Moataz Nasr classe 1961 pittore, sculture, artista Multimediale, fotografo laureato in economia perchè succube come molti di noi delle vecchie mentalità genitoriali. Suo padre in quei tempi vedeva l’arte come un hobby al quale dedicare ben poca importanza e di basso profitto da poter essere considerata una professione.
Si dedica così in tarda età all’arte solo nel 1995, ma questo non gli ha certo impedito di raggiungere presto meritati successi; ha partecipato a un concorso organizzato dal Ministero della Cultura egiziano dove ha vinto il terzo premio. Egli affronta i problemi dell’Egitto e del mondo contemporaneo con la sua arte.
Nel 2017 rappresenta il suo paese alla Biennale di Venezia dove ha portato ‘ The Mountain’ un film di dodici minuti girato in un villaggio egiziano.
Un’opera legata al conflitto generazionale che in Egitto rispecchia la voglia di rinnovamento, emancipazione e desiderio di libertà, il coraggio che distrugge la paura come sentimento dell’ignoto, dell’autorità di parlare.
Moataz Nasr non ha certo paura di questo sentimento così presente nelle sue terre e in tutto il mondo, anzi lo affronta e lo espande artisticamente parlando in tutto il mondo promuovendone il sentimento opposto ossia ‘il coraggio’, l’emancipazione la forza di trovare la libertà in tutti noi.
Moataz Nasr: L’arte come strumento esplorativo Geopolitico e Sociale e mezzo di Libertà
Moataz Nasr nella sua arte mantiene sempre ben salde le radici legate al suo paese, l’Egitto, amalgamandole però a linguaggi diversi. Crea un interesse globale a larga prospettiva, un reticolo che unisce passato e presente del suo paese ma anche tra Oriente e Occidente, un’espansione globale per abbattere ogni pregiudizio.
Non mancano i legami politico – economici e la loro influenza sulle persone, poichè nelle opere di Moataz Nasr tutto questo si lega anche agli stati d’animo degli individui. L‘arte è un ottimo modo per rappresentare questi sentimenti così sentiti in queste terre arse dal sole e così nascosti al tempo stesso dalle sue zone d’ombra.
Nasr usa l’arte come strumento per esplorare, mettere a confronto e in discussione, se lo ritiene opportuno, lo Sviluppo Geopolitico e Sociale in Africa, cercando di incoraggiare una maggior espansione di dialogo oltre i confini geografici, perchè l’arte può essere un’ottima forma di dialogo percepibile da ognuno di noi e ognuno col proprio sentimento.
L’Arte può essere un mezzo di divulgazione mondiale? Perchè no
Nel 2001 la Galleria Continua in Italia ( San Gimignano) espone le sue opere. Moataz Nasr entra così in scena a livello internazionale partecipando a diverse mostre e vincendo molti premi tra cui: il terzo posto al settimo salone della Gioventù, il Gran Premio all’ottava Biennale Internazionale de Il Cairo nel 2001, il premio Biennale della Biennale di Daka’Art e il Gran Premio Sharjah Biennale Emirati Arabi Uniti nel 2005.
Nel 2008 fonda Darb 1718 un centro d’arte e cultura contemporanea egiziana a Fustat nel vecchio Il Cairo; il suo scopo primario è quello di far avanzare l’arte contemporanea in Egitto.
Nasr nutre un interesse particolare nel presentare arte contemporanea locale e internazionale, mantiene un Database di Arte in Egitto e nell’Area Mena.
In Egitto l’arte contemporanea è sempre stata focalizzata sull’aspetto politico sociale nazionale, poichè prima del ventesimo secolo vigeva il divieto islamico di arte pittorica,
Col passare degli anni attraverso la storia, le tradizioni e la cultura emergevano artisti contemporanei ne Il Cairo e in Alessandria, un segno generazionale positivo che va crescendo, promuovendo questa nuova forma artistica che dall’arte moderna va verso l’arte contemporanea.
Il principe Youssef Kamal fu il primo fondatore della scuola Belle Arti del Cairo è proprio da qui che inizia ad esprimersi l’ Arte Contemporanea Egiziana con la Youssef Kamel Art School.
Moataz Nasr osserva i movimenti degli esseri umani nel mondo che definisce non a caso “Movimento circolare e infinito caratterizzato sempre dalle stesse cose uguali per tutti: il sostentamento, la sopravvivenza e la ricerca di un miglior modo di vivere.
Descritto da Liliane Karnouk (curatrice egiziana) come artista innovativo e versatile, autodidatta di grande sensibilità verso gli argomenti che tratta.
Nasr è un’artista capace di esprimere semplicemente idee originali, Echo del 2003 uno dei suoi primi lavori in una video proiezione rappresenta tramite alcune dichiarazioni i problemi socio economici egiziani e come non fosse ancora cambiata la politica in Egitto.
Man Made rappresenta l’essere umano incapace di relazionarsi liberamente con il potere, in fotografia si opponevano le immagini di un cavallo col paraocchi e di un uomo bardato come l’animale.
Cinque anni dopo nel 2011 Moataz Nasr crea The Male strisce d’erba compongono lo slogan che dà titolo all’opera. Periodo di forte pressione politico – sociale dove il popolo vuole la caduta del regime “Giorni convulsi della primavera araba”, realizzato in ‘grafia cufica’ scrittura usata per decorare i palazzi del potere.
Nasr è riuscito a rappresentare in questa sua opera un grido di protesta che appare come un giardino raffinato e ben curato “originalità e semplicità”, una protesta che continuerà ad essere presente nelle sue opere per portare avanti una giusta causa col miglior mezzo in suo possesso ‘la sua meravigliosa arte’.
The Tower of Love è un’opera dove cinque religioni, cristiana, islamica, ebraica, buddhista, induista e civiltà si combinano tramite torri realizzate con diversi materiali: ceramica, bronzo, criastallo, legno riunite sotto un’unica bandiera che rappresenta l’amore.
In Khajameya Moataz Nasr si mantiene sempre molto vicino all’Egitto utilizzando su tessuti motivi tipici dell’arte tessile egiziana, disegnati con fiammiferi che rappresentano la situazione politica del paese che può infiammarsi da un momento all’altro.
Non mancano poi opere sulla condizione femminile The Slave Market (un mercato delle schiave); Moataz Nasr offre nelle sue opere un riassunto dell’universo, del mondo che abbiamo creato, un viaggio in uno spazio di realtà, illusione e speranza.