Il MOBA è un museo in Massachusettes, l’unico al mondo che ospita opere considerate “brutte”. L’acronimo, infatti, sta per Museum of Bad Art. Riferimento al famoso MOMA di New York, con un pizzico di ironia, il fondatore Jerry Reilly, ha deciso di istituire questo luogo con obiettivo di “celebrare la fatica di artisti il cui lavoro non potrà venir apprezzato in nessun’altra piazza“. Il primo dipinto è stato recuperato dall’immondizia. Oggi la mostra permanente include 500 opere. Priorità del museo: “Arte troppo brutta per essere ignorata”.
“L’opera deve avere un qualcosa che spinga l’osservatore a dire frasi come “oh mio Dio!!” “(Ollie Hallowell, curatore del museo)
Il MOBA e la nascita della bizzarra idea
Il Museum of Bad Art, è nato per puro caso. Nel 1994, l’antiquario Scott Wilson, vide tra i rifiuti un dipinto. Il suo intento era quello di recuperare solo la cornice, ma sotto consiglio dell’amico Reilly, il dipinto finì nella casa di Scott. “Lucy in the Field with Flowers”, il quadro recuperato, adesso è l’icona del museo, nonchè simbolo dell’inizio di questa raccolta della brutta arte. Questa idea venne accolta con entusiasmo. Gran parte degli artisti portarono a Reilly le loro opere, che nel 1995, per i grandi numeri, vennero trasferite nel più vasto seminterrato del Dedham Community Theatre. Da allora vennero aperte tre sedi.
Al MOBA, devi essere ammesso per esporre le tue opere
Ritratti deformi, paesaggi inesistenti e animali bizzarri, sono i soggetti delle opere che sono esposte al Museo del Brutto. Ogni anno si aggiungono alla collezione nuovi “capolavori”. Ma come vengono scelte le opere da esporre?
Il MOBA è molto severo nella selezione dei dipinti, nove opere su dieci non vengono accettate perché sono troppo belle per poter entrare a far parte dell’ambita collezione. Criterio essenziale è avere una formazione artistica. L’opera deve essere spontaneamente brutta, una sorta di errore dell’artista che rende il quadro originale ma, comunque, con finalità serie e evidenti difetti che lo rendano divertente.
Poca coerenza, materiali diversi e prospettive inesistenti ne fanno da padrone. Forme di quadri dell’assurdo che nel loro giudizio di bruttezza rimangono, effettivamente, delle opere d’arte.
Scopriamo quali sono le opere più brutte del “Museum of Bad Art”
Aggiudicarsi le prime posizioni, nonostante, si parli del brutto, è sempre essere in cima ad una classifica. E il pessimo è sempre una categoria. Un fallimento, può comunque essere un’occasione. Proprio come in questo caso.
Uno dei dipinti più apprezzati e custoditi al MOBA è un’opera anonima che ritrae un uomo in mutande seduto su un vaso da notte, realizzata con lo stile del puntinismo e dal titolo “Sunday on the Pot with George”.
Un cane giocoliere vestito con un gonnellino hawaiano, è il dipinto “Huggling Dog in Hula Skirt” di Mari Newman. Sembra quasi un disegno fatto da un bambino che si è divertito con i colori e che cerca di riprodurre il proprio cane.
Ci sono poi nature morte, quadri a tema sacro, e una lunga serie di paesaggi immaginari dai colori sgargianti.
Al MOBA, the winner is… “Lucy in th Field with flowers”
Il peggio dell’arte se lo aggiudica “Lucy in the Field with Flowers”, olio su tela di un autore sconosciuto. Questo dipinto ha impostato tutti gli standard seguiti per le seguenti acquisizioni del museo. Lucy è considerato “un dipinto così importante da obbligare la sua conservazione per i posteri”. Nella didascalia del quadro più brutto al mondo c’è scritto: “Il suo movimento, l’oscillazione dei seni, le lievi tinte del cielo, l’espressione del suo volto, tutti i dettagli si combinano per creare questo trascendente e avvincente ritratto, ogni dettaglio ci spinge a gridare al capolavoro.”
Molte opere vengono donate dagli artisti stessi, altre acquistate da mercatini dell’usato per non più di 6 dollari e cinquanta.
Esiste, inoltre, la Trash Collectors Union (Unione dei Raccoglitori di Immondizia) insieme all’Esercito della Salvezza, che raccolgono opere che, altrimenti, verrebbero distrutte.
Attorno al museo si sono create alcune polemiche, accusato da alcuni di essere anti-artistico, ma i suoi fondatori hanno dichiarato che il MOBA è un “tributo alla sincerità degli artisti che hanno perseverato con la loro attività, malgrado qualcosa sia andato molto male durante il processo”. La cofondatrice Marie Jackson volle affermare con convinzione:
« Siamo qui per celebrare, gloriosamente, il diritto di un artista di fallire. »
Caro lettore di arte.icrewplay.com, l’intera collezione è accessibile on line sul sito del MOBA, con la descrizione delle opere e, quando possibile, con il nome dell’autore. Ti consiglio di dargli un’occhiata, rimarrai sorpreso!