Oltre le bende: storia di un antico egiziano, il Museo Civico Archeologico, l’Istituzione Bologna Musei e i Musei Civici di Mantova sono lieti di annunciare l’inizio di una rilevante iniziativa di recupero, volta alla valorizzazione e alla divulgazione del patrimonio culturale.
Oltre le bende: storia di un antico egiziano
Presso la Sezione Egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna, dal 16 giugno e fino al 3 settembre 2021 sarà visibile al pubblico il restauro di una mummia umana di un adulto conservata nei depositi del museo dal 1994 – appartenente alla collezione di antichità egizie, greche, etrusche e romane che Pelagio Palagi donò al Comune di Bologna.
Il trattamento conservativo è stato affidato a Cinzia Oliva – fra i massimi esperti nel restauro dei tessuti antichi – e si svolgerà in tre momenti: 16-18 giugno, 12-16 luglio, 30 agosto-3 settembre 2021.
Esso è la condizione primaria al trasferimento in sicurezza della mummia che il Museo Civico di Bologna ha dato in prestito ai Musei Civici di Mantova per un periodo di 5 anni, oltre ad una serie di 11 bronzetti di divinità egizie.
Museo di Palazzo San Sebastiano, Mantova
Dopo 27 anni, la mummia sarà quindi nuovamente visibile al pubblico del Museo di Palazzo San Sebastiano a Mantova, arricchendo la collezione Egiziana di Giuseppe Acerbi, che consta di reperti archeologici raccolti durante la permanenza in Egitto (1826 -1834) come console Generale d’Austria.
La restituzione al pubblico della mummia (appartenente alla raccolta Palagi nell’ambito della collezione Acerbi) confronterà due tra i più importanti collezionisti di antichità egiziane del XIX secolo.
L’iniziativa è solo uno dei primi step di un accordo pluriennale firmato nel 2017 nell’ambito di un riassetto delle raccolte civiche di Mantova, il cui fine è valorizzare e migliorare la fruizione pubblica di un così significativo patrimonio.
Tra le iniziative abbiamo un nuovo percorso espositivo per il Museo di Palazzo San Sebastiano, in cui verranno trasferiti i due importanti nuclei di reperti di Giuseppe Acerbi e di Ugo Sissa che intende fornire nuove chiavi di lettura legate ai mantovani che dedicarono la loro carriera alla creazione di un patrimonio artistico personale che rappresenta un vario patrimonio civico.
Con il nuovo allestimento si avrà l’occasione di comprendere i trascorsi collezionistici di questi reperti che narrano la storia di Mantova e le origini della cultura occidentale.
Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha partecipato attivamente mettendo a disposizione la propria esperienza e le competenze altamente qualificate di Paola Giovetti (direttrice del Museo) e Daniela Picchi (responsabile della Sezione Egiziana) rispettivamente per la curatela scientifica del riallestimento della Collezione Mesopotamica di Ugo Sissa e della Collezione Egiziana di Giuseppe Acerbi.
La mummia egizia del Museo Civico Archeologico di Bologna
Pelagio Palagi acquistò questa mummia (di cui rimane ignoto il contesto di provenienza) nel 1833 con due sarcofagi a cassa e ad un’altra mummia.
Il mercato antiquario del tempo offriva grandi occasioni di acquisto, sia per l’arrivo di grandi gruppi di oggetti direttamente dall’Egitto che per lo smembramento di importanti collezioni realizzate costituite nel XVIII secolo.
Palagi si servì di entrambi i canali per i suoi acquisti. All’epoca l’artista si era già trasferito a Torino presso Carlo Alberto di Savoia come pittore preposto alla decorazione dei Reali Palazzi, ma questi reperti egiziani arricchirono la casa museo milanese, da dove furono trasferite a Bologna dopo la sua morte.
Durante il passaggio da Milano a Bologna si perse la conoscenza di questa e di altre mummie perché nascoste all’interno di sarcofagi, non sempre rilevanti.
Fu Giovanni Kminek-Szedlo (curatore della Collezione Egiziana del Museo Civico inaugurato nel 1881 in Palazzo Galvani) il primo a documentare a Bologna l’esistenza della mummia.
La mummia fu esposta al primo piano del museo sino al 1994, anno in cui fu trasferita nei depositi in concomitanza al trasferimento della Collezione Egiziana in nuovi spazi museali al piano interrato di Palazzo Galvani.
Il legame creatosi fra i Musei Civici di Mantova e il Museo Civico Archeologico di Bologna ha permesso non solo la fruizione pubblica della mummia, ma è stata anche occasione di studio e ha avviato la pianificazione di un intervento di restauro necessario alle esigenze scientifiche ed espositive.
Un programma di indagini diagnostiche per la mummia egizia
La dottoressa Daniela Picchi ha definito un programma di indagini diagnostiche per studiare i resti umani, le tecniche di imbalsamazione e i tessuti utilizzati per il bendaggio della mummia, coinvolgendo prestigiosi istituti di ricerca e di esperti professionisti di settore che hanno proficuamente messo a confronto le proprie specifiche competenze.
È stato possibile determinarne il sesso (maschile), l’altezza (circa 160-163 cm), l’età biologica alla morte (50-55 anni), oltre ad una discreta conservazione dei suoi tessuti e delle sue strutture anatomiche. L’analisi paleopatologica non ha determinato la causa di morte.
Si è scoperto che i tessuti utilizzati per avvolgere il corpo risalgono all’VIII-VI sec. a.C., escludendo che la mummia sia appartenuta originariamente ai sarcofagi acquistati da Palagi nel 1833 perché più antichi di molti secoli (Medio Regno, 2046-1794 a.C.).
L’intervento di restauro per la mummia egizia
L’intervento di restauro conservativo è stato affidato a Cinzia Oliva la quale ha stabilito che il corpo è stato bendato utilizzando un ricco apparato tessile, caratterizzato da due sudari sovrapposti, presumibilmente tinti di rosso e da bende ricavate da teli di grandi dimensioni.
I danni rilevati si possono attribuire a precedenti traversie collezionistiche e alle condizioni di esposizione: luce e agenti inquinanti hanno accelerato il degrado chimico-fisico del materiale cellulosico.
Il restauro si propone di stabilizzare lo stato di conservazione, arrestando il degrado del materiale mediante la rimozione delle cause principali (polvere, agenti inquinanti, stress meccanico, deformazioni), di recuperare l’integrità del bendaggio, sia dal punto di vista meccanico che estetico e di studiare l’apparato tessile.
Il progetto di riordino dei Musei Civici di Mantova
Il progetto del Museo della Città di Palazzo San Sebastiano consiste nella creazione di un nuovo sistema museale basato sui personaggi che costituirono i nuclei delle collezioni conservate presso i musei.
Sarà dedicata una sezione a Francesco II Gonzaga (committente di Palazzo San Sebastiano) e una sezione alla statuaria greco-romana e al recupero dell’antico di Vespasiano Gonzaga. Presso la Sala dei Trionfi saranno esposte le sezioni Egiziana, Araba e Mesopotamica.
La Collezione Egiziana Giuseppe Acerbi
La Collezione Egiziana Giuseppe Acerbi si compone di 414 oggetti: tra questi emerge un rarissimo acquamanile in bronzo con il relativo vaso versatoio.
La collezione mantovana è caratterizzata da alcuni nuclei significativi, che ne determinano la ricchezza e varietà tipologica.
Una categoria di materiali molto rappresentata è quella delle statuette funerarie che conta 127 ushabti, 4 statuette di falco-akhem, 3 statuette di Ptah-Sokar-Osiri, 2 statuette di Anubi e 2 di Ba.
Altrettanto numerosi sono gli amuleti, 128 esemplari di varia tipologia, epoca e materiale e i bronzetti votivi, raffiguranti varie divinità del pantheon egiziano.
Il più prestigioso tra questi è rappresentato da un sarcofago in bronzo a forma di gatto, in origine collocato in un’area templare dedicata alla dea Bastet.
I materiali della Collezione Egiziana saranno integrati ed arricchiti dalla cosiddetta Collezione Araba di Acerbi costituita da reperti etnografici e naturalistici selezionati dal console durante il soggiorno egiziano.
Fra questi oggetti spiccano una sella ottomana-mamelucca, una ciotola a vernice nera con iscrizioni in arabo, strumenti musicali, armi, oltre ad animali imbalsamati, conchiglie e fossili.
La collezione Acerbi all’interno di Palazzo San Sebastiano sarà suddivisa in quattro aree tematiche: la prima introdurrà la figura di Giuseppe Acerbi; la seconda esporrà il nucleo delle antichità egiziane che documentano l’interesse di Acerbi per dinastie e sovrani. La terza sarà dedicata a Il corredo funerario, che avrà nella mummia di Bologna il proprio cardine espositivo e tematico; la quarta area si concentrerà su Dei e templi.
La Collezione Mesopotamica Ugo Sissa
Raccolta dal mantovano Ugo Sissa (architetto, pittore, fotografo e saggista) si tratta di una collezione di proprietà privata, depositata dal 1994 presso il Museo Civico di Palazzo Te.
Consta di 279 reperti mesopotamici, diversi per provenienza, epoca e tipologia, tutti esposti nel complesso museale.
Questo nucleo diventa un ulteriore punto di contatto sulla storia del collezionismo e sulla civiltà mesopotamica tra Bologna e Mantova
Durante gli orari di apertura del museo e nel rispetto delle misure di sicurezza finalizzate al contenimento del rischio di contagio da Covid-19, i visitatori potranno osservare dal vivo quali siano le operazioni necessarie al complesso restauro tessile di una mummia egiziana dalla storia millenaria, in parte ancora inedita.