Il 22 marzo 1921 nasceva a Castro dei Volsci Saturnino Manfredi, meglio conosciuto come Nino Manfredi, uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana. Con il suo talento, la sua ironia e la sua capacità di dare voce all’Italia più autentica, Manfredi ha lasciato un segno indelebile nel cinema, nel teatro e nella televisione.
Dalla Ciociaria al grande schermo
Nino Manfredi cresce in un’Italia ancora segnata dal primo dopoguerra e, come molti ragazzi dell’epoca, il suo destino sembra segnato da scelte tradizionali. Ma la sua strada prende presto una svolta inaspettata: dopo aver superato una grave malattia da bambino, sviluppa una passione per il mondo dello spettacolo e decide di studiare recitazione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Da lì, il suo cammino artistico si apre prima nel teatro, poi nella televisione e infine nel cinema, dove troverà la sua consacrazione.
Un maestro della commedia italiana
Se parliamo di commedia all’italiana, il nome di Nino Manfredi è imprescindibile. Al pari di Alberto Sordi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, Manfredi ha saputo raccontare l’Italia del Dopoguerra con ironia, malinconia e un’incredibile profondità umana. Il suo marchio di fabbrica? Personaggi semplici, spesso ai margini della società, ma pieni di dignità e umanità.
Tra i suoi ruoli più iconici ricordiamo:

- “Pane e cioccolata” (1974) – Un capolavoro sulla condizione degli emigrati italiani in Svizzera, tra sogni, sacrifici e disillusioni.
- “Brutti, sporchi e cattivi” (1976) – Diretto da Ettore Scola, un film che ribalta la classica narrazione della miseria con un’ironia feroce.
- “C’eravamo tanto amati” (1974) – Un affresco straordinario dell’Italia del dopoguerra, in cui Manfredi recita accanto a Gassman e Stefania Sandrelli.
- “Il padre di famiglia” (1967) – Un film che mette in luce le difficoltà del boom economico italiano viste attraverso gli occhi di un uomo comune.
E come dimenticare il suo leggendario Geppetto nello sceneggiato televisivo “Le avventure di Pinocchio” (1972), che ha fatto sognare generazioni di italiani?
Oltre la commedia: un artista completo
Non solo cinema. Nino Manfredi è stato un artista a 360 gradi, spaziando tra teatro, televisione e persino musica. Il suo brano “Tanto pe’ cantà”, reinterpretazione di una canzone romana del 1932, è ancora oggi un simbolo della tradizione capitolina.
Negli ultimi anni della sua carriera, ha continuato a lavorare con la stessa passione, lasciando il segno con film come “Grazie di tutto” (1998) e il toccante “La fine di un mistero” (2003).
Un’eredità immortale
Nino Manfredi ci ha lasciati nel 2004, ma il suo contributo al cinema italiano resta vivo. La sua capacità di raccontare le debolezze e le contraddizioni dell’Italia con ironia e affetto lo rende uno degli attori più amati di sempre.
Oggi, i suoi film continuano a far ridere, riflettere e commuovere. E tu, qual è il tuo film preferito di Nino Manfredi? Condividi l’articolo e facci sapere quale ruolo ti è rimasto nel cuore!