Il 5 Maggio – giorno in cui cadono i 200 anni dalla morte di Napoleone – si è aperta la mostra La Milano di Napoleone. Un laboratorio di idee rivoluzionarie presso la Biblioteca Braidense, curata da Giulia Raboni e Giorgio Panizza.
Saranno esposti rarissimi documenti e autografi degli in cui Napoleone intrattenne rapporti stretti con la città, mentre rivoluzionava l’assetto politico e culturale dell’Italia.
Napoleone in mostra alla Biblioteca Braidense
La maggior parte di noi immagina Napoleone già come un imperatore, o in sella al suo cavallo come un nuovo Alessandro. Napoleone arrivò in Italia come il più giovane generale della Rivoluzione francese, espressione dei valori illuministici. Duecento anni dopo la sua morte, la Biblioteca guarda come Brera fu forgiata nel calore della rivoluzione e temperata dagli ideali dell’Illuminismo – le parole di James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense.
Il 5 Maggio 1821, sull’isola di Sant’Elena, Napoleone Bonaparte morì in esilio. Tra le figure politiche e militari più influenti della storia moderna, ne cambiò rotta e ne segnò tappe successive negli anni a venire fino alla sconfitta di Waterloo.
La sua fu una personalità complessa – ancora oggi al centro di molti studi.
La sua scomparsa segnò profondamente Alessandro Manzoni al punto tale che – senza tesserne le lodi e senza criticarlo – scrisse in tre giorni la poesia Il cinque maggio. La Biblioteca Braidense – che custodisce la redazione delle prima stesura di getto de Il cinque maggio dedica la rassegna a questo particolare momento storico.
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attònita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Cosa sta succedendo a Milano in questi anni? Quali sono i collegamenti e le ripercussioni con l’Italia e l’Europa? Si consumarono una serie di eventi che hanno determinato la caduta del Regno d’Italia napoleonico, a partire dall’omicidio del ministro Giuseppe Prina (20 aprile 1814), fino al rinnovato classicismo di Monti e Ugo Foscolo, alla sua crisi e al confronto con la cultura romantica; dalla poesia di Carlo Porta, fino ai nuovi codici legislativi.
Non solo Alessandro Manzoni, ma anche altre personalità quali Ugo Foscolo, Vincenzo Monti, Giuseppe Bossi sono stati molto attivi in questi anni di cambiamento.
Sono esposti in mostra alla Biblioteca Braidense rarissimi documenti autografi dell’epoca che mettono in luce le passioni, le idee di una mente così controversa come quella di Napoleone.
Lo spettatore de La Milano di Napoleone. Un laboratorio di idee rivoluzionarie troverà anche gli autografi di Pietro Verri, la prima edizione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis e quella dei Sepolcri, un esemplare postillato da Stendhal, le stesure autografe del Cinque maggio e i documenti della sua immensa diffusione che comprendono anche una traduzione di Goethe.
Oltre alle 147 opere, saranno esposti in mostra tre ritratti: il Ritratto di Napoleone I imperatore (1810) di Giuseppe Dotti, il Ritratto di Ugo Foscolo (1822) di Filippo Pistrucci, e il Ritratto di Alessandro Manzoni a 20 anni (1805), già attribuito a Maria Cosway.
La rassegna alla Biblioteca Braidense gode della collaborazione di molte istituzioni culturali quali il Centro Nazionale Studi Manzoniani, il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei di Pavia, la Biblioteca delle Civiche raccolte storiche di Milano, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano e la Società Storica Lombarda di Milano.
La realizzazione di questo evento in memoria di Napoleone è stato possibile anche grazie alla partecipazione della Biblioteca Sormani – Centro stendhaliano di Milano, l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di Milano, la Biblioteca Civica C. Bonetta di Pavia, la Fondazione Raffaele Mattioli per la storia del pensiero economico di Milano.