La Battaglia di Isso raccontata nel Mosaico che al momento rappresenta uno dei capolavori più celebri dell’antichità, pervenuto fino a Noi.
Partirà a fine mese il più importante restauro sul Mosaico della Battaglia di Isso ma a completezza d’informazione va detto che gli studi preparatori sono partiti già nel 2015 e questo da ben l’idea della portata del progetto.
Per il mese di luglio prossimo è stimata la fine dell’intervento e la consegna dell’opera restaurata.
La tecnologia in questo intervento di restauro sul Mosaico della Battaglia di Isso, ha un ruolo fondamentale e di primo piano, senza mai certamente offuscare l’aura di ogni singola tessera facente parte il maestoso mosaico che rimane la star indiscussa.
Attraverso un articolato ma semplice meccanismo, i lavori potranno essere seguiti dai visitatori che nel frattempo continueranno ad accedere al MANN; tale metodologia, oltre ad essere particolarmente coinvolgente per il pubblico, risulterà fondamentale per gli addetti ai lavori, che dotati di strumentazione chirurgica d’avanguardia, potranno verificare, attraverso una complessa installazione, il lavoro appena svolto comparandolo con la parte di mosaico non ancora interessata dall’intervento.
Particolare questo molto importante poiché consente agli operatori di lavorare in contemporanea con sezioni del Mosaico della battaglia di Isso discontinue.
Migliaia di piccole tessere, la cui estensione ha dimensioni decisamente ragguardevoli con i suoi 5,82X 3,13 m, stanno per essere riportate all’antico splendore, quando cioè facevano bella mostra di sé nell’antica Pompei, esattamente nell’esedra della casa del Fauno dove nel 1831 fu scoperto e che gli esperti da subito datarono tra la fine del II e gli inizi del I sec. a.C. e la cui importanza ebbe un gran risalto fin dal ritrovamento.
Il Mosaico della Battaglia di Isso è il più famoso mosaico dell’antichità
Il Mosaico della Battaglia di Isso è una riproduzione di epoca romana di un’altra opera molto famosa ai tempi, cioè un quadro ellenistico che la critica tende ad attribuire a Filosseno di Eritrea, a sua volta databile intorno al IV secolo a.C..
Rinvenuto nell’ormai lontano 1931, il Mosaico della Battaglia di Isso fu rimosso e condotto nel 1945, su di un carro trascinato da sedici buio, nella città di Napoli dove trovò collocazione nel Real Museo Borbonico della città.
A Pompei, nella casa del Fauno, fu collocata una riproduzione, mentre in momenti diversi, l’antico mosaico fu prima collocato a terra come nel luogo del ritrovamento ma poi si pensò di sistemarlo a parete per rendere più completa ed affascinante la visione d’insieme.
Nell’opera sono raffigurate le eroiche gesta delle milizie di Dario III, re dei persiani, e Alessandro Magno il macedone, che nel 333 a.C. si incontrarono e scontrarono.
La scena riproduce il momento più pregnante dello scontro, quando Dario III Re dei persiani, resosi ormai conto dell’imminente disfatta, richiama i suoi per la ritirata.
Gli attori principale della rappresentazione della Battaglia di Isso sono raffigurati uno difronte all’altro e i loro sguardi sembrano incrociarsi e nei loro sguardi c’è tutto il peso, in misura differente, del loro stato d’animo.
Il viso di Alessandro Magno sembra tranquillo ed esprime risolutezza mentre quello di Dario lascia intravedere l’angoscia e la desolazione degli sconfitti.
Con gli occhi sbarrati e la bocca aperta a rappresentare il terrore, lo sgomento e la certezza dell’imminente fine, il re dei Persiani sta fuggendo e si rivolge all’indietro per incoraggiare i suoi ad un’ultimo atto collettivo di coraggio.
L’espressione di Alessandro Magno è quella sicura del vincitore che si appresta all’inseguimento con già la vittoria negli occhi.