Il 27 ottobre 2021 è stata inaugurata la mostra Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima, curata da Francesca Alfano Miglietti, presso il Palazzo Reale di Milano. Questi sono gli ultimi giorni in cui è possibile andar a visitare la mostra, infatti, chiuderà il 30 gennaio 2022.
Il titolo si riferisce alla scomparsa del ‘corpo vero’ a favore del ‘corpo dello spettacolo’: da un Corpo Glorioso – il corpo della consapevolezza, della ribellione, dell’alterità – al Corpo del Contemporaneo – da un lato nella sua declinazione di corpo della società dello spettacolo e dall’altro nelle sue forme più poetiche: il corpo dell’esodo, del lavoro, della moltitudine silenziosa.
Come ha affermato la curatrice, Francesca Alfano Miglietti:
Il confine tra reale e immaginario è sempre meno riconoscibile, tanto da assorbire la realtà dentro uno schermo, come dimostra l’ossessiva presenza degli schermi nella nostra vita: schermi piatti delle televisioni e dei computer, dei videogiochi, degli smartphone. Lo schermo annulla la distanza tra lo spettatore e la scena, lo invita a immergersi dentro, gli offre una realtà a portata di mano, ma su cui la mano non ha alcuna presa.
Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima
In circa mille metri quadrati di superficie si snoda un percorso espositivo che analizza l’insorgere nella contemporaneità di nuove forme di rappresentazione, ponendo l’attenzione sullo storico passaggio dal corpo vivo protagonista della Body Art al corpo rifatto dell’Iperrealismo, sul mutamento dei canoni estetici della rappresentazione, e sulla potente evocazione dell’individuo mediante i suoi resti, le sue tracce, i suoi rivestimenti. Un racconto che vuole riflettere sulla crisi dell’esperienza sensoriale provocata dall’avvento di una cultura che propone corpi perfetti, modificati, ripensati, prodotti e riprodotti ed essenzialmente finti.
In mostra opere di:
AES+F, Janine Antoni, Yael Bartana, Zharko Basheski, Joseph Beuys, Christian Boltanski, Vlassis Caniaris, Chen Zhen, John DeAndrea, Gino de Dominicis, Carole A. Feuerman, Franko B, Robert Gober, Antony Gormley, Duane Hanson, Alfredo Jaar, Kimsooja, Joseph Kosuth, Charles LeDray, Robert Longo, Urs Lüthi, Ibrahim Mahama, Fabio Mauri, Oscar Muñoz, Gina Pane, Marc Quinn, Carol Rama, Michal Rovner, Andres Serrano, Chiharu Shiota, Marc Sijan, Dayanita Singh, Sun Yuan & Peng Yu, Gavin Turk.
Moltissimi gli artisti in prima persona, i musei, le fondazioni, gli archivi, le gallerie private e i collezionisti che hanno collaborato in Italia e all’estero alla realizzazione della mostra, che per la prima volta ripensa al concetto di umanità dopo lo scioccante periodo provocato dal Covid19.
Dalle opere di iperrealisti storici, si approda ad altre tipologie narrative, dove il corpo è evocato più che rappresentato, dove sembra essere svanito lasciando solo le tracce del suo esserci stato. L’essere umano viene evocato attraverso i suoi abiti, oggetti del suo lavoro o del suo essere nomade, così come i frammenti corporei, e la sua mutazione, che rispecchiano le mutevoli condizioni sociali del mondo contemporaneo.
Una menzione speciale va fatta a Christian Boltanski, scomparso da poco, che è presente in mostra con l’opera Le Terril Grand-Hornu (2015).
Una sezione fondamentale è quella dedicata a Lea Vergine: una sorta di stanza “privata” in collaborazione con l’Archivio Lea Vergine in cui sono esposte opere, alcune delle quali hanno caratterizzato il suo percorso critico, e poi libri, documenti e fotografie che testimoniano la sua preziosa e singolare ricerca nel campo della Body Art, che rimane un riferimento imprescindibile nella narrazione relativa al corpo. L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano ha dichiarato:
A un anno dalla sua scomparsa, Milano rende omaggio a Lea Vergine con una grande mostra collettiva, significativamente curata da Francesca Alfano Miglietti: Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima. […] Questa mostra produce, con il suo sguardo particolare, un pensiero di riconoscente gratitudine a Lea Vergine, figura fondamentale per quanto riguarda la storia del rapporto tra arte e corpo, e al suo lavoro, che di questa storia ha materialmente scritto alcuni capitoli cruciali.
Per l’occasione è stato pubblicato un catalogo illustrato, bilingue (italiano – inglese), Marsilio Editori, che contiene un saggio della curatrice e i contributi di Vincenzo Argentieri, Franco Berardi “Bifo”, Furio Colombo, Francesca Giacomelli, Gianfranco Ravasi, Massimo Recalcati, Chiara Spangaro, Gino Strada, Moreno Zani.
La mostra Corpus Domini non è assolutamente da perdere. Come ha dichiarato il Sindaco di Milano:
Corpus Domini saprà appassionare tutti i visitatori, per merito di uno spirito contemporaneo che si sposa perfettamente con l’anima di Milano, la città italiana che più sa anticipare il nuovo attraverso la sua dinamicità e la costante progettazione del futuro.