Il Museo della Lingua Italiana è uno degli 11 interventi previsti dal piano strategico del Mibact, Grandi Progetti Beni culturali. In questi giorni si stanno facendo dei sopralluoghi all’interno di Santa Maria Novella per verificare la possibilità di ospitare qui questo grande museo, la cui inaugurazione andrà ad arricchire tutta una serie di eventi che saranno promossi in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
Il Museo nascerà quindi all’interno del chiostro di Santa Maria Novella dove c’era l’ex scuola dei Marescialli dei Carabinieri. Il luogo ha un valore simbolico perchè qui Dante pensò e concepì l’impianto filosofico della Commedia. Qui studiò il filone razionalistico della filosofia medievale che partiva da Aristotele e arrivava a San Tommaso d’Aquino.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lanciato qualche settimana fa l’idea di creare un museo dedicato alla lingua italiana. Un’idea mai completamente abbandonata dagli italianisti che presero spunto dal 2003, in occasione di una mostra sulla lingua italiana agli Uffizi di Firenze.
Il futuro museo dovrà essere in collegamento con l’Accademia della Crusca. Molto soddisfatto il sindaco di Firenze Dario Nardella che considera l’iniziativa un “segno indelebile del tributo di gratitudine del Paese e della città di Firenze a Dante Alighieri”.
Secondo il primo cittadino, dovranno essere i giovani e le scuole i principali destinatari di questo progetto, oltre ai turisti.
Museo della lingua italiana, tutto parte da “Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua”
La lingua rappresenta un’identità culturale dinamica che varia a seconda dei tempi, ma anche delle regioni. Ogni Regione d’Italia ha infatti le sue varietà dialettali ed è compito del Museo della lingua italiana rappresentare la ricchezza comunicativa ed espressiva della nostra penisola.
Il fiorentino, che deriva da quello antico medievale, è sempre stato un trait d’union fra le varie popolazioni dell’Italia. Il Museo della lingua italiana si servirà quindi della tecnologia per riportare i vari dialetti e renderà visibili i più antichi documenti della lingua italiana, come i codici manoscritti che hanno trasmesso la Commedia di Dante, le edizioni del Canzoniere di Petrarca, i vocabolari della Crusca, le carte che documentano il lavoro di scrittori come Tommaseo, Manzoni, Gadda.
Il progetto del Museo della lingua italiana ha avuto una lunga genesi. Tutto cominciò con una mostra che si tenne nel 2003 agli Uffizi dal titolo “Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua” che fu organizzata dalla Società Dante Alighieri.
A novembre il linguista Giuseppe Antonelli, che ha ipotizzato la creazione di un Museo della lingua italiana, ha lanciato una petizione con la quale raccolse circa 4500 firme.
“Quello a cui pensiamo è un grande Museo dinamico e interattivo in cui siano esposti non solo documenti, ma oggetti di vario tipo che possano di volta in volta evocare una parola, un’idea, una questione, un’epoca”. Una proposta dettagliata in modo puntuale nel libro “Il museo della lingua italiana” .
Il gruppo di lavoro per la creazione del Museo della lingua italiana è formato dall’ Accademia della Crusca, dei Lincei, della Società Dante Alighieri, dall’Associazione per la Storia della Lingua Italiana e dell’Istituto Treccani e ha l’incarico di curare gli aspetti scientifici, tecnici, amministrativi e gestionali.
Un progetto che è stato accolto da una parte con entusiasmo, dall’altra con polemiche strumentali e lamentele. Quello che conta è che grazie a questa idea sarà possibile fermare il tempo, ritrovare le radici linguistiche e immergersi nel cambiamento.
Caro Icrewer, come immagini un Museo della Lingua italiana a Firenze? Ti consiglio di ascoltare il sussurrare del Fiume Arno a Pontevecchio e la musicalità della parlata fiorentina per immergerti nella bellezza di una lingua sempre viva.