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Lettura: Ponte Milvio. Resta insoluto l’enigma
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Mistero

Ponte Milvio. Resta insoluto l’enigma

Paola Mastracco 4 anni fa 2 commenti 5
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A Ponte Milvio, già da qualche anno, si è avuta notizia certa del ritrovamento casuale di una costruzione che però ancora oggi, dopo importanti approfondimenti, non si riesce a definire se si tratti di  dimora privata o un luogo di culto, vista l’epoca dei reperti, cristiano.

Ponte milvio

Nonostante l’impegno di molti studiosi, anche di ambito internazionale, il ritrovamento di Ponte Milvio, rappresenta ancora oggi un vero e proprio enigma, per stessa ammissione della Soprintendenza speciale di Roma.

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Un intricato mistero, riesumato dall’antichità, è dunque ciò che si prospetta davanti agli archeologi impegnati tutt’ora nel sito, i quali dovranno di nuovo esaminare, in cerca di risposte, i materiali di scavo di tutti gli ambienti rinvenuti lungo via Capoprati, a pochi passi appunto da quel Ponte Milvio che per i romani da sempre rappresenta luogo di condivisione ed incontri.

 

Ponte milvio

Enigmatico rompicapo all’ombra di Ponte Milvio

I primissimi scavi, ad onor di verità, risalgono ormai a qualche anno fa, quando la sensazionalità della scoperta fece un gran clamore ma che spense i suoi sogni di gloria sulle ali del mistero che ben presto avvolse l’evento.

Le modalità con cui è avvenuto il ritrovamento, sono decisamente comuni nella realtà capitolina, dove anche la saggezza popolare, con sagacia unica,  riferisce che a Roma, si potrebbe trovare un reperto antico anche scavando per piantare un fiore.

Ponte milvio

Ed infatti, era autunno, quando alcuni lavori di routine dell’Acea, permisero di far emergere  i primi mosaici colorati, situazione che ha ovviamente  subito fatto intervenire  la Soprintendenza.

Lo scavo però, complice la stagione, fu prudentemente richiuso in considerazione dell’innalzamento potenziale del livello del fiume Tevere che avrebbe potuto  rovinare i reperti appena individuati.

Il cantiere infatti, si trova in una posizione molto critica, insediato esattamente nelle sponde del fiume, proprio accanto alla pista ciclabile che transita per Ponte Milvio.

L’indagine archeologica è stata quindi poi ripresa nella primavera successiva, questa volta in modalità decisamente più ampia e approfondita.

Intervento quest’ultimo che ha permesso di portare completamente alla luce ben quattro spettacolari ambienti, tutti rivestiti con marmi pregiati e decorazioni, databili tra il I e il IV secolo d.C.

Ponte milvio

Quello che fin dall’inizio ha lasciato tutti a bocca aperta, è la complessa stratificazione di più costruzioni svelata alla stampa dal Soprintendente Francesco Prosperetti, con queste parole:

Siamo davanti alla sovrapposizione di due fasi.

La prima, risalente al I secolo e che testimonia l’esistenza di attività produttive e scambio di merci, è stata sostituita nel III secolo da un altro edificio, un edificio prezioso che si caratterizza per i marmi e le decorazioni.

Un edificio importante di cui non sappiamo la destinazione

Proprio quest’ultima parte della dichiarazione del Soprintendente racchiude la totalità e il fulcro di quello che ormai i media hanno chiamato L’enigma di Ponte Milvio.

Dalla vicinanza al letto del Tevere, emerge plausibile, in quei luoghi, un possibile traffico commerciale, legato al fiume come via di comunicazione e proprio le parti databili I secolo, fanno pensare ad una destinazione dei luoghi a ciò pertinente, trasformatisi poi successivamente, nel IV secolo, in lussuoso edificio con pavimento in opus sectile, con marmi cioè sontuosamente tagliati a intarsio.

Come sia potuto accadere un siffatto cambio di destinazione d’uso, per dirla in termini moderni, rimane un vero mistero.

Inizialmente si era arrivati a formulare la teoria  che si trattasse di una dimora privata, finemente decorata con materiali di lusso, ma in seguito, la scoperta di un’ampia area di sepoltura, ha certamente reso quest’interpretazione vacillante, rendendo l’enigma ancora più fitto.

L’area era forse un luogo di culto cristiano ma stranamente nessun reperto specifico è stato rinvenuto che richiamasse di fatto alla simbologia religiosa.

Tutto da rifare dunque, ma il tentativo di soluzione del mistero, è rimandato all’apertura di due delle tre tombe ritrovate appunto in loco ma che a loro volta, inspiegabilmente presentano caratteristiche esterne profondamente differenti tra loro.

Noi di iCrewPlay continueremo a seguire questa misteriosa vicenda poiché crediamo che sotto ci sia qualcosa di cui valga davvero la pena seguire gli sviluppi.

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2 commenti 2 commenti
  • Avatar di posili Posili ha detto:
    7 Giugno 2022 alle 16:57

    Articolo scritto con i piedi

    Rispondi
    • Avatar di elisa pellegrini Elisa Pellegrini ha detto:
      11 Giugno 2022 alle 22:30

      Se l’articolo non le piace può benissimo passare oltre. L’articolo viene concepito e revisionato sotto stress. Spesso gli articoli della signora Paola Mastracco sono sempre apprezzati, nella vita c’è anche il momento in cui non si ha la massima performance, ma l’empatia e l’umiltà non appartengono ai leoni da tastiera come lei. Visto che si sente un genio la invito a candidarsi presso la nostra redazione.

      Rispondi

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