Dal 30 settembre 2024 al 6 aprile 2025, il Rockbund Art Museum di Shanghai ospita la prima mostra personale in Asia dell’artista afroamericano Rindon Johnson, intitolata Best Synthetic Answer. Il fulcro dell’esposizione è una monumentale videoinstallazione che invita il pubblico a riflettere sullo stato dell’ecosistema marino e sulle responsabilità dell’uomo nella sua distruzione.
Attraverso l’Oceano: la sfida dell’intelligenza artificiale
L’opera centrale, Best Synthetic Answer #1: Crossing…, è una simulazione in tempo reale di un viaggio tra San Francisco e Shanghai, che dura l’intero periodo di apertura della mostra. Un avatar virtuale, creato dall’intelligenza artificiale, nuota attraverso l’Oceano Pacifico, tracciando simbolicamente il percorso tra le due città. Questo viaggio, della durata di sette mesi, rappresenta la vulnerabilità dell’oceano, continuamente sfruttato dalle attività umane, come la pesca intensiva e l’estrazione mineraria del fondale marino.
Mentre l’avatar avanza, l’ecosistema che lo circonda viene aggiornato attraverso modelli di intelligenza artificiale, che visualizzano in tempo reale la condizione degli oceani. Il progetto di Johnson, oltre a essere visivamente suggestivo, solleva una domanda inquietante: “In che misura siamo responsabili di questo disastro ambientale?”.
La riflessione su tempo e distruzione
La mostra di Johnson si estende oltre la videoinstallazione, includendo diciotto opere inedite, tra cui dipinti, sculture e animazioni, che continuano a esplorare i temi dello sfruttamento ambientale e dello scorrere del tempo. Ogni opera è un “oggetto vivente”, intriso di mutamento, che cambia con il tempo, evidenziando la precarietà dell’ambiente naturale e umano.
Johnson utilizza l’arte per porre domande fondamentali sulla contemporaneità: proprietà, sfruttamento, valore, autonomia e spreco. In un’epoca di crescente consapevolezza ambientale, il suo lavoro ci invita a riflettere sul nostro ruolo nel futuro del pianeta e su come le nostre scelte quotidiane influiscano sugli ecosistemi più fragili della Terra.
Un viaggio lungo sette mesi
La scelta di prolungare la mostra per sette mesi riflette non solo la durata simbolica del viaggio dell’avatar, ma anche il desiderio di Johnson di spingere gli spettatori a riflettere sul passare del tempo e sull’impatto umano su ciò che ci circonda. Ogni giorno, l’installazione cambia leggermente, mentre l’avatar prosegue il suo viaggio attraverso un oceano ferito, ma ancora ricco di vita. Un’esperienza artistica che ti lascia con una sensazione di urgenza e responsabilità.
Sei pronto a confrontarti con la tua responsabilità?
Se hai l’opportunità di visitare Shanghai nei prossimi mesi, non perdere la possibilità di immergerti in questa riflessione critica sullo stato degli oceani e sul nostro futuro. Ogni giorno conta, non solo per l’avatar che attraversa l’Oceano Pacifico, ma anche per la nostra Terra, che soffre sotto il peso del capitalismo e dello sfruttamento ambientale.
E tu, cosa fai per proteggere l’ambiente? Vieni a scoprirlo alla mostra e condividi con noi le tue riflessioni su Instagram!