Il Museo della Follia, esordisce così: “entrate e non cercate un percorso, l’unica via è lo smarrimento”. L’arte e la follia sono sempre stati un connubio perfetto. Tutti i grandi artisti che possiedono il “genio” hanno avuto la maledizione di avere delle vite dissolute, eccessi, stati d’animo tormentati e quell’estro nell’esprimersi attraverso la pittura, la scultura, la scrittura, la musica e tutte quelle attitudini che chiamiamo arti. Aristotele diceva che: “non esiste grande genio senza una dose di follia”
In fondo la follia rappresenta un po’ tutti noi. La libertà, la fantasia e senso di evasione che qualche volta nella vita ci accompagnano, tutto ciò che possiamo definire irrazionalità ed emotività, che ci lascia andare verso l’ignoto, sorprendendoci.
Questa mostra itinerante ci lascia entrare un po’ più a fondo nella psiche umana senza linee di confine e la trasforma in arte.
Il Museo Della Follia: la mostra
La mostra itinerante del Museo della Follia, inaugura nel 2011, con una presentazione in anteprima mondiale, alla Biennale di Venezia, per poi proseguire verso altre città dell’Italia: Matera, Mantova, Catania, il Lago di Garda, per poi approdare a Napoli .
Un’esposizione che in ogni tappa si arricchisce di follia, divisa in diverse sezioni, che affrontano e affondano il focus della creatività legata ai vari personaggi, ai protagonisti che con la loro mente hanno dato vita a delle opere che sono eterne. Come dice lo stesso Vittorio Sgarbi:
“si esprimono in una lingua visionaria e allucinata, ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà ma con il sogno. E quel sogno, con piena soddisfazione, oltre ogni tormento, rappresenta.”
La mostra raccoglie centinaia di opere tra sculture, opere e fotografie.
Come è divisa la mostra del Museo della Follia
Il Museo della follia è suddiviso in vari ambiti dove la follia è vista da vari aspetti. Troviamo la Stanza dei ricordi, la follia proviene dall’ ex manicomio di Teramo, con immagini e documenti, appartenenti al dolore dei suoi abitanti.
La Stanza della griglia, dove si raccontano storie attraverso dei ritratti ritrovati nelle cartelle cliniche di alcuni ex manicomi, compongono una griglia di strutture che si sviluppa su una superficie di oltre ottanta metri.
Un neon luminoso dona luce e rumore ai pensieri di ogni volto. Un Apribocca realizzato su un modello del vero presente in mostra, posto in relazione al celebre dipinto “L’adolescente” di Silvestro Lega.
Gli assenti, dove stanze, muri di un’ospedale psichiatrico entrano nell’obiettivo di Fabrizio Sclocchini, che li omaggia con fiori e delicate poesie come a ricordare quelli che vi furono, rimossi, cancellati.
Enrico Robusti: In questo bar non si fa credito. Un crescendo di emozioni che trovano culmine in un grande affresco dipinto a olio su una lunghezza di oltre dieci metri, che è l’opera più grande realizzata dall’autore.
E ancora, “Dove vive l’uomo?”, un’inchiesta a cura del Senato della Repubblica sugli ospedali psichiatrici giudiziari per la battaglia contro il degrado di alcune strutture tutt’ora aperte. (fonte sito ufficiale Museo della Follia)
Vittorio Sgarbi, curatore del Museo
Vittorio Sgarbi, da sempre appassionato all’arte, è il curatore e il fautore dell’idea del Museo della Follia, tutto da scoprire.
Insieme a Sara Pallavicini, Giovanni Lettini e Stefano Morelli, che hanno collaborato con determinazione al progetto, hanno dato via a questo luogo affascinante, senza regole e che coglie il profondo e le turbe della mente umana rapportate all’arte.
Un mondo onirico in cui, credo, tutti noi, siamo smossi dalla curiosità di capire o non capire, ma di ammirare.