Una particolarità tutta italiana che negli ultimi decenni ha visto, soprattutto nei mesi estivi, un’attenzione sempre maggiore,da parte di piccoli borghi, all’inscenare rievocazioni storiche sempre più puntuali e sfarzose.
Tra questi, il Palio dell’Oca, nel Borgo marchigiano di Cagli che dal 1987, nella seconda domenica del mese di agosto, va in scena con la sua “giucosa” rievocazione storica; nello stesso periodo della vicina Urbino ma non meno, in proporzione, rievocativa ed interessante.
L’edizione 2020 del Palio dell’Oca non è andata in scena
Le cause sono quelle a cui ormai siamo fin troppo abituati a sentire frapporre tra la normalità degli eventi e ciò che al momento si è costretti a fare. Per talune situazioni si è scelta la misura ridotta mentre per il Palio dell’Oca, il comitato, non certo con facilitá, ha scelto di non mettere in scena quest’anno nessuna rievocazione con annessi giochi.
Nell’albo d’oro del Palio dell’Oca, quella del 2020 sarà annoverata come edizione mancata. C’è da dire che tale decisione ha acceso gli animi fra chi riteneva che ci fossero comunque gli estremi per l’attuazione di un distanziamento adeguato, suffragando tale tesi evidenziando l’effettiva idoneità dell’arena in cui si svolge ormai da anni la manifestazione.
Dalla prima edizione infatti, fino al 2002, il Palio dell’Oca si ê sempre svolto nella suggestiva ma misurata piazza principale del borgo; mentre dal 2003 l’intera manifestazione si è spostata, poco distante dal centro, nell’arena lungo il fiume, costruita esclusivamente per il Palio dell’Oca, pur rimanendo in programma il suggestivo corteo nelle vie del paese, con tutti i figuranti in sontuosi abiti di velluto ornati da pietre preziose e perle, cuciti dalle sapienti mani delle volontarie del comitato, testimonianza di grande maestria.
Il Palio dell’Oca si ferma un giro ma non i suoi abiti
E deve essere stata la magnificenza di tali abiti che ha fatto venire in mente a qualcuno che non potevano, così ben confezionati e sontuosi, restare per un intero anno ancora chiusi in un armadio.
Nella sala d’ingresso del Palazzo Comunale di Cagli infatti è stata allestita una mostra, visitabile tutti i giorni con ingresso gratuito, che parla del Palio richiamando le edizioni precedenti con foto di particolari delle passate edizioni, uno schermo che proietta a ciclo continuo immagini live del Palio dell’Oca 2019 ed infine loro, gli abiti, per la prima volta statici, immobili; ogni tanto un alito di vento crea una sorta di movimento tra le loro pieghe ma non è la stessa cosa.
Nulla può emulare l’incedere deciso della figurante che nel tempo di una sfilata, grazie al suo abito minuziosamente ricostruito nei particolari storici, credo si senta per davvero proiettata nel rinascimento quando quella sfilata era realtà e le sorti di una contrada o dell’altra dipendevano dell’esito del gioco.
Tutto fermo dunque ma in qualche modo questa iniziativa aiuta a dare continuità ad una manifestazione molto sentita dagli abitanti di Cagli e dai turisti, sempre più numerosi ed incuriositi dallo svolgersi delle contese tra contrade che vede le sue origini nel lontano 1500.
E’ l’annalista cagliese Antonio Gucci (1596 -1678) che nel 1543 parla del Palio dell’Oca scrivendo:
“era assai disposta à sodisfare il Popolo nelle cose temporali onde per tenerlo allegro ni tempi Carnevaleschi, soleva far giostrare al corso dell’Anello, et al giuoco dell’Oca, dando per premio al vincitore nel Corso dell’Anello, un Castrone, et all’altro l’istissa Oca quali animali venivono somministrati dal Rettore dell’Hospidale di Sant’Antonio, al quale per il contrario dava la Comunità certa elemosina in danari per il sodetto effetto. Il corso dell’Oca non è pervenuto à nostri tempi, ma bensì quello dell’anello, il quale fu dismesso à gli anni addietri, perché non correndovi più persona di garbo, cagionava più disgusto, che gusto ai riguardanti; et il premio, che si dava al Vincitore, cioè il Castrato, non era più somministrato dall’Hospidale suddetto, ma lo pagava del proprio la Comunità come appare ai Libri dell’Uscite sue, che si conservano nella Cancelleria Commune”
Un modo nuovo quest’anno per il borgo di Cagli di vivere il Palio dell’Oca, sommessamente certi che alla sorte non si comanda, come quando si finisce nella maledetta casella che costringe il malcapitato giocatore a rimanere fermo un giro, questa volta lungo un intero anno.
E se possibile direi che quest’anno nell’albo d’oro anziché una casella vuota, si potrebbe scrivere che: ha vinto l’OCA !