La Bertolami Fine Art dedica a Titina Maselli dal 2 al 30 marzo a Palazzo Caetani Lovatelli, a Roma,un’antologica dove troverà posto l’ archivio della pittrice. “I riti della modernità” a cura di Claudia Terenzi, metterà in risalto l’elogio della solitudine che l’artista considerava essenziale per aspirare all’indipendenza.
Notizie su Titina Maselli
Titina Maselli era un pittrice e scenografa, proveniente dal Molise, ma trapiantata a Roma. Il padre Enrico era un critico d’arte, un personaggio di spicco nel dopoguerra, tanto che ospitò nella sua casa in Via Sardegna moltissimi intellettuali dell’epoca fra i quali Alberto Moravia. La famiglia tornava tutte le estati al paese natale nel molisano, Pescolanciano.
Il nonno medico era un benefattore per il paese e la famiglia Maselli era sempre accolta con grandi onori, nonostante la loro vita si svolgesse principalmente a Roma. Titina cresce in un ambiente raffinato e variegato dal punto di vista culturale. Tuttavia, a vent’anni sceglie liberamente la pittura come forma di espressione più consona alla sua indole e la famiglia non glielo impedisce, anzi la incoraggia.
Viaggia e fa molti incontri importanti che la porteranno sempre ad una ricerca sulla tragicità della vita, ma anche sulla vitalità della società contemporanea. E’ sempre un passo avanti come artista, s’innamora della Francia, fatta conoscere da sua madre e lì passerà parecchi anni, dipingendo e cucinando per gli amici, conducendo una vita tranquilla, non mondana. Amata dai registi e considerata una donna indipendente ed emancipata, Titina muore nel 2005, sola, mentre dipingeva la sua ultima opera “Boxeurs”.
L’arte di Titina Maselli
All’inizio della sua vita artisitica, Titina dipinge oggetti quotidiani come il quadro che tratteggia una bottiglia, ma poi il suo interesse si sposta su paesaggi urbani e su soggetti sportivi, come pugili o calciatori, tutta produzione legata alla sua permanenza a New York. Dalla città americana trae spunto per descrivere con la pittura la città di notte. Nei lavori di questo periodo si notano delle influenze futuristiche: il movimento dellle figure e l’uso dei colori che creano dinamicità ci fanno immediatamente pensare alle opere futuriste.
Il colore per la Maselli è un modo per esprimere movimento e dinamismo, che crea energia e vitalità. Gli effetti cromatici colpiscono l’occhio dell’osservatore per gli accostamenti audaci (ad esempio il rosso con il blu elettrico) e per la creazione del movimenti attraverso le pennellate scomposte, non troppo precise, che delineano autostrade, il cielo notturno di una città, i palazzi di notte e l’energia dello sportivo che si sposta nello spazio.
Titina Maselli si riconosce nella corrente artistica dell’astrattismo, ma direi che ne esce indipendente, perché l’eclettismo che la contraddistingue è illuminato dalla sua femminilità, la sua eleganza e la sua delicatezza. Tutte queste doti si esprimono bene anche nelle sue scenografie teatrali. Prima artista dell’avanguardia italiana degli anni sessanta, come compagna di artisti e sorella d’arte dell’attore Citto, è attratta dalla scenografia e la sua attività tumultuosa e ricca di spunti la conduce a lavorare per i teatri italiani e non solo.
L’esperienza di Titina nella scenografia
In seguito, la sua arte, negli anni Sessanta, trova interesse nel cinema e Titina comincia a lavorare anche come scenografa, specialmente per i teatri tedeschi e francesi. Proprio la Francia la riconoscerà come artista internazionale. A Parigi si svolgerà una sua famosa mostra e la farà conoscere come pittrice e scenografa.
Titina amalgama astrattismo, futurismo e pop art, quest’ultima soprattutto per i colori irreali e per i soggetti disegnati come fossero fumetti o raccontati come fossero fissati su di un fotogramma cinematografico.Titina Maselli è l’artista dell’istante, come quello che la coglie nel letto, con l’ultimo quadro ancora sul cavalletto. La trovarono così il fratello Citto e altri amici: “L’ ho sempre ammirata per il coraggio con cui, sola, affrontava tutto. Sola anche quel pomeriggio” dice il regista.