Il Museo delle Relazioni Interrotte, se te lo stai chiedendo, esiste davvero. Si sa, quando finisce una storia d’amore, i sentimenti svaniscono e rimangono i ricordi con gli stati d’animo. Non solo impressi nella mente ma restano, materialmente, oggetti significativi di quello che abbiamo condiviso e di quello che abbiamo costruito durante le nostre relazioni, nel bene e nel male. Ebbene, una coppia di Zagabria, la produttrice cinematografica Olinka Vištica e lo scultore Dražen Grubišić, dopo una relazione durata quattro anni, si sono lasciati e avevano iniziato a scherzare sulla bizzarra idea di dover fondare un museo dove custodire gli oggetti che gli erano appartenuti, raccogliendo non solo i loro cimeli ma anche quelli degli altri.
La nascita del Museo delle Relazioni Interrotte e il suo successo
Il Museo delle Relazioni Interrotte ha aperto le porte al pubblico nel 2006, nella gipsoteca di Zagabria. In seguito è diventata una mostra itinerante, che è approdata oltreoceano, in Argentina, Bosnia-Erzegovina, Germania, Macedonia, Filippine, Serbia, Singapore, Slovenia, Sud Africa, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti, arricchendosi nel percorso di oggetti sempre nuovi. Nel 2010, gli ideatori di questa idea, apparentemente, stravagante, hanno affittato uno spazio nel cuore di Zagabria, dove è ufficialmente stato istituito il Museum of Broken Relationships, e per il grande riscontro positivo nel 2016 nasce una filiale a Los Angeles.
Cosa ci aspetta in una visita al Museo
Chi si trova a Zagabria, oltre a visitare il famoso museo di arte contemporanea, di sicuro passa per il Museo delle Relazioni Interrotte, un po’ per curiosità, un po’ perchè attratti nello scoprire cosa custodisce il museo dei ricordi, dell’amore finito. Situato in un palazzo storico in pieno centro della città, nel Museo, all’ingresso, si trova la celebre insegna con un tavolino, e un piccolo bar.
Ogni oggetto, all’interno del museo è accompagnato da una storia che lo contestualizza, e spiega quale sia il suo significato, dato ovviamente, dal ricordo amoroso che gli appartiene. Tutto è in forma anonima, ma se la curiosità prende il sopravvento, si può ricevere, gratuitamente, una guida in cui sono raccontati precisamente tutti gli aneddoti che si nascondono dietro ogni singolo cimelio.
Il Museo Delle Relazioni Interrotte, racconta storie d’amore, dalle più divertenti alle più tristi
Armatevi di fazzoletti, anche se non siete romantici. Il viaggio emotivo nelle varie sale del museo fra le pareti bianche, è assicurato. Il Museo Delle Relazioni Interrotte è organizzato secondo tematiche ben precise, amore fugace, tradimento, abbandono, matrimoni finiti, morte. Ogni oggetto è posizionato su un piedistallo.
Ad esempio, un vasetto di cetriolini acquistati da una ragazza per il suo primo amore, che però ha smesso di rispondere ai messaggi dopo due mesi insieme. E lei non ha mai avuto la possibilità di dargli quel barattolo.
L’abito da sposa di seta di una ex moglie stipato in vasetto di sottaceti, dopo che il marito, dopo sette anni di matrimonio, se ne è andato. Una lente d’ingrandimento lasciata da una donna per ricordarsi di un amante concentrato su se stesso che l’aveva sempre fatta sentire piccola. Una piccola bottiglia piena di lacrime. Un’ascia con cui qualcuno ha fatto a pezzi i mobili.
ll Museo delle Relazioni Interrotte a Zagabria, ha vinto il premio” Kenneth Hudson Prime”, come museo innovativo,ecco i motivi:
“L’importanza della qualità del pubblico e l’innovazione sono elementi fondamentali di un museo di successo. Il Museo of Broken Relationships favorisce la discussione e la riflessione non solo sulla fragilità dei rapporti umani, ma anche delle circostanze politiche, sociali e culturali che circondano le storie d’amore. Il museo rispetta la capacità del pubblico di comprendere meglio gli eventi storici, le questioni sociali inerenti alle diverse culture e identità e fornisce una catarsi per i donatori su un livello più personale.”
Credo che, il successo del Museo delle Relazioni Interrotte, sia nel potere della condivisione delle nostre esperienze, quelle di sofferenza o di liberazione, o di qualunque sentimento sentito, per un amore finito.
E, gridare al mondo, quello che abbiamo provato, come quando ci confidiamo con i nostri amici e di condividere quello che avremmo voluto dire, o avremmo voluto fare, o quello che ci è successo, ci fa stare meglio.
Credo che, nell’ironia, questo museo, anche se bizzarro, unisca attimi di umanità e malinconia che ci fanno risvegliare il grande sentimento dell’empatia.