Sei mai rimasto davanti a un quadro senza parole, rapito dai colori che sembrano parlare da soli? A Firenze, una mostra unica mette in dialogo l’arte di John Griffiths con le opere di alcune delle più grandi artiste dell’Espressionismo astratto americano. Un incontro che non è solo estetico, ma anche profondamente umano.
Dal 7 marzo al 10 aprile, il British Institute di Firenze ospita “Parlando con i Colori – Speaking Through Colour”, un’esposizione che accosta 11 dipinti di Griffiths a capolavori di Elaine de Kooning, Pat Passlof, Audrey Flack, Ethel Schwabacher e Joan Mitchell, tutte protagoniste dell’Espressionismo astratto.
Un’arte che supera le parole
John Griffiths non è un artista come gli altri. Nato nel 1970, ha vissuto tutta la vita con una disabilità che gli ha reso impossibile leggere, scrivere e comunicare con le parole. Eppure, i suoi dipinti raccontano storie potenti, fatte di luce, forme e accostamenti cromatici intensi.
Il suo viaggio nell’arte è iniziato quasi per caso: nella comunità terapeutica “Centro Europeo” vicino Firenze, un operatore gli ha messo in mano un pennello. Da quel momento, Griffiths ha trovato il suo linguaggio, trasformando la tela in un universo di emozioni pure.

Un incontro tra espressioni di libertà
L’Espressionismo astratto ha rappresentato per le artiste americane un mezzo di affermazione in un mondo dell’arte dominato dagli uomini. La loro pittura, fatta di gesti spontanei e colori vibranti, si intreccia perfettamente con quella di Griffiths, creando un dialogo visivo intenso.
Le opere in mostra non si limitano a essere belle: trasmettono stati d’animo, raccontano storie personali e celebrano la forza espressiva del colore. Non è solo arte da guardare, ma da sentire.
Un appuntamento imperdibile
Secondo Christian Levett, collezionista d’arte che ha contribuito all’esposizione, questa mostra è unica: unisce la potenza del racconto visivo di Griffiths con il peso storico dell’Espressionismo astratto, creando un’esperienza suggestiva.
Anche Simon Gammell, direttore del British Institute, sottolinea l’importanza dell’evento, che si inserisce in un programma più ampio di iniziative culturali e sociali. E quale posto migliore di Firenze, culla dell’arte, per un dialogo pittorico così coinvolgente?
Se sei in città, non perderti questa mostra: potresti uscire con una nuova idea di cosa significhi davvero comunicare attraverso il colore.