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Quando piove anche l’arte si bagna

Quando piove anche l’arte si bagna

Massimo 7 mesi fa Commenta! 4
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Hai mai ascoltato la pioggia? No, davvero. Senza musica, senza distrazioni. Solo lei.

Quando piove le gocce cadono, rimbalzano, si infilano nei suoni del mondo come piccole frasi spezzate. È un linguaggio che conosciamo da sempre. Intimo, familiare. E anche gli artisti lo conoscono.

Contenuti
Hai mai ascoltato la pioggia? No, davvero. Senza musica, senza distrazioni. Solo lei.Una pioggia da dipingereLa pioggia nei versiPioggia come gesto artisticoE poi c’è il tuo sguardoE tu, che pioggia hai dentro?

Perché la pioggia, nell’arte, non è solo sfondo. È voce, presenza, ritmo. A volte addio. A volte inizio.

Una pioggia da dipingere

Cominciamo da Monet, e da quella serie infinita di paesaggi bagnati. Acque grigie, cieli lattiginosi, riflessi incerti. In molti dei suoi quadri, la pioggia non si vede… ma la senti. È nell’atmosfera, nei colori che si sciolgono, nei contorni che tremano.

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Fotografia: l’arte di catturare emozioni in un istante

Oppure guarda Caillebotte: il suo celebre Rue de Paris, temps de pluie sembra quasi una fotografia. Ombrelli, silenzi, passi veloci su selciati lucidi. C’è tutto. Anche la solitudine.

E i giapponesi?

Lì la pioggia è un’ossessione visiva. Le stampe di Hiroshige raccontano piogge diagonali, fitte, quasi taglienti. La città sfuma. I contadini si piegano. Ma il mondo continua, in silenzio. Con dignità.

La pioggia nei versi

Anche la poesia, ovviamente, si è innamorata della pioggia.

Giuseppe Ungaretti scriveva:
“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.”
Ma quelle foglie, spesso, cadevano nella pioggia.

Eugenio Montale, nella sua Liguria interiore, ne faceva una voce dell’anima:
“La pioggia nel pineto, con la sua voce muta le cose e le persone.”
Chi legge quei versi… la sente davvero, quella pioggia.

E poi ci sono i cantautori. Fabrizio De André e Lucio Dalla, per esempio, che alla pioggia hanno dato malinconia, ma anche speranza. Piove sui ricordi, ma anche sui germogli.

Pioggia come gesto artistico

C’è chi ha provato a usarla davvero. Come Olafur Eliasson, che ha creato installazioni in cui si può camminare sotto la pioggia al chiuso. Oppure Random International, con la Rain Room: piove ovunque, tranne dove cammini tu. Un gioco? Forse. Ma anche una riflessione: che rapporto abbiamo con la natura? Con il caso? Con la presenza?

Anche i fotografi amano la pioggia. Perché trasforma ogni scena in qualcos’altro. I vetri appannati, le pozzanghere, le gocce sui visi… ogni foto sotto la pioggia ha una nostalgia tutta sua.

E poi c’è il tuo sguardo

Quando piove, tendiamo a chiuderci. Ombrelli, giacche, corse veloci. Ma se ti fermi un attimo, se ascolti, se guardi… l’arte è lì.

Nel riflesso di una finestra. In un vecchio muro che si scurisce. In una foglia che si piega.
L’arte è ovunque piova uno sguardo attento.

E tu, che pioggia hai dentro?

È leggera? È fitta? È calda come un temporale estivo?

Hai mai visto un’opera che ti ha fatto venire voglia di restare sotto la pioggia, invece che scappare?

Raccontacelo. Oppure mandalo a qualcuno che ama i giorni grigi tanto quanto i cieli limpidi.

E, se ti va, continua a seguirci su Instagram

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