Il Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia ha stipulato un accordo con la Link Campus University di Roma, che coinvolge gli studenti partecipanti al Master in gestione dei beni culturali diretto dal Professor Lorenzo Soave. Questo è quanto dichiara il Direttore del Master:
“Uno dei nostri principali obiettivi è preparare i giovani neolaureati al mondo del lavoro; per questo, il nostro corpo docente è costituito da professionisti del settore, direttori di musei, manager dei beni culturali, coloro cioè che quotidianamente, nel pubblico e nel privato, si impegnano nelle attività di gestione e valorizzazione del patrimonio culturale; la collaborazione con il Museo ETRU è, in questo senso, una preziosa ed importante novità per il Master e per gli studenti che vi parteciperanno”.
L’obiettivo comune dei due enti è quello di intrecciare le competenze professionali e scientifiche degli studenti con un nuovo modo di valorizzare il Patrimonio culturale. Attraverso tirocini e stage formativi, gli studenti potranno abbracciare il punto di vista di un Museo statale che si mantiene al passo con i tempi attraverso l’uso delle tecnologie e dei nuovi canali digitali di trasmissione della cultura.
Il Direttore del Museo, il dott. Valentino Nizzo afferma:
“Questa attenzione al mondo della formazione e della ricerca che sosteniamo con iniziative specifiche dedicate alla scuola, alle famiglie, agli studenti e ai giovani ricercatori, esprime appieno la nostra missione istituzionale e questa collaborazione con Link Campus University rafforza il ruolo del Museo e lo proietta verso le sfide del futuro”
Da sempre la Link Campus University ha puntato sulla formazione di nuove professionalità emergenti attraverso grandi sinergie con professionisti di vari settori. La vera sfida nell’ambito del Master dei beni culturali è quello di far crescere sempre di più “l’industria culturale” attraverso la fusione tra sapere umanistico e nuove tecnologie.
Museo nazionale etrusco di Villa Giulia e i suoi tesori
Il Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia nasce da un progetto dell’archeologo Felice Bernabei che nel 1889 volle recuperare Villa Giulia, una struttura rinascimentale in decadenza, in passato sede di Papa Giulio III. Con il Regio Decreto del 7 febbraio 1889 diede vita a un museo interamente dedicato alle origini più remote dell’identità italiana e ai popoli come gli Etruschi e gli Italici (in particolare Falisci, Umbri, Latini e Sabini).
Nel 900 il Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia era autonomo ed era destinato alla tutela del Lazio Settentrionale, in particolar modo Veio, Cerveteri, Tarquinia e Vulci, importanti località etrusche.
Il Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia attualmente possiede oltre 6000 oggetti distribuiti in 50 sale, su di una superficie espositiva di oltre 3000 mq.
Tra le opere più note ricordiamo i bronzi da Vulci, decorazione in terracotta dal Santuario di Portonaccio a Veio, Apollo di Veio (VI sec. a.C.), il Sarcofago degli Sposi da Cerveteri. Inoltre, si evidenziano in particolar modo le lamine d’oro di Pyrgi (Santa Severa), con iscrizioni in etrusco e fenicio (risalenti alla fine del VI sec. a.C.) e l’altorilievo del frontone fittile, sempre da Pyrgi, col mito dei “Sette contro Tebe”, (prima metà del V sec. a.C.).
Le collezioni sono così classificate: collezione Barberini, collezione Pesciotti e la collezione Castellani. Quest’ultima comprende alcuni gioielli fondamentali per lo studio dell’oreficeria etrusca.
Ricordiamo inoltre la sezione falisco-capenate, che contiene reperti provenienti dai centri della media valle del Tevere quali Corchiano, Vignanello, Nepi, Narce e in particolare Falerii Veteres (Civita Castellana) con le sculture in terracotta, tra le quali ricordiamo Apollo dello Scasato.
Con Il Decreto Ministeriale n. 44 del 23 gennaio 2016 il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia entra a far parte dei 32 istituti di “rilevante interesse nazionale”, dotato di una propria autonomia speciale di carattere scientifico e amministrativo.
Il sarcofago degli sposi, l’opera simbolo del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia
L’opera più famosa di questo museo, quella che non può mancare sulle pagine dei libri di storia e storia dell’arte è senz’altro il celebre Sarcofago degli sposi. Si tratta di un monumento funerario risalente al VI secolo a.C., destinato a raccogliere i resti dei defunti. L’opera in terracotta rappresenta una coppia di sposi distesi sul kline, nella tipica posizione del banchetto.
E’ un’opera che trasmette una serena continuità con il mondo ultraterreno. Le mani dell’uomo sembrano infatti reggere un calice di vino. La posizione dell’uomo e della donna esprime una condizione di parità tra i sessi. Alle donne etrusche era infatti consentito partecipare ai banchetti.
Altro elemento che contribuisce a trasmettere una sensazione di serenità è l’espressione dei volti dei coniugi, per i quali viene usata l’antica tecnica del sorriso arcaico, diffuso nella scultura greca, utilizzato per accentuare ancora di più l’espressione
Spesso si ritrovano molte contaminazioni tra l’arte greca e l’arte etrusca poichè verso il VI secolo a.C. l’odierna Turchia era sotto pressione per l’avanzata dei Persiani, pertanto i Greci di Focea si spostarono verso Occidente. Alcuni artigiani greci fondarono delle colonie a Marsiglia e furono ben accolti dalle popolazioni etrusche.
La scultura fu ritrovata nel XIX secolo presso la Necropoli della Banditaccia a Cerveteri. Un’altra copia della scultura è invece presente presso il Museo del Louvre a Parigi.
Caro Icrewer, se ti ha incuriosito questo articolo non perdere l’occasione di visitare questo museo.