Milano Museo City, giunta alla quarta edizione, quest’anno punterà i riflettori sul mondo femminile con l’intento di valorizzare opere, collezioni e artiste di ogni tempo, in concomitanza con il tema del palinsesto culturale 2020 “I talenti delle donne”. L’iniziativa è promossa dal Comune di Milano Cultura e realizzata in collaborazione con l’Associazione Museo City. Dal 31 luglio fino al 2 agosto potremo visitare i musei di Milano dove si terranno eventi, aperture straordinarie con visite guidate e nuove proposte digitali.
Tra queste, in programma troviamo l’incontro “Museo Invisibile”, nel corso del quale i musei si racconteranno al pubblico. L’incontro diventerà un podcast scaricabile dai canali di Museo City dal 31 luglio. E’ prevista inoltre l’aggiunta di un itinerario “Museo Segreto”, dedicato a “Le signore dei musei” e la conferenza internazionale “Donne e Innovazione nel Museo contemporaneo”, che sarà trasmessa sabato 1 agosto sul canale Youtube dell’Associazione.
Museo City Milano, la riapertura del “Pac” in attesa del grande evento
Il Padiglione d’Arte Contemporanea riapre con “Performing PAC“, una rassegna che fonde il rapporto tra arte contemporanea e musica, analizzando l’interazione tra suono e immagine nella pratica e nella ricerca artistica contemporanea. L’esposizione è di 5 artisti: Barbara and Ale, Jeremy Deller con Nick Abrahams, Pamela Diamante, Invernomuto e João Onofre che utilizzano proprio il suono e la musica nella loro ricerca. Nella project room ci sarà una proiezione di videoclip musicali diretti da sette tra i più importanti e visionari registi contemporanei. Nel parterre sarà esposta l’installazione di Marie Cérisier, una giovane artista di Roquebrune-Cap-Martin, che con “Pile à CD” costruisce la sua memoria personale e immaginaria con frammenti di suoni tra “équilibre” e “déséquilibre”.
Madrina e icona dell’arte multimediale è Laurie Anderson, che verrà omaggiata al PAC con una proiezione in prima visione, del video della performance realizzata nel 2003 dall’artista newyorkese, proprio al PAC in occasione della sua antologica “The Record of the Time” a cura di Jean Hubert Martin e Thierry Raspail.
Sempre a luglio, in collaborazione con la Cineteca Italiana, sarà proiettato nel cortile del museo il lungometraggio Heart of a dog del 2015, la storia che ha incantato e commosso la stampa alla Mostra del Cinema di Venezia.
Museo City 2020: i 5 artisti in esposizione al Pac di Milano
Il duo Barbara Ceriani Basilico e Alessandro Mancassola porta al PAC il film del 2017 “The sky is falling”, dove il vibrafono di Elio Marchesini, percussionista del Teatro alla Scala, viene suonato su un lago ghiacciato tra montagne innevate. La vibrazione del metallo dialoga, scompare e resiste alle folate continue, mentre il musicista si ostina a non perdere il controllo, smarrito nel paesaggio.
Il film, realizzato da Jeremy Deller con Nicholas Abrahams del 2006 è Our Hobby Is Depeche Mode, fotografa la fanbase dei Depeche Mode muovendosi in poche settimane tra Messico, Stati Uniti, Germania, Romania, Brasile, Canada e Russia. Il lavoro documenta come il comportamento disordinato, caotico e spesso imprevedibile con il quale i fan si appropriano della band entri in collisione con l’immagine commerciale accuratamente elaborata del gruppo.
Pamela Diamante presenta Generare Corpi Celesti, Esercizi Di Stile , installazione inedita che esplora il rapporto tra visione antropocentrica e infinito. In collaborazione con il composer Malasomma, l’artista scompone e trasla in musica le parole di Paolo, ipovedente, che narra l’emozione del ricordo di poter osservare le stelle; Antonio invece, non vedente dalla nascita, ha raffigurato su due grandi tele un cielo stellato che non ha mai potuto osservare.
Il duo artistico italiano Invernomuto (Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi) porta al PAC l’installazione audiovisiva Vers l’Europa deserta, Terra Incognita (2017), che, muovendosi in una periferia allargata tra Italia e Francia, lavora sui modelli di auto rappresentazione condivisi dalle culture giovanili suburbane di tutta Europa attraverso mezzi come videoclip, storie di Instagram e flussi di Snapchat.
Nell’opera dell’artista portoghese João Onofre un’adolescente canta La Nuit n’en Finit Plus di Petula Clark in downtempo a cappella, all’interno di una buca sul terreno di una prateria. L’opera Untitled (N’en Finit Plus) 2010-11, indaga il tema dell’appropriazione, declinato sia nella pratica artistica che nella musica pop, e la possibilità che questi due mondi paralleli si sovrappongano. (fonte PAC di Milano).
La rassegna inizierà il 2 luglio e sarà visitabile fino al 13 settembre 2020. L’ingresso è gratuito. Se volete saperne di più ecco il link del sito ufficiale del Pac di Milano.