Ti sei mai chiesto cosa significasse per Primo Levi ricevere lettere da ex detenuti, lettori o persino ex nazisti? A Torino, Palazzo Madama ospita una mostra unica, Giro di posta, che ci permette di scoprire il lato più personale dello scrittore. Un viaggio tra carteggi inediti, che narrano speranza, memoria e un’Europa ancora segnata dalla guerra.
1961: un dialogo oltre i confini
Nel 1961, mentre il muro di Berlino iniziava a dividere il mondo, la traduzione tedesca di Se questo è un uomo apriva un varco nella coscienza europea. Primo Levi iniziò a ricevere una quantità impressionante di lettere. Chi scriveva? Ex compagni di prigionia, lettori toccati nel profondo e persino figure che, ad Auschwitz, si trovavano “dall’altra parte”. Ogni missiva era un pezzo di un puzzle che raccontava il dolore, la colpa e il desiderio di ricostruzione.
La mostra Giro di posta, visitabile dal 24 gennaio al 5 maggio, raccoglie queste testimonianze inedite, offrendoci una prospettiva unica sulla vita dello scrittore e sul suo impatto.
Una mostra pensata per tutti
Organizzata dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi e curata da Domenico Scarpa, la rassegna si inserisce nel contesto degli 80 anni dalla liberazione di Auschwitz. Attraverso mappe tattili e QR code, il percorso è reso accessibile anche ai visitatori con disabilità visiva, sottolineando il valore inclusivo delle parole di Levi.
Un dettaglio speciale? Un annullo filatelico commemorativo realizzato con Poste Italiane: un omaggio simbolico al potere delle lettere, che connettevano mondi lontani.
Cinque sezioni per raccontare Primo Levi
La mostra è suddivisa in cinque sezioni, ognuna dedicata a un capitolo della vita e del pensiero di Levi:
- Gli anni della formazione: Dai giorni universitari alla pubblicazione di Se questo è un uomo nel 1947, Levi emerge come un giovane scrittore segnato dall’esperienza del lager.
- L’amicizia con Hermann Langbein: Un legame profondo con lo storico e testimone di Auschwitz, promotore dei processi contro i criminali nazisti.
- Il traduttore e partigiano Heinz Riedt: La corrispondenza con il traduttore tedesco del suo libro, che scelse di combattere contro il nazismo.
- Giro di posta: Lettere intrecciate tra ex detenuti, lettori e persino figure del sistema nazista. Tra queste, Ferdinand Meyer, il “dottor Müller” de Il sistema periodico.
- Le lettere del dopoguerra: Un commovente epilogo con missive piene di riflessioni, che parlano di colpa, vergogna e rinascita.
Cosa rende questa mostra speciale?
Non si tratta solo di scoprire i pensieri di Primo Levi, ma di riflettere sul potere delle parole di creare dialogo e connessione. Ogni lettera diventa una testimonianza di come la scrittura possa abbattere barriere e creare ponti tra passato e presente.
Ti senti pronto a scoprire questa storia?
La mostra Giro di posta è un’occasione imperdibile per avvicinarti a un lato meno conosciuto di Primo Levi. Pianifica una visita e lasciati ispirare da queste testimonianze uniche. Condividi le tue impressioni e segui i nostri social per non perderti altri eventi culturali!