Un’opera tra le più raffinate del Settecento francese, Il Melone Tagliato di Jean Siméon Chardin, è finalmente entrata nelle collezioni del Kimbell Art Museum di Fort Worth, Texas. Dopo una lunga vicenda fatta di aste record, colpi di scena e restituzioni inattese, il dipinto è ora esposto nella galleria dedicata alle nature morte francesi tra XVII e XIX secolo. Ma perché questa acquisizione è così significativa?
Un Chardin desiderato da tempo
Chi conosce anche solo un frammento dell’arte francese del Settecento, sa quanto il nome di Jean Siméon Chardin evochi sobrietà, silenzio e una pittura che sfiora il metafisico. Il direttore del Kimbell, Eric Lee, lo ha detto chiaramente: “Non è un segreto che da tempo sperassimo in una grande natura morta di Chardin per il museo.” E il sogno si è finalmente realizzato.
Il Melone Tagliato è datato 1760. Un olio su tela di forma ovale — elemento raro e prezioso — che ha mantenuto intatta persino la cornice originale risalente all’esposizione al Salon del 1761. La tela era stata battuta all’asta da Christie’s a Parigi nel giugno 2024 per la cifra record di 26,7 milioni di euro, diventando così il dipinto del XVIII secolo francese più costoso mai venduto. Ma la storia era tutt’altro che chiusa.
Quando la bellezza si scontra con la burocrazia (e gli imprevisti)
Chi si è aggiudicato l’opera all’asta? Un imprenditore immobiliare italiano residente a Saint Moritz, tale Nanni Bassani Antivari. Ma il colpo di scena arriva subito dopo: il vincitore non paga nemmeno un euro. Christie’s è costretta a intentare causa a Parigi, chiedendo un risarcimento di 195.000 euro. E l’opera torna così ai mittenti: i Rothschild, leggendaria dinastia di collezionisti d’arte.
A questo punto entra in scena, di nuovo, il Kimbell. Che, da “secondo offerente” (underbidder), riesce a portare avanti una trattativa diretta con i Rothschild, escludendo del tutto la casa d’aste. Il prezzo finale non è stato reso noto, ma fonti vicine alla trattativa parlano di una cifra inferiore al martelletto di 23 milioni, ma comunque ben superiore alla stima iniziale di 8-12 milioni.
Un’opera con una storia da raccontare

Il fascino de Il Melone Tagliato non si esaurisce nella sua bellezza pittorica. Questa tela era parte di un dittico, abbinata a una natura morta con albicocche sotto spirito, oggi conservata all’Art Gallery of Ontario, a Toronto. Le due opere furono acquistate da Jacques Roëttiers, orefice di corte di Luigi XV, e successivamente confluirono nella celebre collezione Marcille.
Nel 1876, il melone finisce tra le mani di Charlotte de Rothschild, vedova del barone Nathaniel, e rimane nella famiglia per quasi 150 anni. Una provenienza illustre che ne accresce non solo il valore economico, ma anche quello culturale.
La rivincita del Kimbell dopo la delusione per le Fragole
Per il Kimbell si tratta di una vittoria che sa di riscatto. Solo un anno prima, il museo era riuscito a vincere l’asta per un’altra opera di Chardin, una natura morta con fragole selvatiche. Ma quella volta, l’export venne bloccato dalla Francia: lo Stato dichiarò l’opera “tesoro nazionale” e il Louvre riuscì a trattenerla, grazie a una campagna di crowdfunding da 24,3 milioni di euro con 10.000 donatori.
Il museo texano, però, non si è arreso. E oggi può finalmente accogliere tra le sue pareti un’opera che non solo completa il racconto dell’arte francese del XVIII secolo, ma rappresenta anche una pagina di storia del collezionismo e delle dinamiche globali dell’arte.
Una pittura che non smette di interrogarci

Cosa rende grande un artista come Chardin? La risposta non sta solo nella tecnica — impeccabile — o nella composizione — calibratissima. Sta in quel senso di quiete, in quella sospensione del tempo che ti costringe a guardare, a soffermarti, a sentire. Come se un semplice melone tagliato potesse, da solo, raccontare un secolo intero.
Chardin è stato capace di restituire dignità poetica agli oggetti più umili. E forse è proprio questo il segreto della sua attualità: una semplicità solo apparente, che ci sfida ancora oggi.
E tu? Hai mai visto dal vivo una natura morta che ti ha fatto fermare il respiro? Raccontacelo nei commenti o condividi questo articolo con chi ama l’arte senza tempo.
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