Mogol il paroliere poeta, compie 85 primavere e festeggia come sempre in mezzo al suo pubblico che ogni volta giunge numeroso.
Al secolo Giulio Rapetti, classe 1938, nato il 17 agosto, ha passato gli ultimi cinquant’anni a scrivere canzoni per i più grandi interpreti di musica leggera, primo fra tutti Lucio Battisti che con il nostro Mogol, ha intrecciato un sodalizio tra amicizia e professionalità, interrotto solo dalla prematura morte del cantante di Poggio Bustone.
Quante storie nelle parole di Mogol racchiuse come vere poesie tra note musicali che sempre ne hanno esaltato la forma con il fondamentale contributo di interpreti straordinari e sempre all’altezza.
I Festeggiamenti hanno avuto luogo nell’Arena Lido di Rimini mercoledì 18 agosto,dove un emozionato Mogol ha raccontato ben cinquant’anni di musica con l’aiuto di molti interpreti riminesi doc.
E il riscontro del pubblico non si è fatto certamente attendere con i cori improvvisati che hanno fatto da corollario quando partivano le note delle canzoni ormai divenute più famose.
Una grande spazio ma che ieri sera si è trasformato in un intimo angolo, quasi una riunione tra amici, quando dal bagagliaio dell’auto, c’è sempre qualcuno che tira fuori una chitarra e accordata alla meglio intona le immancabili canzoni di Battisti scritte, va detto e ridetto da Mogol.
Tra le tante dichiarazioni rilasciate per celebrare il genetliaco di Mogol, riportiamo le dichiarazioni affidate ad una nota dal direttore generale Siae Gaetano Blandin che semplicemente racchiudono un po’ il pensiero di tutti coloro che hanno collaborato in questi cinquant’anni con l’autore:
L’uomo è anche meglio dell’artista. È buono, gentile e generoso. Non eccelle solo nello scrivere canzoni. Scrive poesie, si occupa di medicina, ha mille idee. Un vulcano. Grazie caro Giulio. Ti vogliamo tanto bene
Mogol autore di grandi brani e indiscusso maestro tra i parolieri italiani
Nato a Milano, Mogol fin dagli anni settanta è stato in prima fila a dire la sua nello scoppiettante panorama musicale dell’epoca, costituendo proprio in quel periodo quello che divenne il sodalizio musicale più longevo della carriera di mogol, trasformatosi ben presto anche in tal da amicizia, quello cioè con Lucio Battisti.
Ma non solo, se questa lunga collaborazione viene da tutti sempre e costantemente ogni volta che si parla di Lui, va ricordato e non per semplice dovere di cronaca che l’espressione artistica di Mogol ha trovato ampio spazio al seguito di cantanti ricordati ieri sera dallo stesso festeggiato:
Caterina Caselli (Perdono, Cento giorni, Sono bugiarda, Il volto della vita), i Dik Dik (Sognando la California, Senza luce, Il primo giorno di primavera), l’Equipe 84 (Io ho in mente te, Nel ristorante di Alice, Un angelo blu), Fausto Leali (A chi), The Rokes (Che colpa abbiamo noi, E’ la pioggia che va), Bobby Solo (Se piangi, se ridi, Una lacrima sul viso), Little Tony (La spada nel cuore, Ridera’), Mango (Oro, Come Monna Lisa, Mediterraneo), Riccardo Cocciante (Celeste nostalgia, Un nuovo amico, Se stiamo insieme) e i New Trolls (America O.K.)
Nel 1961 la consacrazione perché siamo in Italia e tutto ciò che è musica deve passare per il dolce e amaro giogo del Festival di Sanremo che nell’edizione di quell’anno vide trionfare la canzone scritta da Mogol, al tempo ancora privo dello pseudonimo.
Dopo il citato sodalizio con Lucio Battisti, nato all’incirca nell’anno 1966, egli prosegue la sua carriera instaurando a macchia d’olio tutta una serie di collaborazioni che in breve lo renderanno il poeta d’Italia in grado di portare al successo tantissimi cantanti emergenti per i quali era evidente, con mogol si sarebbero aperte le porte del successo e dell’affermazione professionale.
Ci uniamo anche noi di iCrewPlay agli auguri per le 85 primavere dell’eterno Mogol.