Milano, da sempre uno dei più importanti poli culturali d’Italia viene raccontata in questi giorni nella mostra al Castello Visconteo Sforzesco di Novara inaugurata il 22 ottobre e che proseguirà fino al 12 marzo dal titolo: Milano da Romantica a Scapigliata.
L’esposizione è organizzata dal Comune di Novara, Fondazione Castello e Mets Percorsi d’Arte con il patrocinio di Regione Piemonte, Commissione Europea, Provincia di Novara, Comune di Milano, il principale Sponsor è il Banco BPM.
La mostra è curata da Elisabetta Chiodini il cui lavoro è coadiuvato da un comitato scientifico composto da Niccolò D’Agati, Fernando Mazzocca, Sergio Rebora.
Il percorso espositivo narra con più di 70 capolavori, i principali movimenti artistici attivi nell’arte figurativa nella Milano dell’Ottocento, percorsa da diversi fermenti politici.
Milano nell’Ottocento
Qual era il clima politico della Milano dell’800? Milano aveva subìto la caduta del Regno napoleonico d’Italia, successivamente fu costituito il Regno del Lombardo-Veneto con la seconda dominazione austriaca, le prime rivolte popolari e le guerre di indipendenza.
Tuttavia la città confermò sia negli anni del Risorgimento, sia nell’età postunitaria la sua vocazione di crocevia culturale e artistico.
Nel 1864 fu inaugurata, in presenza del Re Vittorio Emanuele II, la Stazione Centrale, mentre nel 1865 fu inaugurata la Piazza del Teatro alla Scala.
Attraverso le 8 sezioni in cui si articola il percorso espositivo si svolge così il dialogo con tutti questi fermenti che alimentarono Milano.
L’apertura della mostra riveste così la funzione del Prologo di un’opera letteraria che si dipana tra immagini e citazioni letterarie e mostra il forte legame tra le due forme artistiche. Non poteva dunque mancare Hayez, figura chiave del Risorgimento, con l’Imelda de Lambertazzi eseguita nel 1853 e ispirata al romanzo I Lambertazzi e i Geremei di Defendente Sacchi. L’opera gli fu commissionata dal collezionista Giovanni Masciaga e storicamente riprende una lotta tra Guelfi e Ghibellini nella città di Bologna, caratterizzata dai temi dell’amore e della morte. Il soggetto aveva già avuto successo negli anni 20 dell’800, all’epoca dei primi moti di indipendenza e ancor prima di essere trattato da Sacchi e Hayez.
La Milano romantica e la sua “Pittura urbana” (Prima sezione)
Il termine “Pittura urbana” venne coniato nel 1829 da Defendente Sacchi per dare una definizione ad un tipo di pittura prospettica portato al successo dal pittore Giovanni Migliara, autore delle opere Veduta di Piazza del Duomo in Milano, 1828, dalla Collezione di Fondazione Cariplo e la Veduta dell’interno del I.R. Palazzo del Governo, del 1834.
Seguono inoltre le opere di Giuseppe Elena, Veduta di piazza della Vetra in Milano, 1833, dalla Collezione di Fondazione Cariplo, Luigi Premazzi e Luigi Bisi.
Sono presenti varie opere di Giuseppe Canella tra cui Veduta del canale Naviglio presa sul ponte di San Marco, 1834, dalla Collezione di Fondazione Cariplo e Angelo Inganni con La veduta di Piazza del Duomo con il coperto dei Figini, opera che fu realizzata nel 1839 per l’Imperatore Ferdinando I D’Austria. Inganni è inoltre ricordato per le sue “nevicate”, una delle prime fu La colonna di San Martiniano al Verziere con neve cadente, del 1845.
Milano viene qui rappresentata agli inizi della sua trasformazione urbanistica, quando cominciarono a delinearsi i quartieri che oggi conosciamo: I Navigli, San Babila, Corso Vittorio Emanuele, La Scala, il Verziere.
Sezione II, Milano e i suoi protagonisti
Nella seconda sezione, attraverso la ritrattistica andiamo a scoprire i volti dei protagonisti del tempo. Oltre ad Hayez, tra i maggiori ritrattisti del tempo troviamo le opere di Giuseppe Molteni con Il ritratto di Alessandro Manzoni.
Di Hayez troviamo invece Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe, che fu esposto a Brera nel 1833. Oggi è di proprietà dell’Azienda socio-sanitaria territoriale di Lodi e concessa in comodato a Intesa San Paolo.
Ci sono inoltre i lavori di Giovanni Carnovali, conosciuto come il Piccio, Carlo Arienti con il Ritratto del conte Carlo Alfonso Schiaffinati in abito da cacciatore del 1834, i fratelli Domenico e Gerolamo Induno con L’offerta (1836) e Scioperatella (1851).
Sezione III, Le Cinque giornate di Milano
La terza sezione è dedicata alle Cinque giornate di Milano e contiene opere di Carlo Bossoli, vedutista di origine ticinese, si formò a Odessa, ma arrivò a Milano nel 1843 e conquistò la sua fama con la rappresentazione delle Guerre di indipendenza, in particolar modo con Carlo Alberto al balcone di Palazzo Greppi, dal Museo del Risorgimento di Milano. Di Carlo Canella possiamo invece trovare Porta Tosa in Milano (il 22 marzo 1848), che proviene dalla collezione Intesa Sanpaolo.
Presente inoltre Baldassarre Verazzi con Episodio delle cinque giornate, Combattimento presso Palazzo Litta, proveniente dal Museo del Risorgimento di Milano.
Sezione IV La Storia narrata dalla parte del Popolo
In questa sezione troviamo di nuove le opere dei Fratelli Induno che descrivono in maniera accurata le umili dimore del popolo milanese, poiché all’epoca il divario tra le classi sociali era molto accentuato. Ricordiamo in particolar modo Pane e lacrime di Domenico Induno.
Sezione V Il rinnovamento del linguaggio: dal disegno al colore
In questa sezione troviamo tutti quegli artisti che cercarono di rinnovare il linguaggio pittorico attraverso una ricerca sul colore.
Possiamo trovare le opere di Eleuterio Pagliano con Il libro di preghiere, Giuseppe Bertini con Ofelia entrambi provenienti dai Musei civici di Varese, il Piccio con il Ritratto di Gina Caccia, Federico Faruffini con Toletta antica.
Sia Faruffini che Pagliano furono i primi ad aggiornarsi sulle ricerche sul colore e la luce. Faruffini durante un lungo soggiorno romano entrò in contatto con Domenico Morelli, Bernardo Celentano e Saverio Altamura.
Filippo Carcano, allievo di Hayez cercò di elaborare un nuovo linguaggio alla ricerca del “vero” soprattutto nell’opera Giardino con effetto di sole, del 1867-1868.
Sezione VI Filippo Carcano: La pittura “scombiccherata” e “impiastricciata”
Questa sezione è dedicata alle sperimentazioni di Filippo Carcano, la cui pittura fu incompresa poiché egli usava il solo colore, rifiutando così il disegno accademico. La critica dell’epoca definì la sua pittura: “una pittura filacciosa, senza contorni di sorta, quasi senza piani e senza prospettiva”.
Se da un lato non fu compreso, dall’altro attirò numerosi seguaci tra i quali ricordiamo Giuseppe Barbaglia, Vespasiano Bignami (1841-1929) con l’olio Viale delle balie o Nei vecchi giardini, del 1877, dalla Collezione del Banco BPM, Mosè Bianchi.
Sezione VII: Verso la Scapigliatura
In questa sezione troviamo le opere di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni prima della loro evoluzione verso la Scapigliatura.
Di Tranquillo Cremona possiamo trovare Amaro calice, del 1865, dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, il Ritratto di Alberto Pisani Dossi, del 1867, dalla Casa Museo Pisani Dossi di Corbetta e il Ritratto di Nicola Massa Gazzino del 1867-1869, dai Musei Civici di Pavia.
Di Daniele Ranzoni troviamo Ritratto della sorella Virginia, 1863-1864 proveniente dalla Galleria
d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni di Novara e il Ritratto di donna Maria Padulli in Greppi,del 1869.
Sezione VIII: la Scapigliatura
Quest’ultima sezione raccoglie i lavori scapigliati di Cremona e Ranzoni. Del primo troviamo Melodia e In ascolto, eseguite tra il 1874 e il 1878 e commissionate dall’industriale Andrea Ponti.
Di Ranzoni troviamo Ritratto della signora Luigia Pisani Dossi, che fu esposto a Brera nel 1880, Giovinetta inglese, 1886 e Ritratto di Antonietta Tzikos di Saint Leger, presentato la prima volta al pubblico nella primavera del 1886, in occasione della mostra organizzata per l’inaugurazione della nuova sede della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente.
All’interno di questa sezione ci sono anche le opere scultoree di Giuseppe Grandi: La Pleureuse (1875-1878) e
Beethoven giovinetto (1874).
Orari delle visite
Martedì – domenica 10,00 – 19,00, La biglietteria chiude alle 18,00
Aperture straordinarie:
Martedì 1 novembre, giovedì 8 e lunedì 26 dicembre, domenica 1, venerdì 6 e domenica 22 gennaio
Chiuso: sabato 24, domenica 25 e sabato 31 dicembre.
Biglietti
Intero € 14,00, Ridotto € 10,00. Visitatori dai 20 ai 26 anni e over 65, Soci TCI Touring Club e FAI, Soci di “Abbonamento Musei Lombardia Valle d’Aosta”, Giornalisti con tesserino ODG con bollino dell’anno in corso non
accreditati dall’ufficio stampa, Soci di altri enti convenzionati muniti di tessera, Insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado
Promozione famiglia – Accompagnatori (massimo 2) di ragazzi dai 6 ai 19 anni (Biglietto ridotto)
Promozione cupola – Visitatori della Cupola di San Gaudenzio (Biglietto ridotto)
Ridotto Gruppi € 10,00 Gruppi composti da almeno 10 persone (Prevendita obbligatoria)
Ridotto ragazzi € 6,00: Ragazzi dai 6 ai 19 anni
Gratuito: Minori di 6 anni, Disabili muniti di certificazione, Guide turistiche abilitate con tesserino di riconoscimento, Giornalisti accreditati dall’Ufficio Stampa, Insegnanti accompagnatori di gruppi composti da almeno 10 studenti, Soci di “Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta” e “Abbonamento
Musei Formula Extra”.
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Per il singolo visitatore puoi acquistare i biglietti su www.vivaticket.com.
Per i gruppi puoi mandare una mail a gruppi@vivaticket.com