Una delle rappresentazioni dell’Adorazione dei pastori citata nell’articolo precedente (vedi qui), è proprio quella di Botticelli che richiede un articolo a parte per il suo contenuto altamente simbolico. Parliamo della conosciuta Natività Mistica.
Ma perchè è stato tramutato il suo nome dall’Adorazione dei pastori alla Natività mistica? Cosa ha di mistico? Vediamolo subito.
La crisi dell’artista e la realizzazione della Natività Mistica
Per capire al meglio il significato dell’opera di Botticelli, un dipinto a tempera su tavola del 1501 conservato alla National Gallery di Londra, bisogna conoscere l’artista e la crisi che lo portò alla realizzazione di quest’opera.
Botticelli è noto come il pittore della Primavera e della Nascita di Venere, opere sempre molto profonde di significato e simbolismo, che alludono a temi allegorici e mitologici, le sue rappresentazioni possiamo definirle profane e non sacre.
Nel panorama storico ed artistico del 500 a Firenze, ci fu una figura di spicco che si fece notare per le sue ideologie e predicazioni, il frate domenicano Savonarola. Le sue prediche erano incentrate contro la politica e contro la Chiesa. Predicava l’ascetismo e denunciava la decadenza e la corruzione della Chiesa, e molti volti noti di spicco tra prelati e governanti. Abile predicatore, riusciva a farsi credere esercitando una notevole influenza sul popolo, predicando anche profezie come l’Apocalisse.
Fu invitato più volte ad abbandonare questa via della predicazione contro la Chiesa, cosicchè Lorenzo De Medici lo nominò priore del convento di San Marco, sperando in una tregua. Savonarola, però, acquisì più potere ed iniziò una vera e propria Riforma protestante dove, insieme ai suoi seguaci chiamati piagnoni, perchè ai suoi sermoni venivano presi da profonda commozione, condannò ogni forma di lusso e di usura così da creare i cosiddetti roghi della vanità, un falò dove bruciarono opere d’arte, libri e strumenti musicali.
C’è stata un vera e propria perdita di gran parte del patrimonio artistico. Si pensi che molti artisti come Botticelli hanno messo al rogo molte loro opere considerate profane, presi da un senso di inquietudine, uno dei tanti è anche l’artista conosciuto come Fra Bartolomeo (colui che ha realizzato il ritratto del Savonarola che vediamo in foto) che ha bruciato la maggior parte delle sue opere spogliandosi poi dei suoi averi e diventando Fra Bartolomeo. Savonarola, sottopose Firenze ad un regime teocratico.
La situazione però col tempo si aggravò, e Savonarola fu sconsacrato e sottopposto a 3 giudizi. Venne descritto come eretico e bruciato al rogo.
Riferendoci a Botticelli, dopo la notizia del rogo del Savonarola, fu preso da un profondo senso di inquietudine e disorientamento. Le opere che creò dopo la sua morte trattavano temi sacri e non profani come le sue precedenti, ma tutte piene di simbolismo.
Natività mistica di Botticelli
Tra le opere che trattano l’Adorazione dei pastori nell’arte non si poteva che parlare dell’Adorazione dei pastori di Botticelli, chiamata successivamente Natività mistica dalla critica per sottolineare la misticità dell’opera tratto dal suo significato altamente simbolico.
In quest’opera tutto è in festa ma ci sono alcune caratteristiche che ci fanno subito sentire un senso di disagio. Ad iniziare dalla scena principale quella della grotta dove linee, colori, rappresentazioni, proporzioni appaiono distorte.
La scena non viene catturata dal Bambino e dalla sua luce divina come nella maggior parte delle Natività, ma dalla figura di San Giuseppe rappresentato accovacciato su se stesso in una posizione triste. Non è partecipe alla scena, il capo è rivolto altrove come il pensiero.
Si dice che Botticelli nel rappresentare San Giuseppe abbia ritratto se stesso e le sue emozioni. In quel periodo l’artista, era affranto, triste e disorientato per la perdita del suo amico Savonarola, bruciato sul rogo perchè eretico, ed anche se Botticelli non si considerava vero e proprio seguace del frate domenicano, iniziò a farsi influenzare dalle sue predicazioni e dalla sua condanna dell’arte pagana, ed abbandonò le rappresentazioni profane per dedicarsi alla rappresentazione sacra come questa Adorazione dei pastori di Botticelli, che però presenta delle profonde incertezze.
La Madonna è sproporzionata rispetto alla grotta. Le sue proporzioni sono alterate, esagerate, anche qui si nota il disagio dell’artista, quasi come se oltre al disagio l’artista voleva con questo far prendere la scena alla Madonna per distogliere dalla tristezza di San Giuseppe. Solo lei è in adorazione. Si crea questa complicità tra il Bambin Gesù che è rappresentato di spalle verso San Giuseppe ignaro, e di fronte alla Madonna mentre si guardano teneramente.
In adorazione al di fuori del contesto della grotta, sono anche i due pastori accompagnati dall’angelo sulla destra vestito di bianco, simbolo di purezza, e i tre Re Magi che seguono l’indicazione dell’angelo vestito di rosa sulla sinistra, ricoscibili dalla corona di alloro. L’angelo vestito di rosa rappresenta l’Arcangelo, una delle più alte cariche tra la gerarchia degli angeli. Inoltre, entrambi gli angeli stringono in mano un ramoscello di ulivo simbolo di pace.
Sopra la tettoia di paglia della capanna si adagiano tre serafini che intonano un canto melodioso per la nascita, rappresentanti le tre virtu teologali, come si nota dai loro vestiti colorati di bianco per la Fede, rosso per la Carità e verde per la Speranza. Questi tre angeli reggono insieme un libro che allude all’Apocalisse, perchè questa rappresentazione dell’artista vuole riferirsi non alla nascita del Cristo, ma alla seconda venuta in terra del Cristo Salvatore, la nota Parusia, ciòè la fine del mondo che vedrà il nascere di nuovi cieli e nuove terre.
In basso troviamo una composizione fatta di angeli e uomini illustri evidenziati dalla corona di alloro, per la sapienza, che si scambiano un abbraccio. Essi rappresentano la pace universale, che avverrà da quel momento in poi, dalla venuta in terra del Signore. Mentre piccoli demoni si nascondono nel sottosuolo terreno, infilzandosi con i loro stessi forconi, terrorizzati dalla presenza del Cristo. I tre angeli sono prosopopee delle tre virtù teologali.
In alto si presenta una danza angelica di 12 angeli che formano un cerchio. Essi rappresentano la danza della vita, una rigenerazione, una rinascita e una speranza per tempi migliori che verranno. E’ anche icona dell’uroboro il serpente mitologico che mordendosi la coda forma un cerchio su se stesso. Gli angeli danzano con ramoscelli di ulivo, simbolo di pace, e corone che cadono, simbolo della regalità divina del Bambino.
Sul cartiglio in alto c’è una scritta in greco che rimarca il significato dell’Apocalisse. Il testo recita:
Questo dipinto, sulla fine dell’anno 1500, durante i torbidi d’Italia, io, Alessandro, dipinsi nel mezzo tempo dopo il tempo, secondo l’XI di san Giovanni nel secondo dolore dell’Apocalisse, nella liberazione di tre anni e mezzo del Diavolo: poi sarà incatenato nel XII e lo vedremo […]come nel presente dipinto“.