Leonardo da Vinci evoca una grande emozione nel cuore di ciascun appassionato di arte. Geniale, visionario, proiettato nel futuro al punto che le sue opere e le sue invenzioni sono ancora oggi innovative e stupefacenti. Nei suoi dipinti si può entrare con l’anima per scrutare il cielo, tale è la profondità e la prospettiva, frutto della maestria pittorica.
Sono varie le sfide proposte da questa mostra, voluta e resa possibile con passione dal Comune di Milano e dalla Regione nell’ambito del palinsesto per i 500 anni dalla morte del genio toscano che a Milano visse a lungo, realizzando una serie di opere fra cui L’ultima Cena e gli affreschi della Sala delle Assi del Castello Sforzesco, la cui apertura è stata prorogata fino al 19 aprile.
Vediamo insieme i tratti salienti dell’evento.
Il ritorno della Madonna di Litta, il capolavoro attribuito a Leonardo realizzato a Milano approssimativamente nel 1490 e che il duca Antonio Litta Visconti Arese vendette all’Ermitage di San Pietroburgo nel 1865, è particolarmente gradito in quanto il dipinto ha lasciato molto raramente la Russia, solo sei volte dal 1865 ad oggi. L’opera sarà contornata da una ventina di capolavori di Leonardo e dei suoi allievi fra cui dipinti di Marco D’Oggiono, il maestro della Pala sforzesca e di Francesco Napoletano. Particolare l’attenzione sulle opere di Giovanni Antonio Boltraffio, di cui il Poldi possiede la pregevole Madonna con bambino.
Leonardo da Vinci o Boltraffio?
Mentre un tempo sembrava certa l’attribuzione della Madonna di Litta a Leonardo ora è a dir poco controversa, c’è chi lo ritiene opera di un suo allievo, probabilmente Boltraffio.
Vale la pena ammirare con particolare attenzione le affinità della Madonna Litta con la Venere delle rocce della National Gallery e quelle della Madonna con bambino con la seconda Madonna delle rocce conservata al Louvre.
Questo accostamento permette di far comprendere al pubblico come avviene, e come può cambiare nel tempo, l’attribuzione delle opere.
Gli enigmi nascosti in ogni opera intrigano da secoli migliaia di studiosi in tutto il mondo.
Grazie alla Fondazione Bracco, un team di esperti coordinati dall’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del CNR ed in collaborazione con l’Università di Milano e l’Università di Milano-Bicocca, ha svolto una serie di sofisticate indagini diagnostiche su alcune opere presenti in mostra.
Con l’ausilio di radiografie, riflettografie ai raggi infrarossi, UV, infrarosso in falso colore ed altre tecnologie sono stati svelati i diversi metodi di realizzazione dei disegni preparatori e dei dipinti creati da Leonardo e dagli artisti che lavoravano a stretto contatto fra loro nella bottega del genio toscano, nel periodo compreso dal 1482 al 1499, ossia negli anni di presenza di Leonardo a Milano.
Non finisce qui, cari amanti dell’arte. Gli esiti delle indagini svolte saranno visibili ai visitatori della mostra e consultabili sul sito del museo e della Fondazione Bracco.
Disponibili inoltre per i bambini da 7 a 11 anni una App realizzata appositamente per l’occasione e l’album “Diventa allievo di Leonardo”.
Bellissimo articolo!!! Complimenti