In attesa del 4 maggio, in cui tutta Italia spera di tornare piano piano alla normalità, qualcuno già progetta le proprie vacanze. Si parla di viaggi “di prossimità” e che rimangano all’interno del territorio italiano.
Per questo voglio parlarti di una piccola frazione del Comune di Foligno: Rasiglia.
Rasiglia
Rasiglia si presenta come il classico borgo umbro medioevale a pianta, è stato recentemente restaurato e alcune case sono state di nuovo abitate, poichè erano state abbandonate dopo l’industrializzazione che aveva portato gli abitanti verso il centro più grosso, quello di Foligno.
La cittadina aveva pagato lo scotto della seconda guerra mondiale, aveva subito il rastrellamento nazi-fascista e nel 1997 il terremoto l’aveva messa definitivamente ko, obbligando i cittadini a spostarsi nei prefabbricati. Il tessuto economico ne uscì distrutto, il borgo venne per un perodio abbandonato, per fortuna oggi le persone stanno tornando.
Nonostante le vicissitudini, noi italiani abbiamo sempre questa grande capacità di risorgere dalle ceneri e così, oggi il piccolo borgo, si ripresenta in tutta la sua bellezza.
Il piccolo borgo dai caratteristici toni marroni, è attraversato dal fiume Menotre. Il fiume intraprendere percorsi naturali e canali artificiali, creando piccoli bacini e fiumiciattoli interni che rendono Rasiglia un luogo incantato.
Il rumore dell’acqua si staglia nel silenzio.
Seguendo il corso del fiume puoi conoscere il borgo in ogni suo angolo, è piccolissimo, ma ogni scorcio è una cartolina.
La strada è tutta in salita e ti consiglio scarpe e abbigliamento comodi, ma sopratutto macchina fotografica!
Il santuario di Rasiglia
Santuario di Santa Maria delle Grazie merita di essere visitato. Nel 1450 l’allora Parroco di Rasiglia, Bartolomeo, chiese al vescovo di Foligno di ergere un santuario, dove sembra che ci fosse già un avamposto difensivo.
Antonio Bolognini, il vescovo, accordò la costruzione il 15 agosto dello stesso anno. Il santuario sorge vicino ad un ponte, sul quale era stata trovata una Madonna, alla quale gli abitanti hanno attribuito negli anno molti miracoli, tanto che il ponte viene chiamato “sepolcro”.
Le acque che passano sotto il ponte sembra che abbiano proprietà curative e che già prima del cristianesimo venissero usate per riti di purificazione ed essendo l’acqua, benedetta da Dio, un elemento di purificazione anche nella religione cristiana, molto probabilmente il rito preesistente, si è trasformato in rito cristiano, tanto da decidere che quello fosse il posto giusto per erigere un santuario. L’edificio all’interno è completamente affrescato e il primo affresco, quello della Madonna della Misericordia risale al 1454.
Dentro il borgo puoi vedere il Castello dei Trinci, un castello del XIII secolo, il quale sembra che fosse abitato dal castellano. In realtà sembra che la famiglia dei Trinci abbia solo restaurato nel XIV secolo una struttura preesistente rendendolo un luogo attivo e strutturato.
Nel castello vivevano castellani stipendiati e soldati di guardia. Nonostante il castello non appaia più molto esteso, da un documento del 1421, conosciuto come il “liber officium tempore Corradi Trinci”, un atto notarile del notaro Rampeschi, il castello di Rasìglia semnbra essere più esteso rispetto all’attuale.
Questo lascia supporre che fosse quindi un luogo ben difeso e che il castellano lo avesse scelto come residenza. La struttura è posta su una collina sovrastante il paese, a circa 700 metri di altitudine. Purtroppo sono giunti sino a noi solo il mastio, un tratto delle mura e due torri difensive secondarie.
Come vedi, il nostro paese è pieno di meraviglie nascoste, basta solo fare una gita fuori porta per trovare luoghi incredibili. Durante il periodo natalizio viene inscenato un presepio vivente all’interno del borgo di Rasiglia, davvero caratteristico e spettacolare, sopratutto perchè ambientato a inizio ‘900, così da riproporre gli antichi mestieri.
In estate è fresco (Rasiglia sorge a circa 600 m di altitudine), intorno puoi fare passeggiate naturalistiche e visitare le Cascate del Menotre e le Grotte dell’Abbadessa.
Il turismo presso le località italiane merita di essere incentivato, per la storia, la biodiversità e per il buon cibo che accompagna ogni luogo.