Hai mai sentito parlare della Pietà di Gaza? Quest’anno, un’immagine intensamente emotiva e simbolica ha vinto il World Press Photo Award 2024. L’immagine, scattata dal reporter Mohammed Salem per Reuters, cattura il dolore straziante di Inas Abu Maamar, una donna palestinese che tiene in braccio il corpo senza vita della sua nipotina di cinque anni, Saly. La piccola, insieme a sua madre e sua sorella, è stata tragicamente uccisa da un missile israeliano a Khan Younis, nella Striscia di Gaza.
Questa foto non è solo un documento di una terribile realtà, ma è diventata un simbolo potente del dolore e della perdita che la guerra porta con sé. Il momento è stato descritto da Salem come “potente e triste”, riuscendo a riassumere la devastazione vissuta a Gaza.
La giuria ha elogiato la foto per la sua capacità di comunicare il dramma umano con una forza quasi letteraria. La presidente della giuria, Fiona Shields, ha detto che una volta vista, l’immagine “ti rimane in mente” come un messaggio chiaro sull’“orrore e l’inutilità del conflitto”.
“Pietà di Gaza” e non solo
Oltre al premio principale, la competizione di quest’anno ha visto altri fotografi essere riconosciuti per le loro opere che trattano temi di resilienza umana e questioni sociali. Tra questi, la sudafricana Lee-Ann Olwage ha vinto il premio Storia dell’anno per il suo ritratto intimo di una famiglia malgascia che affronta la demenza, e il venezuelano Alejandro Cegarra per il suo lavoro sui migranti che tentano di attraversare il confine meridionale del Messico.
Questi premi e storie evidenziano il ruolo cruciale del fotogiornalismo: non solo documentare gli eventi, ma anche suscitare empatia e consapevolezza globale. Le immagini vincenti saranno esposte nella chiesa Nieuwe Kerk di Amsterdam fino al 14 luglio, offrendo ai visitatori un’occasione unica di riflessione attraverso l’arte visiva.
Che impatto credi che una fotografia possa avere sul nostro modo di vedere e comprendere il mondo?