Egitto e mistero ormai lo abbiamo imparato, vanno certamente di pari passo e nel tempo con ogni nuovo ritrovamento, questa certezza non fa che consolidarsi.
L’ultimo in termini temporali è il ritrovamento di un cimitero, le cui dimensioni ancora non sono state ben delineate quanto ad estensione.
Il sito però, ha già riportato alla luce un nuovo mistero sul quale siamo certi, tutta la comunità scientifica rivolgerà il suo sguardo nei prossimi anni per gli approfondimenti storico-scientifici e soprattutto per cercare di capire il senso della sepoltura di un toro di una mucca e un uomo con il singolare dettaglio di avere, quest’ultimo, una solida corda legata alle ginocchia.
Ma per meglio comprendere, torniamo un passo indietro al ritrovamento che secondo gli archeologi impegnati nello scavo fin dall’inizio, si affacciò alla luce del secondo millennio come un ritrovamento tra i più importanti mai realizzato dai tempi della tomba di Tutankhamon, avvenuta come ricorderai proprio cento anni fa.
Quella del cimitero con l’uomo legato alle ginocchia è un ritrovamento archeologico avvenuto in concomitanza con un altro sensazionale evento.
Erano giorni di trepidazione per tutta la comunità internazionale di studiosi, quando in tutto il mondo dilagò la notizia a conferma della scoperta della “città d’oro perduta”, nelle immediate vicinanze di un’altra perla di rara bellezza, Luxor, in Egitto.
Un mistero da far risalire a 3000 anni fa, sotto il regno di Amenhotep III
Una città ormai perduta, di cui si avevano ormai significativi indizi ma che rimaneva nascosta sotto la sabbia e che per questo studiosi e appassionati già chiavamano “The rise of Aten”.
E poi finalmente l’annuncio pubblicato dall’archeologo egiziano Zahi Hawass che ratificava senza possibilità ormai più di dubbio la scoperta :
Molte missioni straniere hanno cercato questa città e non l’hanno mai trovata
Abbiamo iniziato il nostro lavoro alla ricerca del tempio funerario di Tutankhamon perché i templi di Horemheb e Ay sono stati trovati in questa zona
Le iscrizioni geroglifiche indicano che la città era chiamata Tjehen-Aten, o Aton che significa abbagliante e che fu fondata dal nonno di Tutankhamon, Amenhotep III.
Acclamata “città d’oro perduta”, non è una città che esisteva già ed era Tebe esattamente perduta, visto che alcuni muri a zig-zag erano già stati scoperti negli anni ’30 dai francesi Robichon e Varille a 100 mt di distanza, e finora non ha prodotto alcun reperto d’oro:
la chiamo d’oro perché fondata durante l’età d’oro d’Egitto
ha dichiarato Hawass.
Dal settembre 2020, cioè da quando sono partiti gli scavi, si è arrivati in pochissime settimane al ritrovamento di questa città perduta sotto la sabbia.
Infatti dopo soli sette mesi di scavi, sono state scoperte diverse aree o quartieri.
Riportate alla luce una panetteria, una zona di cottura e preparazione dei cibi, completa di forni e deposito di vasellame, ma anche il quartiere amministrativo e residenziale, recintata da un insolito muro a zig-zag, per altro quest’ultimo già individuato negli anni trenta del secolo scorso , riferimento però tralasciato dall’eminente archeologo che resta tale pur con questi che hanno tutta l’aria di essere amnesie volute.
Le strade della città sono fiancheggiate da case, le cui mura sono alte fino a 3 metri possiamo rivelare che la città si estende a ovest, fino alla famosa Deir el-Medina
dalle parole dell’archeologo ancora intrise di orgoglio ed emozione per il sensazionale ritrovamento.
Attendiamo dunque che si indaghi ancora più approfonditamente su quest’ultimo mistero e si dia finalmente un perché alla misteriosa sepoltura con le ginocchia legate di un uomo nelle immediate vicinanze di una mucca e di un toro.