A partire dall’8 luglio, nelle sale 77 e 78 degli affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sono in mostra altri trentacinque manufatti provenienti dai depositi, che vanno ad aggiungersi al racconto della vita degli antichi alle falde del vulcano. A fine settembre, un nuovo ampliamento riguarderà la sala del Plastico di Pompei con la presentazione di collezioni spesso inedite o poco note, su cui si sono concentrate le ricerche degli studiosi.
La seconda parte della mostra “L’altro MANN” è curata da Marialucia Giacco (Responsabile Ufficio mostre Italia/estero del Museo); l’allestimento è firmato dall’architetto Andrea Mandara con Claudia Pescatori e realizzato con la grafica di Francesca Pavese.
L’altro MANN – I depositi in mostra: seconda parte
Alla fine di maggio 2022, l’esposizione è stata introdotta da sessanta reperti, divisi in due itinerari: le armi dei gladiatori; il ricco patrimonio decorativo delle domus nelle città vesuviane.
Commenta il Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini:
“Aperti per ferie, anzi con l’estate pronti a rivelare nuove meraviglie: come promesso, grazie ad una squadra che procede a passi spediti, un’altra fetta dell’Altro MANN, quello che ‘vive’ nei depositi, viene svelata, raccontata, spiegata nel mese di luglio. L’abbiamo detto, quello che è partito a fine maggio non è il riassetto di una collezione, né una mostra temporanea, ma un progetto per restituire a tutti i visitatori ‘il corpo’ del Museo, studiando ed esponendo, mettendo in sicurezza, preparando l’accesso a nuovi spazi che possano restituire a tutti la magia di passeggiare tra le migliaia di reperti custoditi a Sing Sing.
Da oggi nuove meraviglie vesuviane poco e mai viste approdano nelle sale affreschi ampliando così il nucleo iniziale che vi avevamo proposto. Al MANN, insomma, occorre sempre tornare, anche se lo avete visitato da pochissimo. E a settembre l’appuntamento è nella sala del Plastico con tessuti e commestibili”.
I beni in esposizione
In esposizione, anche un focus sulla “fortuna iconografica” dell’infanzia in epoca romana: nella grande vetrina centrale della sala 78, da non perdere la statua marmorea del piccolo pescatore dormiente (da Pompei, Casa della Seconda Fontana Piccola, I sec. d.C.); ancora, costituivano ornamento delle bocche di fontana la scultura di fanciullo con una lepre (da Pompei, Casa del Camillo, I sec. d.C.) e, dalla stessa domus, il bambino con il mantello (nebride) ricolmo di frutti e il fanciullo spaventato da un rospo. La statua marmorea del bimbo che accarezza una colomba (da area vesuviana, metà del I sec. d. C.) chiude in tenerezza questa sezione della mostra.
Dalla realtà al mito
L’esposizione prevede anche un’incursione nella storia dei regni ellenistici: nel percorso, è possibile ammirare le statue bronzee di Alessandro a cavallo e di cavallo rampante, entrambi reperti provenienti da Ercolano e databili agli inizi del I sec. d.C.
Le statue sono da interpretarsi come la copia ridotta di due delle opere che facevano parte del monumentale gruppo equestre commissionato allo scultore Lisippo subito dopo la celebre vittoria sulle truppe persiane nella battaglia del 334 a.C., sul fiume Granico, nell’attuale Turchia. Non mancano anche raffigurazioni di altri sovrani successori di Alessandro: possono essere identificati Demetrio Poliorcete (bronzo da Ercolano, fine del I sec. a.C.) e Alessandro I Balas (bronzo da Pompei, II- I sec. a.C.) .
Ancora uno sguardo, come nella prima parte dell’allestimento, alle suppellettili che caratterizzavano le case dei cittadini vesuviani: fra gli arredi spiccano un braciere su tripode decorato con Sfingi (bronzo, da Ercolano, inizi del I sec. d.C.) e un Sileno ebbro con funzione di sostegno per vasi o piatti da portata (bronzo, da Pompei, casa di Popidio Prisco, I sec. d.C.).