Il 13 settembre 2024 è stata presentata presentata al Museo Storico della Fanteria di Roma la mostra Miró – Il costruttore di sogni e aperta al pubblico da sabato 14 settembre. L’esposizione, prodotta da Navigare srl con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia, dell’Instituto Cervantes di Roma e della Regione Lazio e Città di Roma, è a cura di Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo.
Miró è l’artista del figurabile, di chi sviluppa il principio sulla denegazione, sviluppando un principio di coesistenza di astratto e figurativo.” – Achille Bonito Oliva
Il progetto, si componeda 150 opere di collezioni private italiane e francesi e quindi non molto conosciute alla maggior parte degli appassionati e rappresentano l’arte di Joan Miró, del suo rivoluzionario linguaggio e delle sperimentazioni che hanno caratterizzato la sua esistenza (1893-1983), lasciando una impronta indelebile nell’arte e nella cultura del nostro tempo.
Le opere in esposizione saranno presentate in un percorso diviso in 8 aree tematiche: Litografie; Manifesti; Poesia; Ceramiche; Derrière le Miroir; Pittura; Musica; Miró e i suoi amici, ognuna delle quali riferita alle passioni e agli attraversamenti dell’arte di Miró.
Con una raccolta di opere realizzate tra il 1924 e il 1981, la mostra renderà omaggio alla singolarità del grande artista e alla sua straordinaria attitudine alla libertà, alla sperimentazione e all’ indipendenza da ogni dogma artistico, sociale e culturale.
Tra le opere che saranno esposte, spiccano numerose litografie curate da stampatori e incisori di eccellenza come Fernand Mourlot, al quale si deve la perfetta resa di colore nel procedimento di stampa delle preziose opere grafiche. Saranno presenti, inoltre, anche alcuni esemplari di ceramiche dipinte a mano e le tavole litografiche disegnate per accompagnare i versi di Parler Seul del poeta dadaista Tristan Tzara (1950), oltre ai bozzetti per la messa in scena di L’Uccello Luce (1981) di Silvano Bussotti, realizzati in occasione della Biennale di Venezia. L’esposizione sarà arricchita anche da una piccola sezione intitolata Miró e i suoi amici comprendente una decina di opere di Man Ray, Picasso, Dalí, e fotografie di Cohen e Bertrand, oltre che libri e documenti dei poeti Breton, Éluard, Chair, Tzara per evidenziare le diverse connessioni di Miró con il mondo dell’arte e della cultura del tempo.
Lungo il suo cammino di libertà, Miró pone al primo posto la spontaneità. Nelle sue opere appaiono forme semplici e spoglie, irreali ma sempre identificabili, che offrono una visione del “soggetto” tanto lirica quanto onirica.” – Maïthé Vallès-Bled
La mostra intende porre all’attenzione del visitatore, in particolare, tre aspetti della creatività artistica del genio catalano nato a Barcellona: la rivoluzione del linguaggio artistico ‒ portato da uno spazio introspettivo a un equilibrio tra astratto e figurativo, tale da realizzare un principio di impossibilità, in cui l’arte supera ogni tipo di confine; la dimensione onirica e lirica ‒ permeata dalla sfrenata libertà di una sensibilità tradotta in colore, materia e segni laddove la razionalità, in un contesto storico in cui le dittature politiche segneranno alcuni dei momenti più bui per la Spagna e per il resto del mondo, tace; e, infine, la tenace capacità di resistenza, in cui la joie de vivre e il fervore espressivo si realizzano in un linguaggio a sé stante, nella dimensione inafferrabile e primitiva dell’io più profondo.
Miró, colui che contraddice il mito del pittore maledetto, bohémienne, scapestrato, tramandato da certa letteratura […] Miró ha un aplomb da ragioniere, da uomo semplice, da persona comune.” – Vincenzo Sanfo