Pitture rupestri, un mondo che appartiene alla Preistoria e che costituiscono la prima testimonianza artistica dell’uomo del Paleolitico . Le scene di caccia e gli animali incisi sulla roccia erano i principali soggetti di una rappresentazione che non era fine a se stessa, bensì esprimeva i bisogni primari dell’uomo. Nutrirsi, vestirsi, comunicare. La caccia rispondeva a questi bisogni, pertanto rappresentarla sulla pareti rocciose rientrava in un rituale magico e propiziatorio.
Pitture rupestri: Le Grotte di Altamira
Le più antiche sono le Grotte di Altamira scoperte nella Spagna Settentrionale vicino Santillana del Mar nel 1879 dal proprietario terriero e archeologo Marcelino Sanz de Sautuola insieme a sua figlia di nove anni. Le pitture risalgono tra i 40.000 anni e i 10.000 anni fa.
Il sito venne dichiarato patrimonio dell‘UNESCO nel 1985, ma De Sautuola si scontrò con lo scetticismo degli altri archeologi. Le tecniche artistiche usate erano considerate troppo evolute per essere state usate da uomini del Paleolitico superiore.
Ma tra il 1890 e il 1901 vennero scoperte altre pitture rupestri in Europa, in particolar modo in Francia, che misero in discussione gli archeologi che fino a quel momento erano stati scettici su Altamira. Uno di questi Cartahilac accettò l’autenticità delle pitture di Altamira e nel 1902 scrisse un articolo dal titolo “The mea culpa of a skeptic” nel quale chiese anche scusa a Sautuola.
La caverna è formata da un insieme di cunicoli e gallerie che si estendono per circa 270 metri. Il Soffitto multicolore è formato da un insieme di bisonti, cavalli e un cervo con degli effetti di chiaroscuro.
Inoltre sono anche presenti impronte di mani, due più grandi, molto probabilmente di adulti e una di un bambino. Secondo gli studiosi, l’impronta del bambino che è di colore scuro sarebbe stata immersa nel pigmento, stessa cosa per una delle altre due mani. Per quanto riguarda l’altra, molto probabilmente il colore potrebbe essere stato soffiato sulla mano.
Secondo molti studiosi i vari dipinti realizzati nella grotta sono stati realizzati in periodi diversi. Il Soffitto multicolore e le impronte delle mani che appaiono più evolute per la tecnica usata, appartengono al Paleolitico superiore.
Le figure venivano delineate con il nero che si otteneva dal carbone di legna, mentre gli altri colori venivano ottenuti attraverso una miscela di ocra e acqua. Era utilizzata anche l’argilla chiara composta di mica, quarzo, frammenti di ambra polverizzata. Le incisioni venivano fatte con la selce.
E’ stato necessario nel tempo regolare il numero di turisti che visitano la grotta, poichè il respiro di ogni singola persona forma una condensa che danneggia le pitture rupestri. Nel 2002 la grotta venne chiusa e ne fu aperta una nuova accanto, la neogrotta, con delle riproduzioni esatte.
Nel 2015 solo cinque persone estratte a sorte sono ammesse ad entrare nella grotta originale per una visita turistica di una volta a settimana della durata di circa 37 minuti.
Durante una visita Pablo Picasso ne rimase talmente affascinato che esclamò: “Dopo Altamira tutto è decadenza”. Sicuramente è una fase provocatoria, ma rappresenta lo spirito di ricerca che non deve mai mancare all’artista: evocare un bisogno, una necessità, raccontare a una comunità, rendere visibile ciò che è nascosto.
Pitture rupestri: Grotte di Lascaux
Le grotte di Lascaux si trovano nella Dordogna, regione della Francia centro-occidentale. Hanno un’età compresa tra i 10.000 e i 20.000 anni fa, ma furono scoperte casualmente nel settembre 1940 da quattro studenti Francesi durante un’escursione. Oggi sono note come “La cappella Sistina della Preistoria”.
Tori giganteschi, bisonti, cavalli disegnati in maniera realistica anch’essi appartenenti al Paleolitico. Si pensa che fossero immagini religiose, probabilmente disegnate dagli Sciamani del luogo o cronache di vita quotidiana poichè nella natura umana c’è sempre stato il bisogno di raccontare per rendere visibile ciò che altri non possono vedere.
Il sito fa parte del patrimonio dell’Unesco dal 1979 ed è composto da numerosi dipinti preistorici che si estendono per circa 900 metri quadrati. Esse sono divise per sale: la Sala dei tori, il Diverticolo dei felini, la Lancia dell’uomo morto.
Nel 1963 fu chiusa al pubblico poichè l’afflusso di numerosi visitatori danneggiava le opere. Nel 1983 venne inaugurata Lascaux II una replica fedele della Sala dei tori. Oggi è possibile visitare il Centro Internazionale dell’Arte parietale .
Nella Sala dei tori si può notare un grande realismo e un tentativo di creare dei volumi. Le figure, spesso sovrapposte, si adattano agli incavi e alle sporgenze della roccia. I colori prevalenti sono il nero ottenuto dal carbone di legna, il bianco ottenuto dal gesso, mentre il rosso, i bruni e il giallo si ottenevano con terre colorate mescolate a sostanze grasse. Venivano applicati sulla parete o con le mani o con rudimentali pennelli ricavati dal muschio o dal pelo dell’animale. I dettagli del muso e delle zampe.
Pitture rupestri: come intrattenere i vostri bambini
Ecco alcune idee per simulare le pitture rupestri con i vostri figli. Materiale occorrente: colori a cera, carta ruvida, stuzzicadenti.
Caro lettore, buon divertimento con le Pitture rupestri!