Il sindaco di Capalbio, Settimio Bilanciardi, ha deciso che il 2020 sarà l’anno dell’artista visionaria del Giardino dei Tarocchi, Niki de Saint Phalle. A Capalbio arriveranno opere di vario genere e di artisti di tutto il mondo, per onorare questa donna straordinaria. Sarà possibile vedere un concentrato di arte definita post realistica, visionaria, femminile e femminista.
Niki de Saint Phalle – chi era
Niki de Saint Phalle è nata in Francia nel 1930 da una famiglia benestante. Il padre era un banchiere francese e la madre un’attrice americana. Nel 1937, la famiglia si trasferisce a New York in seguito alla crisi che colpì le banche e le borse nel 1929. A New York, Niki, per il suo carattere ribelle e anticonformista, passa da una scuola all’altra e nel 1948 inizia a scrivere. Il suo interesse iniziale fu infatti la letteratura.
Conosce Harry Mathews, uno scrittore con cui si sposa e ha due figli, con lui vive in America poi si sposta a Parigi. Quest’artista dal carattere guerriero e assolutamente anzitempo, fin da piccola vive fra gli Stati Uniti e la Francia, quando in estate si deliziava del tempo trascorso con i nonni in quel di Francia: due visioni, l’europea e quella americana, che le permetteranno di essere poliglotta, cosmopolita, mondana e mentalmente aperta.
Nel 1952, ricoverata a Nizza per una crisi nervosa, sente dentro di sè il desiderio di dipingere, le sue prime opere le chiama “Shooting paintings”: armata di carabina, Niki sparava contro rilievi di gesso su cui si trovavano sacchetti di colori, che esplodendo, imbrattavano i pannelli con i ritratti di Kennedy, Kruscev, Fidel Castro. Era un atto contro il potere maschile e contro suo padre che cercò di violentarla all’età di 11 anni, perché “voleva che fossi la sua amante”, contro i suoi genitori che l’avevano cresciuta per rimpolpare il mercato del matrimonio.
Negli anni Settanta divorziò e si risposò con Jean Tinguely, con il quale iniziò anche una notevole e importante collaborazione artistica. Con lui progettò anche il Giardino dei Tarocchi. Così cominciò il suo vero amore artistico: la scultura. Già negli anni Sessanta Niki s’ispira alla figura femminile, creando delle sculture giganti, le Nanas.
Hon/Elle, ad esmpio, è una gigantesca donna incinta, realizzata per il museo di Stoccolma, che accoglie i visitatori nel suo grembo, nel seno sinistro vi è un piccolo planetario e nel destro un bar. L’opera suscitò enorme scalpore e la lanciò come scultrice visionaria, a livello mondiale.
Il giardino dei Tarocchi a Capalbio
Il giardino dei Tarocchi nasce da un’idea e da una donazione della famiglia Caracciolo, due ettari di terreno sull’ultima punta della collina maremmana, Garavicchio, nell’area comunale di Capalbio. Sono 22 sculture ispirate agli Arcani maggiori dei Tarocchi e conducono il visitatore non in un banale percorso naturalistico, non solo, ma in un sentiero inconscio ricco di spunti simbolici ed esoterici. Sono sculture giganti e direi grottesche, con bocche, seni enormi che colpiscono la vista e tutti i sensi, non solo per la loro enormità, ma anche per il cromatismo spinto, vivace, ricco, ispirato a pittori di fama internazionale come Klee, Kandisnkij, Matisse e Picasso. Queste sculture sono anche case, in una delle quali, la Sfinge, Niki abitò, durante i lavori, e sono state realizzate in cemento armato ricoperto di vetri, specchi e ceramiche colorati. E’ un inno alla maternità e al femminile, senza ombra di dubbio: rotondità e abbondanza sono il femminile che si dispiega in mezzo alla natura e si spiega al mondo, attraverso un’idea del corpo femminile non convenzionale, non maschile, anzi in sua netta contrapposizione.
Niki fece anche la modella per Vogue, ma per un breve periodo di tempo. Quel mondo non le interessava e le ricordava l’ideale di donna che aveva il padre abusante. Perciò, di contro, le sue figure femminili sono abbondanti, adirittura incinte e nella Sfinge – Imperatrice dagli enormi seni, Niki risiedette, come dicevo: L’Imperatrice è una grande scultura-abitabile realizzata in figura di Sfinge, con i seni prominenti che fungono da finestrelle. Dentro di lei vi è una cucina, un bagno, una camera da letto, un soggiorno e qui s’incontravano anche altri artisti che collaborarono al maestoso progetto del giardino.
Il marito Tinguely, maestro nell’inventare congegni meccanici in grado di muoversi, fu uno dei suoi collaboratori, insieme a tantissimi artisti, da ceramisti, ad architetti, a pittori. I lavori iniziarono nel 1979 e l’apertura al pubblico avvenne nel 1998. Molti di questi artisti vissero nelle cavità e nelle sinuose opere maestose, che divennero vere e proprie dimore artistiche e accoglienti. Per finanziare questo meraviglioso progetto, Niki lanciò anche una linea di profumi. Nel 2003 Niki morì per una crisi polmonare, dopochè era tornata negli Stati Uniti.
Anche la passione per la scrittura la conttradistinse, infatti, all’interno del parco, ci sono frasi, citazioni e appunti di Niki: “Se la vita è un gioco di carte, noi nasciamo senza conoscerne le regole“.