio del prossimo anno, e partecipa i suoi contenuti grazie al patrimonio dell’Archivio Rho, gestito e conservato direttamente dai familiari dell’artista, con un impegno maggiore da parte dal figlio Enzo, coadiuvato dal nipote Giovanni.
Questa mostra su Manlio Rho si prefigge il fine di approfondire alcuni degli aspetti caratteristici della pittura astratta dell’artista comasco e lo fa con un percorso attraverso alcune delle sue opere tra le più esemplari, affiancate a studi preparatori e a varianti nell’ambito dello stesso lavoro.
Tutto questo per cercare di estrapolare proprio il senso del metodo, attraverso cui l’artista riusciva a mettere in perfetto equilibrio colori e forme.
Un metodo questo di Manlio Rho che giunge al suo perfezionamento artistico solo grazie ad un attento e minuzioso studio delle regole geometriche, affiancato anche all’approfondimento su capolavori del passato, che abbracciano l’intera storia dell’arte, senza tralasciare inoltre minuziose ricerche sull’Astrattismo europeo e delle arti applicate, prima fra tutte quella usata nel campo della moda con i disegni dei modelli.
Palazzo Volpi fa rivivere lo studio di Manlio Rho
Non solo dipinti ma anche schizzi, lucidi e varianti delle opere su tela, a cui si affiancano per la mostra su Manlio Rho anche i suoi apprezzati studi sul colore su progetto elaborato per l’Ente Moda di Torino, proposto come sostanziale rielaborazione dei colori attinti da vari artisti e in epoche diverse.
Un’ intera sala a sé è stata riservata per ospitare la ricostruzione esatta dello studio del maestro, completa di oggetti e documentazioni, sempre tratte dal suo archivio e ammobiliata con pezzi realizzati da disegni dello stesso Rho.
Tutto è riprodotto fedelmente assicurano dalla direzione della mostra, tanto che sugli scaffali della riproduzione dello studio del pittore sono presenti libri, fotografie, riviste nazionali e internazionali che testimoniano direttamente anch’esse la moltitudine delle fonti dalle quali egli attingeva, così come era d’ispirazione a tutto tondo per chi quello studio lo frequentava, sia in qualità di amico che come collega.
Il suo studio infatti, era si per l’artista un luogo di lavoro e approfondimento, dove senz’altro concepì ed ebbe modo di plasmare il suo riconoscibile stile ma era anche un vero e proprio punto di ritrovo di amici e artisti che alla Como di quegli anni, diedero un’impronta di vivacità al passo con il clima europeo che aleggiava negli anni Trenta e Quaranta.
Stiamo parlando di pittori del calibro di Mario Radice, Carla Badiali, Carla Prina, Cordelia Cattaneo, Aldo Galli e architetti quali Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Piero Lingeri, Alberto Sartoris che in qualche modo rivivranno anch’essi nella trasposizione dello studio di Manlio Rho allestita all’interno della Pinacoteca Civica.
All’interno dello spazio contemplativo posto al primo piano della Pinacoteca è possibile per tutti ammirare un autoritratto di Manlio Rho che realizzazione nel 1921, facente parte integrante dall’Archivio gestito dalla famiglia.
La contemplazione è stata allestita in modo da dare quasi l’impressione di avere un incontro privato, faccia a faccia con l’artista in una singolarissima prospettiva sensoriale.
Va ricordato noltre che all’ultimo piano di Palazzo Volpi, sede della Pinacoteca Civica, nella sezione Novecento, sono ospitate in modalità permanente ben due opere di Rho.
Una di queste è proprio la Composizione 50/218, olio su compensato del 1950, di inestimabile valore ed esposta alla VI Quadriennale d’arte nazionale di Roma, come si evince dall’attestato di partecipazione anch’esso esposto tra i vari documenti che completano la mostra.