Il grande valore terapeutico e spirituale dell’arte rischia di perdersi se viene fruito solo da un’elìte. E’ necessario studiare e migliorare sempre di più i criteri di accessibilità per andare verso una società inclusiva, in grado di abbattere ogni tipo di barriera. Anche chi è affetto da patologie di natura sensoriale deve poter accedere a un museo. Spesso però la nostra società si trova impreparata di fronte a numerose patologie sconosciute e invisibili che creano problemi a chi ne è affetto.
Una di queste è il Daltonismo, che consiste nella difficoltà di distinguere i colori, in particolar modo il rosso, il blu e il verde. Fu studiato da John Dalton che ne parlò nel libro “Fatti straordinari legati alla visione dei colori”. Egli stesso era affetto da Deuteranopia, ossia difficoltà di distinguere il rosso dal verde. Il fatto di percepire in maniera confusa e accavallata i colori può provocare problemi nell’apprendimento, poichè spesso si basa sulla memoria visiva, impedisce la guida, c’è l’impossibiltà ad accedere al alcuni lavori dove la discriminazione visiva dei colori è fondamentale.
L’Associazione no-profit Colour Blind Awareness creata nel 2010 da Kathrin Albany -Ward con lo scopo di aumentare la consapevolezza sul problema ha partecipato a un progetto mirato alla conoscenza del mondo visto dai daltonici chiamato “Mondo di colori“. E’ stata creata una piattaforma on-line in collaborazione con l’azienda Lenstore. Le immagini note a tutti come San Pietro, il Louvre, il Machu Pichu vengono mostrati come sono e come appaiono agli occhi del daltonico. Lo scopo è quello di sensibilizzare sia le scuole che le altre strutture ad adottare forme di inclusione.
L’azienda Americana Enchroma di recente ha realizzato un particolare visore che regola la percezione dei tre colori: il rosso, il verde e il blu in quei soggetti che non riescono a vedere correttamente i vari livelli di colore. Sono occhiali con lenti colorate, dotate di filtri ottici. Per mostrare questo prodotto l’azienda ha elaborato un progetto itinerante che ha coinvolto diversi musei negli Stati Uniti e solo il Central Museum di Utrecht in Europa.
Il progetto è partito dal Museo Georgia O’Keeffe di Santa Fe’ e ha toccato poi il Nelson Atkins Museum of Art di Kansas City, il Crystal Bridges Museum of American Art in Arkansas, Museum of Contemporary art di Chicago. La tappa conclusiva è stata il Museo di Contemporary art di Denver in Colorado.
L’azienda rende gli occhiali disponibili a prezzi ridotti per i Musei, centri scientifici e biblioteche e strutture scolastiche. I prezzi variano tra i 250 e i 450 dollari. A Denver ne sono stati donati quattro paia di cui due da bambino.
La fruizione dell’arte è solo un aspetto della vita dei daltonici che in parte si lega con l’apprendimento, il processo educativo, la maturazione dell’individuo. Ma certamente un visore, non può risolvere i problemi che il daltonico incontra nella quotidianità, primo fra tutti l’accesso al mondo del lavoro. Per completezza di informazioni potete consultare il sito www.comevedonoidaltonici.com .