Mina e Battiato, due grandi artisti della musica leggera italiana che in questa settimana hanno festeggiato i rispettivi compleanni. Ottanta anni per Mina, settantacinque anni per Franco Battiato.
La nostra redazione vuole celebrarli avvalendosi del contributo di due speaker di http://radioeklisse.it/, Francesca Targa e Marco Giannini, autori e conduttori del programma Disco-Nesso basato su un tema guida sul quale scegliere una selezione musicale nel corso di ogni puntata che va in onda il sabato alle ore 11 e dura un’ora e mezza.
A nome di Icrewplay.com arte ho voluto trovare un nesso con questi speaker e artisti della scena teatrale. A causa dell’emergenza Covid19 siamo tutti costretti a casa. Nonostante ciò abbiamo il comune intento di intrattenere e trasmettere scintille di arte e cultura ai nostri spettatori, attraverso la nostra scrittura e le nostre voci. Quale occasione migliore se non un’unica festa virtuale per celebrare Mina e Battiato e ricostruire e modellare le sceneggiature e i copioni delle nostre vite accrescendo le nostre risorse interiori?
Caro lettore e ascoltatore benvenuto in questo appuntamento settimanale in cui web radio e giornalismo web collaborano per alimentare la fiamma dell’energia positiva e delle emozioni che arrivano dirette ed immediate grazie alla musica. Accompagnati da Euterpe musa della musica, protettrice degli strumenti musicali e della poesia lirica e da Melpomene, musa del canto e dell’armonia musicale ti accompagnamo in questo viaggio trascinati dalle onde delle note musicali a scoprire Mina e Battiato.
Mina e Battiato
I due artisti non hanno mai duettato, ne’ Mina ha mai cantato canzoni scritte da Battiato. Entrambi però hanno duettato con Pino Daniele nell’album Boogie Boogie Man uscito il 23 novembre 2010. Mina con Napul’è e Battiato con Chi tene ‘o mare.
Mina voce d’Italia, ancora oggi, in piena era dei talent show e del televoto che promuove a star ragazzini e boccia cantanti con decenni di carriera alle spalle, è il simbolo di un Paese che forse non la merita. La sua ironia, la sua dignità, la sua indolente libertà, il suo silenzio parlano più di mille urlate opinioni da talk show che non dicono niente. Tanti auguri, Nostra Signora della Canzone. Se non fossi esistita non saremmo stati capaci di inventarti.” (“Mina, un esempio dell’essere nell’era dell’apparire” di Pino Daniele – Il Mattino, 17/3/2010)
Battiato-Mina Entrambi hanno interpretato Fabrizio De Andre
Nel 1999 Franco Battiato pubblica l’ album Fleurs composto per pianoforte e quartetto d’archi. Un’opera nata per omaggiare la scomparsa di Fabrizio De Andrè del quale interpreta La canzone dell’amore perduto e Amore che vieni amore che vai .
Mina
«Venite anche voi ad ascoltare questa ragazza. Non riusciamo a metterci d’accordo. Per alcuni è un disastro, per altri un genio».
Queste le parole dell’etnomusicologo Roberto Leydi, quando Mina Annamaria Mazzini fece il suo primo provino alla Rai di Milano. Siamo quindi di fronte a un talento straordinario e una personalità artistica forte che divide un mondo tradizionale come quello della musica leggera.
Nacque il 25 marzo del 1940 a Busto Arsizio, ma con la famiglia si trasferì a Cremona. Debuttò al locale La Bussola di Marina di Pietrasanta nel 1958 dove cantò Un’anima pura. Dopo una lunga gavetta tra un locale e l’altro incontra David Matalon, discografico della Italdisc-Broadway che le fa incidere quattro brani, due in inglese (Be-Bop a lula e When) con lo pseudonimo di Baby Gate e due in italiano col nome di Mina (Non partir e Malatia).
Debuttò in televisione nel 1959 come ospite al Musichiere dove cantò Nessuno di Wilma De Angelis. Nel 1960 partecipa al Festival di Sanremo con il brano E’ vero classificandosi all’ottavo posto. Ci riprovò nel 1961 con Le mille bolle blu. Sanremo le diede il successo a livello di vendita di dischi, ma non riuscì a classificarsi perchè rompeva gli schemi con lo stile pacato e sobrio delle cantanti dell’epoca. I critici la collocarono tra gli “urlatori”, dei cantanti che, rispetto a quelli della tradizione degli anni 50, erano molto sopra le righe e ribelli, ma il suo talento e i suoi virtuosismi vocali erano così grandi per poter essere etichettati o rinchiusi in una categoria.
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La sua stessa personalità era complessa e ricca di sfaccettature. Gino Paoli e Mogol ne intuirono il grande talento poichè la convinsero a cantare Il Cielo in una stanza, nella quale l’artista tirò fuori corde più poetiche, sensuali e delicate. Non fu semplice convincerla. Ella accettò solo quando sentì Gino Paoli suonarla al piano.
Ma il 1961 fu per lei l’anno di Studio Uno, la popolare trasmissione televisiva che la consacrò al grande pubblico e valorizzò al meglio i talenti dell’artista, grazie anche alla sapiente regia di Antonello Falqui e al suo cast di qualità.
La prima edizione si svolse nello Studio Uno di via Teulada, mentre quelle successive si svolsero al Teatro delle Vittorie. Non c’era un conduttore fisso, ma nelle varie puntate Mina si alternò con Don Lurio, le gemelle Kessler e il Quartetto Cetra. La cantante proponeva suoi brani, oppure interpretava brani di altri autori.
Nel 1962 alterna numerose tourneè all’Estero con apparizioni in programmi televisivi. Ebbe molto successo in Giappone e in Spagna e in particolare incise insieme a Bruno Canfora una canzone scritta in parte in giapponese e in parte in italiano.
https://www.youtube.com/watch?v=w2_OC5_DJx4
Il 18 aprile 1963 nasce a Milano Massimiliano, il figlio nato dalla relazione con l’attore Corrado Pani che a quel tempo era sposato. Per l’Italia ancora bigotta di allora ciò rappresentò uno scandalo e Mina fu allontanata dai programmi televisivi e radiofonici e definita dalla stampa una peccatrice pubblica.
Il ritorno ufficiale in televisione avvenne il 10 gennaio 1964 nel programma La fiera dei sogni di Mike Bongiorno dove propone Città vuota ed E’ inutile.
Nel 1965 Antonello Falqui riporta la cantante in TV facendole condurre Studio Uno. In ogni puntata Mina canta il proprio repertorio e fantasie musicali a tema. Nella rubrica l’uomo per me Mina ospita personaggi famosi maschili da Vittorio Gassman al grande Totò, da Walter Chiari a Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Rossano Brazzi, Amedeo Nazzari, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Enrico Maria Salerno, Peppino De Filippo, Alberto Sordi.
Fu una vera e propria rivelazione in quanto oltre alle notevoli doti canore mostrò abilità nella condizione del programma e si rivelò un’ottima spalla nei duetti comici con gli artisti ospiti. Antonello Falqui era soddisfatto: “Mina era un diamante, una potenza, ma dietro c’era una macchina al lavoro. Tutta l’Italia era seduta davanti alla tv, più di venti milioni di spettatori. Oggi nessuno pensa e nessuno scrive. In due giorni fanno certa robaccia, d’altronde anche il pubblico è diverso, ci sono venti canali solo della Rai”.
Nel 1974 arriva la proposta di condurre Milleluci, varietà, costruito come un viaggio nelle varie forme di spettacolo che affronta ogni sera un tema diverso: la radio, il café chantant, la rivista, la televisione, l’avanspettacolo, il cabaret, il musical e, nell’ultima puntata, l’operetta, il circo e la commedia musicale. Non un varietà nostalgico, bensì brillante e ironico.
Falqui per la prima volta propone una coppia di donne protagoniste in qualità di conduttrici e showgirl, quindi con un bel carico di responsabilità sulla buona riuscita dello spettacolo: Mina e Raffaella Carrà. Quest’ultima fu proposta dalla stessa Mina per sostituire Rabagliati, morto improvvisamente per una trombosi.
Due donne diverse che, a dispetto della presunta e falsa rivalità di cui parlarono i giornali, riuscirono a mettere a frutto l’energia, le competenze e la stima reciproca in uno show irripetibile nella storia della televisione. Positività che arrivava al pubblico del piccolo schermo, poiché si collocò in un periodo di grossi sacrifici economici per l’Italia che aveva subito gli effetti della crisi petrolifera.
Nel 1978 dopo una serie di concerti dal vivo Mina si ritira dalle scene, ma continua ad incidere dischi.
Franco Battiato
Nasce il 23 marzo 1945 a Riposto in provincia di Catania. Nel 1964 dopo aver terminato gli studi si trasferisce prima a Roma e poi a Milano. Il cabaret milanese sarà fondamentale per la sua formazione. Incontrerà al Club ’64 Paolo Poli, Renato Pozzetto, Bruno Lauzi, Lino Toffolo ed Enzo Jannacci. Il suo compito era quello di aprire lo spettacolo con delle canzoni siciliane. Fu notato da Giorgio Gaber .
Fu l’inizio di un’intensa collaborazione e di contatti con le prime case discografiche. Negli anni 70 però si stacca dal filone delle canzoni di protesta e comincia la sua sperimentazione europea. Tra il 1970 e il 1975 incide con la casa discografica sperimentale Bla Bla i seguenti album: Fetus (1971), Pollution (1972), Sulle corde di Aries (1973), Clic (1974), M.elle le “Gladiator” (1975).
Passa poi alla Ricordi con Feedback (1975), Battiato (1976), Juke Box (1977) e L’Egitto prima delle sabbie (1978).Con quest’ultimo brano eseguito pianoforte Battiato ottiene nel 1978 il Premio Karlheinz Stockhausen.
Negli anni Ottanta incide dischi con la Emi: Nel 1979 L’Era del Cinghiale Bianco, Patriots (1980), nel 1981, La voce del Padrone, L’arca di Noè(1982), Orizzonti perduti (1983), Mondi lontanissimi (1985), Echoes of sufi dances (1985).
Sempre nel 1985 si dedica alla composizione di musica colta e allo studio di musica etnica. Questo lavoro sfocia in Genesi per la quale lavorava sin dal 1984. Debutta al Teatro Regio di Parma il 26 aprile ottenendo un grande successo. Sempre con la Emi pubblica Nomadas (1987, Emi Spagnola), Fisiognomica (1988) e, nel 1989, il doppio album Giubbe rosse.
Nel 1991 Battiato pubblica Come un Cammello in una grondaia, Miglior Disco dell’Anno 1991. Lavora anche alla sua seconda opera lirica, Gilgamesh, che debutta al Teatro dell’Opera di Roma il 5 giugno 1992. Nell’ottobre ’93 Battiato pubblica l’album Caffé de la Paix, che si classifica nuovamente Miglior Disco dell’Anno. Nello stesso periodo debutta la Messa Arcaica, composizione per soli, coro e orchestra.
Nel settembre del ’94 conosce il filosofo Manlio Sgalambro con il quale nasce la collaborazione per lo spettacolo teatrale Il cavaliere dell’intelletto e l’album l’ombrello e la macchina da cucire sempre edito dalla casa discografica EMI.
Nell’autunno del 1996, con la casa discografica Mercury, pubblica L’imboscata, il nono album più venduto dell’anno. Battiato riprende il percorso sperimentale utilizzando sintetizzatori e sonorità elettroniche, chitarra elettrica. Per i testi viene utilizzato un italiano aulico ed elevato e si lavora sul versante del plurilinguismo. Il brano La Cura ottiene il Disco di platino. Il singolo Di passaggio contiene un intervento di Sgalambro che legge in greco antico un frammento di Eraclito e in chiusura un epigramma di Callimaco, cantato a due voci da Battiato e Antonella Ruggiero.
https://www.youtube.com/watch?v=UmE7nrfzcCo
Con Gommalacca uscito nell’autunno del 1998 Battiato esplora ulteriormente il mondo della chitarra elettrica e raggiunge una sorta di “techno hard-rock intellettuale” e una serie di contaminazioni con la lirica e le musiche tribali. Le canzoni di punta sono Il ballo del potere e Shock in my town. Per quanto riguarda quest’ultima, il basso è suonato da Morgan che Battiato ammirava.
Altra canzone interessante è Vite parallele, dove Battiato affronta il tema della reincarnazione, già affrontato in Caffè de La Paix. Il disco viene promosso in molte trasmissioni musicali e vince nel 1999 la Targa Tenco come miglior album dell’anno.
Con la fine del millennio, l’artista riceve una commissione del Maggio Musicale fiorentino e incide per la Sony il disco Campi Magnetici. Nel 2000 ottiene il Premio Librex Montale nella specifica sezione versi per musica.
Nel 2003 viene insignito dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, della medaglia ai Benemeriti della cultura e dell’arte. Nel 2004 partecipa al Festival Teatro-canzone Giorgio Gaber cantando il brano La Libertà con Roberto Vecchioni.
Nell’ottobre il 23 ottobre del 2012 esce Apriti Sesamo, che vende oltre 30.000 copie e ottiene il disco d’oro. Il 17 settembre 2017 tiene il suo ultimo concerto al Teatro Romano di Catania. Dopo quindici anni ritorna alla Sony Music con Torneremo ancora .