Missoni, la celebre Maison, viene celebrata dalla Camera della moda di Milano con un video, pubblicato in occasione del Milano Digital Fashion Week. Dagli inizi al grande amore che ha legato per tutta la vita i due fondatori, dalla maglieria iconica al passaggio alle nuove generazioni, Being Missoni raccoglie la storia di questa grande famiglia che ha lasciato una impronta così particolare nella moda italiana. Numerose le testimonianze di personaggi della moda e dell’arte tra i quali: Edward Enninful, caporedattore di British Vogue, Mariuccia Casadio, consulente d’arte e collaboratrice di Vogue Italia e Rachel Hayes, artista.
Missoni, un connubio di amore e moda
Ottavio Missoni e Rosita Jelmini si conobbero nel 1948. Lui faceva parte della squadra italiana di Atletica leggera e stava partecipando alle Olimpiadi di Londra, lei era sugli spalti a Wembley quando lui vinse la sua batteria nei 400 mt. ostacoli, portando l’Italia in finale. I due si incontrarono grazie a un’amicizia in comune e da lì non si lasciarono più. Nel 1951 si fidanzarono ufficialmente mentre il matrimonio venne celebrato il 18 Aprile del 1953.
Sempre nel 1953 fondarono il loro laboratorio a Gallarate, seguito poi dalla fabbrica di Sumirago. I tessuti e gli scialle dell’azienda di famiglia di Rosita furono d’ispirazione per l’avvio della loro attività. Ottavio si occupava dei tessuti, mentre Rosita della realizzazione degli abiti. Le stampe e gli intricati disegni di maglieria divennero ben presto il “marchio” inconfondibile di Missoni, la cui prima collezione vide la luce nel 1958, mentre la prima sfilata fu nel 1966.
Negli anni ’70 ebbe inizio il successo planetario della celebre casa di moda, prima grazie anche alla decisione di Marvin Traub, presidente di Bloomingdale’s di aprire, per primo negli Stati Uniti, una boutique monomarca Missoni all’interno del grande magazzino, poi grazie all’attore Lino Capolicchio, immortalato da Oliviero Toscani sulla copertina di L’uomo Vougue con un maglione patchwork esclusivo, espressamente richiesto da Anna Piaggi, una delle più iconiche e originali giornaliste di moda italiane.
Nel 1973 la ormai celebre coppia raggiunse la consacrazione negli Stati Uniti, vincendo il Neiman Marcus Fashion Award, premio internazionale paragonabile a un Oscar. Aumentarono le collezioni e oltre a vestiti accessori e gioielli, si aggiunsero biancheria per la casa e l’arredamento. Boutiques Missoni vennero aperte in varie parti del mondo e Missoni era ormai per tutti LA maglieria.
Negli anni ’80 il Made in Italy era nell’olimpo della moda internazionale ne avevamo già parlato in occasione della morte di Bob Krieger, il celebre fotografo e Missoni non fu da meno. Gli anni d’ora della moda italiana videro la consacrazione delle stampe e la maglieria di Missoni, intrecci e disegni così particolari da far riconoscere immediatamente un loro capo senza bisogno di nominare il marchio.
Piano piano Ottavio e Rosita iniziarono a lasciare l’azienda in mano ai figli, lui occupandosi anche di altri settori, come per esempio i costumi per la Scala di Milano, lei semplicemente allontanandosi da quel mondo a cui aveva dato tanto. Nel 1997 l’azienda passò ufficialmente ai figli, con Angela come direttore artistico, Vittorio responsabile del settore commerciale e Luca di quello tecnico. Margherita Maccapani Missoni, giovanissima figlia di Angela, dopo essere stata testimonial del nuovo profumo, divenne ambasciatrice dell’azienda.
Il 2003 vide la celebrazione del cinquantennale del marchio con una grande sfilata che ripropose oltre 100 modelli storici, mentre sei anni più tardi venne inaugurato il primo hotel del brand a Edimburgo, ideato da Angela Missoni in collaborazione con l‘architetto Matteo Thun. Nel 2010 invece furono la coppia di designer Kinmonth-Monfreda a lavorare insieme ad Angela alla creazione del primo flagship store a Los Angeles. La progettazione riguardò l’intero palazzo che vinse il prestigioso City of Beverly Hills Architectural Design Award .
Il 2013 fu l’Annus horribilis per la famiglia Missoni. Prima, a gennaio, lo strazio per l’improvvisa e mai completamente chiarita scomparsa del figlio Vittorio, precipitato insieme alla moglie e ad alcuni amici con l’aereo, mentre sorvolavano il tratto di mare tra Los Roques e Caracas in Venezuela. Poi pochi mesi più tardi, con la morte nella notte tra l’8 e il 9 maggio, di Ottavio il capostipite della famiglia, che si spense all’età di 92 anni.
Nel 2014 Rosita Missoni venne insignita dall’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del titolo di Cavaliere del lavoro, diventando così di fatto lei e il marito, i primi due membri della stessa azienda a riceverlo (Ottavio Missoni l’aveva ricevuto nel 1993). L’azienda ha continuato negli anni, modificando gli assetti societari grazie all’entrata del FSI (Fondo Strategico Italiano), un fondo a capitale pubblico nato per il sostegno e la difesa del Made in Italy.
Oggi il nuovo direttore creativo è la nipote Margherita, che dopo un periodo lontano dal progetto di famiglia è tornata nel 2018, per prendere in mano le redini della società dal punto di vista creativo, portando avanti il lavoro che i due celebri nonni avevano iniziato con tanto amore.