Oggi, 1 novembre, Lello Arena, uno dei volti più amati e rispettati del mondo dello spettacolo italiano, compie 70 anni. Questo versatile artista ha fatto risate e fatto riflettere il pubblico con il suo talento nel corso di una carriera straordinaria che ha attraversato il teatro, la televisione e il cinema. Questo articolo esplorerà la vita e la carriera di Lello Arena, mettendo in evidenza il suo impatto duraturo sul panorama dell’intrattenimento italiano.
L’inizio della carriera di Lello Arena
Lello Arena, il cui nome completo è Raffaele Arena, è nato a Napoli il 1º novembre 1953. Da bambino, l’attore si trasferì con la famiglia a San Giorgio a Cremano. Affascinato già da bambino dall’arte, non era felice del trasloco:
Sono appena dieci chilometri di distanza, ma nel primo periodo li ho maledetti, li ho accusati di egoismo, di volermi rovinare la vita, di volermi assassinare, da quello che consideravo il centro, mi portavano in periferia. E invece stavano costruendo il mio futuro, un futuro di passioni, ideali, cinema. Che non sarebbe mai stato possibile se non avessi avuto la possibilità di incontrare Massimo.
L’attore napoletano è stato anche un grande appassionato di rugby, ma ha accantonato la carriera sportiva per dedicarsi completamente all’attività teatrale. Insieme a lui e ad altri amici (tra cui Enzo Decaro) formò il gruppo Rh-Negativo, inaugurando un nuovo tipo di teatro che attingeva alla farsa napoletana e al cabaret.
Nel 1977 il gruppo (rinominato I saraceni e successivamente La Smorfia) si assottigliò e rimasero, oltre ad Arena, solo Troisi e Decaro. Il trio esordì prima al Teatro San Carluccio di Napoli, grazie all’improvviso forfait di Leopoldo Mastelloni, poi al cabaret romano La Chanson e alla trasmissione radiofonica Cordialmente insieme. Notato da Enzo Trapani e da Giancarlo Magalli, esordì nel programma televisivo “Non stop“. La Smorfia approdò anche in “Luna Park“, il programma del sabato sera condotto da Pippo Baudo, e rimase attivo dal 1979 fino all’inizio degli anni ottanta, mettendo in scena una vasta gamma di sketch. Tra i più memorabili resta l’Annunciazione, con Arena nei panni dell’Arcangelo Gabriele che entrava in scena, in maniera molto teatrale, con il celebre tormentone «Annunciaziò annunciaziò». Gli sketch erano tutti preparati e non esisteva alcun tipo di improvvisazione, come dichiarato da lui stesso in un’intervista a TeatroeMusicaNews.
Nell’82, Lodovico Gasparini lo volle come assoluto protagonista nel film “No grazie, il caffè mi rende nervoso”, dove interpretò Michele, un giornalista che, in preda ad un raptus, inizia ad uccidere i partecipanti del Primo Festival Nuova Napoli (tra cui Massimo Troisi e James Senese). Quel film divenne un vero e proprio cult, tanto è vero che nel 2014 Arena tentò di scrivere una sceneggiatura per farne un seguito, anche se tutt’ora non è stata tramutata in un film.
Nel corso del tempo, l’attore e regista napoletano continuò a lavorare a fianco dell’amico, Massimo Troisi, partecipando sia al suo mediometraggio “Morto Troisi, viva Troisi!” che in “Scusate il ritardo” del 1983, in quest’ultimo venne premiato con un David di Donatello come miglior attore non protagonista per la parte di un nevrotico lasciato dalla fidanzata.
Le grandi collaborazioni
Tra gli anni Ottanta e Novanta, Lello Arena ebbe l’opportunità e l’onore di lavorare a fianco di altri grandi volti del cinema italiano, come Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Carlo Verdone. Inoltre, iniziarono i suoi primi esperimenti come regista in “Chiari di Luna” del 1988 e “Il principe azzurro”.
Arena, inoltre, è stato autore del libro del 1993, intitolato “I segreti del sacro papiro del sommo Urz”, nonché sceneggiatore di storie per fumetti come “Lupo Alberto” e “Topolino”.
Nel 2009 ottenne il premio alla carriera “Massimo Troisi” e nel 2018; diresse gli Arteteca nel film “Finalmente Sposi”, e partecipò programma di Renzo Arbore “Guarda…Stupisci” insieme a Nino Frassica e Andrea Delogu.